"𝕀 𝕕𝕠𝕟'𝕥 𝕕𝕠 𝕟𝕠𝕣𝕞𝕒𝕝..."

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Mickey's pov:

La definizione di codardia potrebbe riassumersi con una sola parola: apatia.
I codardi hanno paura di soffrire, così prendono sempre la strada più semplice, nascondere le emozioni e non lasciarle trasparire. La verità è che io sono un codardo. Sono stato cresciuto da botte e calci e appena provavo a versare una lacrima me ne prendevo il triplo, così mi sono costruito un muro; questo bloccava le emozioni e non le lasciava scappare, volevo che gli altri vedessero nei miei occhi durezza e freddezza...nient'altro. Quando si nasce nel South Side si conosce tutto di tutti e quindi conoscevo bene i Gallagher, ognuno di quei piccoli stronzetti, sapevo la loro situazione familiare, che erano stati cresciuti dalla sorella, che il padre era troppo ubriaco per ricordarsi di avere 6 figli. Di conseguenza loro conoscevano me e la mia famiglia. I Milkovich, il cognome più temuto di tutto il quartiere. Ogni volta che vedevo Ian Gallagher percepivo che era diverso dagli altri quanto uguale a me, anche lui aveva un muro.
Iniziai a frequentarlo e piano piano lui iniziò a graffiare quel muro in cemento armato che mi ero costruito per paura e ogni volta che si formava un buco io lo ricoprivo...fino alla sera del Coming Out.
Io e Ian avevamo discusso:
<abbiamo chiuso> disse graffiandomi il muro
<ma di che cazzo stai parlando> lo ricostruii
<non ho più alcun interesse a fare l'amante> graffiò
<Cristo Santo da quando sei così melodrammatico?> lo ricostruii
<da quanto ho capito che sei un pisciasotto> graffiò ancora
<dillo ancora e ti prendo a calci in culo> lo ricostruii
<...tu ti credi un duro,vero? Bhè non lo sei! Tu sei un codardo. Tu hai paura di tuo padre, di tua moglie...di vivere ciò che sei> prese un piccone e mi ditrusse il muro definitivamente. Non riuscii più a ricostrurlo, ormai era andato, con una sola frase era riuscito a spogliarmi di ogni certezza e ora le mie emozioni si erano liberare, stavano uscendo a miriade, tutte contrastanti. Ian Gallagher, solo guardandomi negli occhi, solo con due parole, è in grado di rendermi piccolo e indifeso. Figlio di puttana.

Buco la lattina di birra con un coltellino svizzero e me la porto alla bocca
<come ai vecchi tempi mh?> Ian sorrise mentre guardava tra le gradinate del campo. Non risposi occupato a bere fino a terminare ogni goccia di birra. Pensai la stessa cosa, come ai vecchi tempi, quando venivo qua solo per una botta e via con un frocio, non sapevo che da lì a poco sarebbe diventato mio marito.
Schiacciai la lattina e la buttai sul prato
<ti ricordi quando Sammy mi denunciò alla polizia militare?> Ian mi guardò sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi
<quella zoccola> risposi
<ti ricordi che stavamo organizzando il nostro primo vero appuntamento?>
<mh mh>
<bhè adesso non c'è nessuna sorella psicopatica o padre homofobo che ci ostacola> disse entusiasta
<mmmmh non so Ian...io...>
<oh andiamo! Un vero appuntamento>.
Lo guardai negli occhi e lui ricambiò lo sguardo supplicandomi
<uff...ok> cedetti alla sua vista
<evvai! Vedrai sarà romantico> si portò il gomito dall'alto verso il basso in segno di vittoria.

Ian's pov:

I cavi della televisione si attorcigliavano tra loro dando problemi di segnale.
Sentii dei passi dietro di me
<hey Mick-finalmente hai finito di sprecare acqua lì dentro?> gli dissi prima di girarmi e rimanere ammaliato dalla vista di mio marito a petto nudo con solo l'aciugamano che gli avvolgeva la vita, il tatuaggio rosso e storto della scritta "Ian Galoger" sul petto nudo e bagnato.
Evidentemente rimasi a fissarlo per parecchio, infatti Mickey non perse tempo a prendermi in giro
<che c'è? Ti eccita un uomo nudo? Per caso sei frocio?> ghignò
<oh no come mi hai scoperto!> gli ressi il gioco
<va bene se mi metto la tua camicia nera?> mi chiese
<si> gli risposi alzandomi dopo aver sistemato la T.V.
Davanti al ristorante ci presentammo io e Mickey in giacca e cravatta. Lui aveva i suoi capelli neri come la pece tirati all'indietro col gel, con qualche ciuffo ribelle. Portava un'elegante camicia nera, fuori dai Jeans anche questi neri.
Io avevo i capelli scombinati con vita propria, una camicia bianca all'interno di pantaloni blu scuro abbinati alla giacca che portavo anche questa blu scuro.
Ordinammo i tavoli e ci fecero accomodare
<questo posto è un galà? O cose del genere?> mio marito si guardò intorno stupefatto; scoppiai a ridere
<oppure un semplicemente un ristorante del North Side> guardai le posate d'argento.
Passammo ben un'ora a parlare, ridere e scherzare, commentammo diversi piatti e alla fine antrambi decidemmo di assaggiare della carne al sangue contornata da insalata e pane croccante.
Mickey si lecco le labbra dopo aver assggiato il primo boccone
<cazzo, mi farei scopare da questa carne>
Trattenni una risata mentre una donna dai capelli corti e castani ci venne incontro
<vi porto altro? Abbiamo dell'ottimo vino rosso> ci sorrise speranzosa
<quanto costa?> chiesi preoccupato, già solo questi piatti mi mettevano in dubbio
<si lo prendiamo> mi interruppe Mickey; quando la cameriera si allontanò gli scambiai una sguardo di rimprovero ma lui continuò a mangiare tranquillo
<Mickey...> iniziai
<...non abbiamo abbastanza soldi per pagare tutto questo>
Mi guardò con la bocca piena
<chi ha defto che doffiamo pagfare?> disse sputacchiando pezzi di carne sul tavolo.
Portai gli occhi al cielo
<no Mickey! Se dobbiamo fare un appuntamento, facciamolo per bene, come si deve, quindi mangia con la bocca chiusa taglia la carne col coltello e non con i denti e pagheremo tutto con i soldi> lo guardi sperando che capisse
<mi hai rotto il cazzo> disse facendo l'esatto contrario di quello che gli avevo pregato di fare
<oh IO ti ho rotto il cazzo? Mangi come un animale cazzo e non puoi non pagare, finiremo di nuovo nei guai>
<da quando sei così responsabile?>
<porca troia Mickey...vorrei solo comportarmi come una coppia normale in un appuntamento romantico> sbatto le posate sul tavolo
<non siamo normali,Gallagher...siamo gay cazzo! E siamo due ex-galeotti del South Side! Niente di tutto questo è normale, anche la nostra relazione non è normale...è tossica!> sbotta irritato.
Rimasi a guardarlo negli occhi per qualche secondo, interdetto non sapendo come rispondere...cazzo quel bastardo aveva ragione.
Si alzò in fretta e uscì dalla porta principale
<che cazzo...> bisbiglio a denti stretti prima di avvicinarmi ad un cameriere
<tutto buonissimo... mi può portare il conto io vado a fumarmi una sigaretta> detto questo esco e corro via, non avendo abbastanza soldi per pagare.

Mickey's pov:

<Che frocio di merda!> urlai al vuoto una volta arrivato al campo. Mi seggo sull'erba e mi accendo una sigaretta, la luce dell'accendino illumina una chioma rossa
<che cazzo! Perché non fai mai quello che ti chiedo> Ian si avvicinò a me aprendo le braccia sorpreso
<le tue urla mi irritano> dico semplicemente facendo un tiro.
<ti ho chiesto di essere romantico e normale solo per stasera!>
<ok scusa mamma> devo aver detto questa frase con una certa neutralità, tanto che il viso di Ian iniziò a prendere il colore dei suoi capelli e si avventò su di me buttandomi a terra. Cercai di rivoltare più volte la situazione ma lui continuava a colpirmi così optai per coprirmi la faccia dai suoi pugni. Cercai di riattacare con qualche ginocchiate finchè non lo colpì al fianco, questo lo fece indebolire abbastanza e così riuscì nel mio intenzio iniziale, avere una posizione di vantaggio e mi misi a cavalcioni su di lui.
Ci guardammo per qualche secondo nessuno dei due fece una mossa
<noi non siamo normali Gallagher...> sorrisi
<...accettalo> lo baciai
<si lo accetto con piacere> ricambiò il bacio passando abilmente le mani per tutto il mio corpo. Mi staccai per un momento dal bacio, il tempo di togliermi la giacca, stessa cosa fece Ian e successivamente anche la camicia rimanendo in pantaloni. Ci limitammo a limonarci o a toccarci il petto e il collo, gli sganciai i pantaloni e senza sfilarglieli riuscii a tirargli fuori il cazzo, feci la stessa cosa con il mio e mi buttai accanto a lui in modo che avesse la possibilità di posiziarsi dal lato del mio culo.
In poco tempo ci ritrovammo a scopare in mezzo al campo sull'erba umida e morbida.
Entrò in me delicatamente baciandomi tutto il collo e percorrendomi la schiena, diede una spinta e sentì un brivido per tutto il corpo, un'altra spinta e il mio corpo tremò. Spinse ancora e ancora, mi poggiò una mano sulla schiena spingendomi contro il terreno. Lo sentii ansimare, iniziai a roteare i fianchi per dargli una maggiore profondità e così lo senti definitivamente urlare dal piacere. Lo seguii a ruota gemendo anche io, ognuno dei due cercava di superare i gemiti dell'altro. Mi girò posizionandomi supino e mi alzò le gambe poggiandosele sulle spalle e rientrò continuando a spingere ad occhi chiusi. Da qua sotto avevo una visione perfetta di mio marito, la sua bocca rosea perfettamente  socchiusa, i suoi occhi inniettati di lussuria che si muoveva dentro di me
<aah aah cazzo Ian> urlavo in continuazione la stessa frase mentre il piacere mi invadeva, si arrimpicò meglio su di me e dopo qualche spinta sentii le sue gambe tremare, poco dopo anche io iniziai e fremare e mi aggrappai a lui stringendogli le spalle, prima di schizzare il mio sperma sul suo petto e lui sul prato. Ci stendemmo entrambi esausti uno di fianco all'altro guardando il cielo mentre ancora cercavamo di riprendere fiato.
<ti amo primitivo>
<ti amo anche io carota>.

GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora