Chapter twenty-one.

266 9 8
                                    

Nate's pov.

La roulotte non era cambiata di un centimetro. Sempre le stesse macchie di muffa, il divano con le molle rotte e il frigo spento con dentro quel poco cibo andato a male.

Era riuscito a trovarsi un lavoretto occasionale come cassiere in un supermarket lungo la strada. Faceva dei turni improponibili, ma dopo aver lasciato la band il suo conto era collassato. La sua vita era collassata e con lei anche il suo sogno.

Rimbocca le maniche della sua felpa e inizia a pulire tutto ciò che nei giorni precedenti aveva lasciato da parte per dedicarsi ad altro.

Il suo tempo lo occupava per la maggior parte con la musica, a provare le sue canzoni, a cercare di non distruggere la sua chitarra già mezza scassata e a cercare qualche locale in cui suonare, ma zero, nessuno faceva per lui.

Mentre strofinava via il cibo incrostato sui piatti pensava a quali parole usare per riferire a Harry che viveva, di nuovo, in quella roulotte malandata dalla quale in passato era riuscito a scappare. Pensa al viso deluso del fratello e a quei suoi occhi verdi lucidi come rugiada. Pensa al fallimento che è diventato e che sempre sarà.

Nate rimarrà sempre un ladro. Ladro di soldi, oggetti, speranze e sogni.

Stringe i bordi del piatto con tale forza che gli si rompe fra le mani andando a scheggiarsi e a sporcare il lavandino di sangue. Impreca mentalmente e mentre cerca di fermare quel liquido rosso qualcuno bussa delicatamente su quella porta cigolante. Si avvicina lentamente e la apre con il gomito rimanendo stupito da chi si ritrova davanti.

Jader, il suo meraviglioso Jader.

Il ragazzo non si muove, rimane incantato a guardarlo dalla testa ai piedi.

"Come sapevi dove trovarmi?"

"L'ho capito quella sera al bar." Gli fa spazio e lo lascia entrare. Le loro braccia si sfiorano e Nate riesce a sentire tutte le sensazioni che gli provocava anche da ragazzo.

Chiude la porta e torna in cucina dove prende una pezza, la strappa in due e se l'avvolge stretta sui palmi delle mani.

"Siediti pure, posso offrirti solo questo." Sorride imbarazzato e lo fa accomodare su una delle sedie in cucina.

"Cosa hai fatto alle mani?"

"Ho rotto un piatto." Fa spallucce e si siede davanti a lui.

Non gli sembrava vero averlo lì, in tutta la sua bellezza con quella sua maglietta attillata e i jeans larghi.

Si studiano con gli occhi, cercano di studiare tutti quei dettagli che si sono persi in tutto quel tempo e nello stesso momento sorridono.

Nate guarda le sue braccia e nota il piccolo tatuaggio che avevano deciso di fare insieme. Una piccola colomba bianca. Si erano sempre paragonati a due piccole colombe in cerca d'amore.

"Nate?"

"Si JJ?"

"Infinitamente grato, tuo JJ." Nate allarga gli occhi come fanno i gatti e fa cadere le braccia lungo i fianchi.

"Cosa hai detto?"

"Hai sentito bene Nat." Si alza e lo raggiunge mettendosi in ginocchio davanti a lui.

"Non mi odi?"

"Non potrei mai odiare il mio ragazzino." Il ragazzo allunga il collo e appoggia la testa sulla sua spalla.

"Scusami tanto Jader. Scusami per averti lasciato, il mio cuore non voleva, ma il mio cervello era più forte quel giorno."

"Devi stare tranquillo, abbiamo perso del tempo, ma noi ci siamo già scoperti, conosciuti, spogliati da insicurezze e armature. Riprendiamo da dove abbiamo lasciato, premiamo il tasto play e creiamo il nostro infinito." Nate sorride con tutti i nervi del corpo e si alza piano piano fino a raggiungere i suoi occhi scuri.

two boys and chocolate muffins. // harry e louis.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora