Benvenuto nel mondo

9 0 0
                                    

Dopo la vittoria a quiddicht tutto ritornò alla normalità: Paul e Theodore continuarono a seguire le lezioni con gli altri del terzo anno, continuarono gli allenamenti in vista della finale di maggio e continuarono a studiare di notte.

Nella Sala Comune di Corvonero serpeggiava un aria totalmente diversa, erano anni che non si subiva una batosta del genere.

John Juge, il portiere del settimo anno, che aveva dovuto rinunciare alla partita per sostenere l'esame di Materializzazione girava cupo tra i corridoi, molto spesso accompagnato dalla sua eterna amica Agatha, dello stesso anno.

Il lunedì dopo la sconfitta Roger Davies fece un discorso molto profondo alla squadra.

-John e Agatha sono all'ultimo anno, prima o poi questo momento doveva arrivare e lo sapevamo, se non ci alleniamo duramente queste sconfitte potrebbero essere all'ordine del giorno il prossimo anno.-

Era arrivato marzo, che si era portato con sè il freddo e aveva ridato colore all'enorme Parco di Hogwarts.

Adesso Paul, Theodore e Milly studiavano fuori fino a che la luce lo permetteva, poi rientravano nella Sala Comune e si sedevano su uno dei divanetti per giocare qualche turno di Sparaschiocco insieme a Catherine Tongue, rispetto al suo primo anno era cresciuta notevolmente, le era cambiata la voce e aveva i lineamenti più definiti, Paul se ne accorse per via degli sguardi che lei rivolgeva a Theodore.

Ma oltre questo, i due amici si erano notevolmente uniti, Paul era tranquillo e sereno e tutto procedeva bene.

Venerdì 18 marzo 1994
-Buongiorno Normann- salutava una vecchia strega con in mano una pila di vecchie scartoffie
-Buongiorno Octavia- rispondeva un mago appena entrato in ufficio, dietro di lui c'era un bel ragazzo alto, i capelli rasati e gli occhi verdi.

-Questo è Simon- disse Normann presentandolo alla vecchina
-Piacere mio signora- rispose il ragazzo stringendole la mano
-Che ragazzo beneducato- disse Octavia con un sorriso a trentadue denti.
-Oggi sta qui per vedere un po' come funziona, diciassette anni è l'età giusta- rispose Normann sorridente.

Ryan Thomas si accomodò sulla vecchia poltrona del padre adottivo, guardando intensamente Octavia.

Poteva avere sulla sessantina d'anni e qualche anno distante dalla pensione, i suoi capelli ormai bianchi e le rughe sul viso e sulle mani non potevano sbagliare.

Portava una collana di perle, tale e quale a quella di sua madre.

Un muscolo si contrasse nella sua mascella, prese una penna a sfera di Normann e se la rigirò tra le dita.

In breve tempo Simon Gray divenne un buon amico di Octavia Stones, la donna gli preparava i dolci e gli dava qualche banconota.

Un giorno venne invitato da lei a cena a casa sua, per Ryan era l'occasione: infatti da quando aveva notato quella collana si domandava come Octavia l'avesse ottenuta e non vedeva l'ora di chiederglielo.

La casa di Octavia era un accogliente cottage di campagna, la sala d'ingresso era piccola, il colore dominante era porpora, anche il soggiorno aveva la stessa tonalità

-Tu siediti Simon, fai come se fosse casa tua- disse lei sorridente, Ryan si sedette sul divano color camoscio e pestò una coda di gatto
-Lui è Mur- disse Octavia indicando un bel gatto soriano che soffiava di rabbia, Ryan gli posò una mano sul capo e il felino si calmò, accettando volentieri le coccole.

Octavia servì uova e bacon, pizza, hamburger e patatine e come dolce ciambelle al cioccolato, Ryan iniziò a mangiare
-Come mai non vai a scuola Simon?- chiese lei e Ryan decise di rispondere con la verità
-Mi hanno espulso-
Il sorriso sulle sue labbra diventò più freddo ma continuò a guardarlo con affetto.

Alla fine Ryan si decise e, tra un boccone di hamburger e l'altro, le chiese
-Dove hai preso quella collana?-
Octavia sorrise
-Non pensavo fossi interessato ai gioielli femminili Simon-
-Ti ho detto dove l'hai presa- puntualizzò Ryan
-Il mio amato Oliver me l'ha regalata tre mesi prima di morire-
-Quanto tempo fa?-
-Credo quattro anni fa-
I sensi di Ryan si allertarono
-E lui dove l'ha presa?-
-Non so, mio marito faceva il commerciante di gioielli e qualche volta mi faceva dei regali-
-E dov'era in quel periodo?-
-In Europa- rispose Octavia
Ryan si pietrificò.

-Romania?- chiese
-Forse, adesso non ricordo-
Ryan si alzò dalla sedia e si avvicinò ad Octavia, prese con forza la sua collana e la esaminò
-Simon, ma che fai? Sei impazzito?-
-È la collana di mia madre- esclamò furioso
-Tua madre?- esclamò confusa
-Normann e Grace non sono i miei veri genitori- confessò lui
Octavia lo guardò spaventata
-Chi sei?-
-Non posso dirtelo, mi spiace- disse Ryan rammaricato e mollò la presa, poi abbracciò la vecchia, piangendo, come non faceva da tanto tempo.

luglio 1992
-Quest'anno l'estate è più calda del previsto- disse Will Mulciber
-Dove siamo diretti?- chiese Ryan impugnando ferocemente la bacchetta
-In un vecchio capannone babbano- rispose Tonny
Lord Krijues aspettava i suoi seguaci nell'ombra, due Slujesti facevano la guardia accanto alla sua poltrona di pelle
-Benvenuti- disse il mago
-Oggi è un giorno importante per il Signore Creatore, la scuola di Boardu è ufficialmente caduta-
Dopo che Lord Krijues disse queste parole, i due Slujesti illuminarono il corpo di Habrina Rebenciuc, la preside di Boardu che giaceva immobile e spaventata
-Questa donna, era la preside della scuola di Boardu, ma a capo di quella scuola ci vuole qualcuno di più forte, qualcuno di più potente, ecco perché sono onorato di presentarvi Volodimir Bradacs- annunciò Lord Krijues
Il nuovo preside di Boardu era un uomo sulla cinquantina, i capelli rigorosamente rasati e l'espressione crudele
-Ma prima di disfarci di questo fallimento- continuò Lord Krijues -devo darvi una brutta notizia miei cari-
-Purtroppo il nostro più grande obbiettivo, la penetrazione in Inghilterra, è fallito.-
Tutti fecero un 'no' di dissenso, Ryan era rimasto zitto tra Tonny e Mulciber, ma Lord Krijues si girò verso di lui e lo chiamò
-Vieni Ryan, oggi ti dò l'onore di farlo al posto mio-
Ryan capì che cosa stava richiedendo il suo padrone
-Uccidila- ordinò Lord Krijues
La preside della sua vecchia scuola lo guardava con gli occhi tristi, Ryan immaginò gli occhi di sua madre poco prima di morire, la sua mano tremò leggermente, la gola era secca, ma alzò la bacchetta e la puntò contro la fronte della donna, che abbassò il capo, in segno di arresa
-Avada Kedavra- le sue parole furono ferme e dalla punta della sua bacchetta uscì un fascio di potente luce verde che colpì la donna, Ryan vide la luce abbandonare i suoi occhi e il suo corpo accasciarsi
-Bene, Ryan Thomas, benvenuto nel mondo-

Poco dopo, quando tutti se ne erano andati, Ryan urlò alla notte il suo malessere e pianse, tutte le lacrime che non erano uscite negli ultimi due anni che adesso erano incontrollabili, urlò al buio, calciò i sassi, ma la notte rimase quieta e questo fece capire al ragazzo che la solitudine era e sempre sarà la sua compagna.
Non realizzava quello che aveva fatto, ma meglio così, era stato costretto a trascinare il corpo fino a quel precipizio, Lord Krijues aveva ordinato che lo gettasse, così che nemmeno le autorità babbane avrebbero potuto trovarlo.
Ryan guardava ancora la donna che aveva ucciso, gli occhiali si erano spaccati in due, la bocca era quasi stirata in un sorriso e gli occhi erano chiusi, se non avesse visto chiaramente la luce abbandonarla, Ryan avrebbe giurato che dormisse.
Prese la sua mano fredda e le tolse la fede matrimoniale, aveva reso qualche ragazzo orfano, proprio come lui, però almeno quel ragazzo aveva un padre che sicuramente gli voleva più bene del suo.
Si fece coraggio e la prese in braccio, poi, piangendo ancora più forte, lasciò che il suo corpo si dilaniasse nelle rocce, fino al fondo di quel precipizio.

Di padre in figlio- CAPITOLO 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora