Capitolo 20

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ISABEL

"Ehi, mi stai ascoltando?" mi chiede Clara.

Stacco la testa dal finestrino sul quale sono poggiata. È come se mi fossi appena svegliata da un sogno, o come fossi appena tornata da un viaggio. Quel ricordo non è stato di certo un bel viaggio, ma è stato uno di quelli che ti insegna tanto. Uno di quei viaggi dai quali torni cambiata. Le persone che ti vogliono bene non ti riconoscono più e iniziano a guardarti in modo diverso. Tutti iniziano a pensare che sarebbe stato meglio se non fossi mai partita, ma tu sai benissimo che quel viaggio era necessario. Dovevi partire e tutto quel male serviva solo a farti crescere. Sono tornata da quel viaggio con la domanda di Clara. Qual è stata? Ah sì. Se sto ascoltato quello che mi sta dicendo.

No, Clara, non ho sentito nemmeno una parola. Come al solito sono incastrata nei miei pensieri.

"Sì, ti ho sentita, però...non è che potresti ripetermelo?" fingo, sperando che non ci rimanga male.

"Ti stavo dicendo che ho sentito dire che questo locale è il migliore che abbiano mai aperto in zona e sono sicura che sarà la notte più bella della nostra vita!" esclama con un entusiasmo che non le ho mai visto prima.

Io l'ho già vissuta la notte più bella della mia vita, però...però dovrei dimenticarla.

Io e Clara siamo andate a ballare spesso da quella volta che avevamo quattordici anni. A lei piace molto andare in discoteca e non ha mai fatto troppe domande sul fatto che io ogni tanto sparissi. Andiamo a ballare con altre amiche proprio per questo. Io sparisco e lei rimane comunque in compagnia.

"Sono sicura che hai ragione. Ci divertiremo tantissimo" dico con un po' di finto entusiasmo per tentare di non farle vedere il casino che ho in testa.

"A proposito di divertirsi. Sono due anni che io e te andiamo a ballare insieme e non ho mai capito perché sparisci sempre. Si può sapere dove vai?"

Ecco. Proprio due secondi  fa ho pensato al fatto che lei non facesse mai domande. Assurdo. Non può rimanere con il dubbio?

"Dopo un po' mi manca l'aria, quindi esco un attimo, ma poi torno sempre" mento.

"Potresti anche dirmelo. Se ti senti male posso venire insieme a te".

Mi viene da ridere per quella frase. No, sarebbe meglio di no.

"Non ti rovinerei mai la serata. È una cosa passeggiera. Appena respiro un po' di aria pulita mi passa e torno dentro".

"Ok, basta che non mi fai preoccupare".

"Tranquilla" rispondo e in quel momento mi rendo conto che ha appena parcheggiato.

Scendiamo dalla macchina e ci incamminiamo verso questo nuovo locale. Dobbiamo fare un po' di fila, ma non è troppo stressante dato che le amiche di Clara sono simpatiche. Non le ho mai viste prima, ma alla fine so che dopo questa serata non le rivedrò più. Clara non è una ragazza in grado di tenersi le amicizie. È una che cerca nuove amicizie ogni giorno e io sono l'unica che è sempre rimasta. Io non sono mai stata cambiata.

Mentre parlo con loro noto un gruppo di ragazzi alle nostre spalle e uno di questi non mi stacca gli occhi di dosso. Gli rivolgo un sorrisetto, poi torno a guardare le mie amiche.

Ho già la mia preda della serata, ancora prima che la serata stessa inizi.

Finalmente arriva il nostro turno di mostrare i documenti al buttafuori e come al solito passiamo senza problemi. Quei documenti falsi ce li ha procurati un amico di Clara ed è stato il nostro salvatore.

Entriamo nella discoteca. Bisogna scendere parecchie scale, ma alla fine ci ritroviamo in un locale enorme. Le luci stroboscopiche non ci fanno capire molto, ma sembra veramente un bel posto. C'è abbastanza spazio e si riesce a respirare. Odio i locali che riempiono finché non puoi nemmeno più ballare. Mi è capitato spesso di andare in discoteche in cui fanno entrare un numero illimitato di persone e a metà serata ti ritrovi su un piede solo per il poco spazio e a doverti poggiare su chi c'è vicino a te per non rischiare di cadere.

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