𝕌𝕟𝕔𝕝𝕖 𝕀𝕒𝕟

1.5K 38 17
                                    

Ian's pov:

Mi passai la mano fasciata tra i capelli arancioni, ormai mi stavo fissando allo specchio da più di un'ora, decisi che fosse arrivato il momento di uscire dal bagno e scesi al piano inferiore, entrai in cucina e vidi Mickey ridurre in polvere le mie medicine per poi versare queste nel bicchere.
Notò la mia presenza
<oh hey...aranciata?> mi porse il bicchiere, io lo presi facendo finta di non aver visto che ci aveva polverizzato dentro le mie medicine
<come stai oggi?> mi chiese memtre si assicurava che io stessi bevendo tutto il contenuto del bicchere
<bene...> sperai che non notasse quanto in realtà stessi mentendo, non stavo per niente bene. Sono stato in ospedale due volte in soli quattro giorni, la prima volta ho messo in pericolo non solo la mia vita, ma anche quella della mia collega e la seconda volta avevo pensato bene di aprirmi in due la mano, adesso ho solo una grossa cicatrice tra le nocche e un grande senso di colpa. Non riesco a liberarmene, ci provo in tutti modi, provo a distrarmi, provo a non pensarci, ma mi sento sempre più fiacco, stanco e terribilmente solo.
<vuoi andare a pranzo da tua sorella?> mio marito stava fissando lo schermo del telefono mentre leggeva con gli occhi il messaggio
<ci hanno invitato a pranzo?>
<si>
<perchè hanno scritto a te e non a me?> sapevo perfettamente la risposta, ma volevo sentirmela dire da lui, mi guardò con occhi tristi e si inventò una scusa
<bhè...sei appena tornato dall'ospedale, forse non volevano bombardarti subito con i messaggi> improvvisò un mezzo sorriso, un modo più carino per dire che dopo un attacco di bipolarismo, i miei stessi fratelli mi vedavano come un insando psicopatico col quale non si può avere una conversazione.
Questo fu più a meno tutto l'andamento del pranzo da Debbie, lei abitava ancora nella nostra vecchia casa; era sempre bello tornarci, avevo un sacco di bei ricordi lì, come quando Frank non perdeva tempo a colpirmi, o a buttarsi sul pavimento perchè troppo ubriaco per arrivare in camera sua, o quando Monica pensò bene di tagliarsi le vene, o di quando Sammy mi denunciò ai militari, grazie tante stronzetta!
<hey Ian!> una ragazza dai capelli biondi, con le punta leggermente rosate che le sfioravano le spalle mi abbracciò con un enorme sorriso, rimasi impassibile non riconoscendo la ragazza
<oh scusa, io sono Vanessa piacere> mi porse la mano presentandosi con un gran sorriso, notando il mio disorientamento
<la fidanzata di Carl> precisò
<ciao...> la salutai apatico, sembrò delusa dalla mia risposta e quindi tornò a ripararasi accanto a Carl, lasciandogli un bacio sulla guancia
<sembra che gli avevano vomitato addosso 50 principesse> la voce di Mickey mi arrivò da dietro
<che gli abbiano> lo coressi, sempre con tono freddo
<mh?> mi guardò interrogativo
<hai sbagliato il verbo> detto questo salii al piano superiore, non volevo sembrargli troppo freddo ma non ero dell'umore giusto per chiacchierare.

Mickey's pov:

Ho 27 anni e probabilmente se ritornassi a scuola starei ancora la primo anno di liceo, ma che cazzo deve per forza correggermi, che stronzo.
Lo vidi salire, con la schiena leggermente piegata in avanti e la testa bassa, come se fosse appena tornato da un funerale; non ci diedi molto peso, si riprenderà, cercai di convincermi che le medicine stavano funzionando, anche se non sembra
<serve solo tempo, non hanno effetto immediato> Lip sembrò leggermi nel pensiero
<lo so> incrociai le braccia cercando, di nuovo, di sembrare poco interessato
<oh ciao! Tu sei Mickey vero? Il marito di Ian!> Vanessa si fece avanti per abbracciarmi
<cazzo> mi scostai evitando il suo tocco, ci rimase male ma cercò di nasconderlo tornando col sorriso. Sembrava una caramella, era vestita con un vestito tutto rosa e una cintura gialla alla vita, i suoi cappelli biondi le arrivavano fino alla spalle e solo le punte erano colorate di rosa, non so se quelle erano le sue vere ciglia o no, ma le aveva lunghissime e voluminose e portava un lucidalabbra, ovviamente rosa.
<è un piacere finalmente conoscere tutta la famiglia di Carl!> la sua voce stridula mi infastidì
<ehm...si...io sono solo il marito di Ian, non ci tengo ad avere alcun rapporto con nessun'altro Gallagher> finita la frase lei rimase a guardarmi come scioccata, gli diedi poca importanza e passaia avanti fino ad arrivare di fronte a Debbie che chiacchierava con Liam.
Un tonfo, un romore fortissimo, come di qualcosa che cadeva, pensai subito ad Ian e così salii d'impulso, cercai in tutte le stanze e infine arrivai fino alla stanza di Franny. Ciò che mi si prospettò di fonte fu impressionante: Franny era a circa 10cm da terra, intorno al collo aveva un cappio e la sedia accanto a lei era capovolta in avanti, probabilmente l'artefice del rumore. Corsi verso di lei e la sollevai dalle gambe, subito iniziò a tossire e riprese a respirare. Entrò Lip seguito da Tami che subito coprì gli occhi di Freddy portandolo via, dopo entrò anche Debbie che capendo la situazione si porto le mani alla bocca terrorizzata.
Poggiai Franny a terra dopo averle sfilato il cappiò e continuò a tossire, esausta si appoggiò al mio petto con le palpedre pesanti e con un'espressione triste.
Lip porse le braccia in avanti per calmare Debbie rimasta paralizzata accanto allo stipite della porta, gli occhi sgranati dalla paura di perdere la figlia.

GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora