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amelia's pov

perché la mia vita doveva essere così incasinata?

addento un pezzo di pancake,per poi ascoltare quello che aveva da dire mio padre

-sta sera ho una cena a casa di un amico..vuoi venire con me?ha anche una figlia,magari potreste fare amicizia-

abbozza un sorriso,mentre io penso a quando lui e la mamma andavano insieme a quei tipi di cena,le mancava e lo stesso era per me. Come potevo dire di no?

"va bene papà" dico poi alzandomi dalla sedia,sentendo il rumore del clacson della macchina di josh,per poi dare un bacio sulla guancia di mio padre ed uscire di casa

entro in macchina,mentre lui mi scombina i capelli come al solito e io lo fulmino con lo sguardo

<<buongiorno principessa>>  mi saluta

"buongiorno,rincoglionito" dico per far ridere entrambi.

mette in moto la macchina

<<sta sera che facciamo?è venerdì>>
propone,mentre io ricordo del mio impegno

"vado con mio padre ad una cena sta sera,ma probabilmente ti scriverò tutto il tempo perché mi annoierò o scapperò"
dico per poi ridere,mentre scendiamo insieme dalla macchina dopo essere arrivati

la campanella suona,così dopo aver salutato josh entro nell'aula di letteratura per poi sedermi al primo banco,come al solito

-ciao- mi sussurra la figura accanto a me,mentre fa uno dei suoi sorrisi dolci,che a me fanno vomitare

non le rispondo,sento che sbuffa,mentre continuo ad ascoltare la lezione

appena la lezione finisce,mi reco immediatamente nel bagno,per poi lavarmi le mani sotto l'acqua tiepida

-che succede?perché non mi parli?- ed è di nuovo dietro di me,mentre mastica una chewing-gum e mi fissa dal riflesso dello specchio

"adesso mi pedini anche in bagno?" le faccio notare,mentre asciugo le mani con la carta

-sono stanca di questa situazione,Amelia-

"quale situazione,Isabella?" le domando,mentre mi giro completamente a guardarla,i suoi occhi scuri e i capelli neri

-non capisco cosa vuoi da me,non capisco perché un attimo sei dolce e un attimo dopo picchi Edward,non capisco perché lo fai,Amelia.-

risponde,mentre si tocca i capelli passandosi una ciocca tra le dita

"Io ero come te,fragile e debole,non sapevo come fosse fatta la vita e non la prendevo seriamente. Facevo cazzate su cazzate ma poi ho capito che la vita non è questo. La vita non è un ragazzo che ti chiama troia e poi ti chiede scusa come se non avesse fatto niente,la vita non è una famiglia che ti ordina ciò che fare,la vita non è fare quello che vogliono gli altri e non quello che vorresti tu" le dico,avvicinandomi di più a lei,facendole aderire la schiena al muro freddo

"la vita,cara Isabella,la devi scegliere tu,o sennò che vita sarebbe?" le dico l'ultima frase quasi sussurrando,ad un centimetro dal suo viso mentre scambio occhiate dai suoi occhi alle sue labbra

che diavolo sto facendo?penso,per poi scappare da quel bagno e pensare a cosa diavolo era appena successo

please don't be in love with my best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora