Capitolo 25

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ISABEL

Non vedo l'ora che la lezione di inglese finisca. Ho bisogno di andare in palestra e vedere Trev.

Questa mattina mi ha mandato un messaggio con il buongiorno e gli auguri per il primo giorno di scuola dopo le vacanze. Ovviamente non si è dimenticato di dirmi di nuovo che mi ama, che gli manco e che mi desidera.

Quanto voglio dirgli anch'io quella parola con la A, ma allo stesso tempo quanto mi spaventa ancora.

Guardo l'orologio sopra la lavagna.

Cinque minuti.

Le cose sono cambiate tanto da quel giorno di novembre in cui ero scappata di casa per andare nel mio posto preferito e mi sono imbattuta in quel ragazzo con i vestiti logori.

Credevo di sapere già tutto, ma quel ragazzo mi ha fatto scoprire che in realtà non sapevo proprio niente. Non conoscevo le emozioni o i sentimenti.

Quattro minuti.

Non sapevo cosa fosse la fiducia. Non sapevo nemmeno il significato della parola casa e, paradossalmente, Trevor, che una casa non ce l'aveva veramente, lo conosceva meglio di me. Grazie a lui sto davvero imparando il significato della parola "casa".

Tre minuti.

In poco tempo lui è diventato più importante di qualsiasi altra persona io conosca. Il modo in cui mi guarda, il modo in cui mi tocca. Tutto è cambiato con lui. Nessuno mi ha mai fatta sentire così speciale, nessuno mi ha mai guardata come se il mondo potesse anche scomparire l'importante era che io fossi lì.

Due minuti.

Questa notte mi sono ritrovata nel letto a pensare a come sarebbe stato il nostro futuro. Io e lui in una casa bellissima, con un cane e un figlio, oppure due, o anche tre. Non ho mai pensato all'idea di avere figli, in fondo ho solo diciotto anni, ma in ogni caso con lui vorrei fare tutto. Non c'è niente che eliminerei dalla mia vita. Farei tutto, a patto di farlo con lui, solo e soltanto con lui.

Un minuto.

Sto tremando. La mia pelle è ricoperta di brividi. La mia gola è secca. Non riesco a stare ferma. Fremo all'idea di vederlo. Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dall'ultima volta in cui l'ho visto, ma mi piace da impazzire averlo intorno, averlo addosso, averlo dentro, averlo ovunque.

Suona la campanella e in un attimo sono in piedi, pronta ad andare in palestra. Ho preso il borsone con il cambio e in un attimo mi sono avviata verso le scale.

"Ehi, ma si può sapere come mai hai tutta questa fretta?" mi chiede Clara, che è costretta a correre per raggiungermi.

"No, niente. Voglio solo andare in palestra" mento.

"Mmh...tu non me la racconti giusta" dice con aria sospettosa. "E comunque devi ancora dirmi perché l'altra sera sei scappata via dalla discoteca".

"Sì, lo so. Te lo racconto dopo. Ora andiamo in palestra sennò il prof si arrabbia".

"Il prof? Oppure non vuoi far arrabbiare il nuovo assistente sexy?" mi chiede lei maliziosa.

I miei passi si bloccano. Clara è mia amica, ma non mi piace che lo consideri sexy. Non deve nemmeno guardarlo.

Scuoto la testa, cercando di fare finta di niente e ricomincio a camminare.

Per raggiungere gli spogliatoi, bisogna attraversare una parte della palestra. Sono la prima ad arrivare e, non appena apro la porta, vedo Trevor che sta parlando con il professore.

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