5 -Principio di azione e reazione
Ancora seduto dietro al bancone di quel bar nel centro di Dubai, Oboro tirò un profondo sospiro sfatto.
"Il conto grazie!" Asserì rivolto al barista.
Non poteva restare rintanato dentro quel locale in eterno. In un modo o nell'altro, bisognava trovare il modo per rimediare a tutto quel casino.
"Riscaldare?" Domandò ancora il barista, riferendosi hai due caffè ordinati al suo arrivo, messi da parte per lui, in attesa li portasse via con sé.
"Sì grazie!" Confermò, ripromettendosi di lasciare una mancia extra a quel tipo per la pazienza con cui lo aveva sopportato.
Nell'attesa, si voltò verso le ampie vetrate della caffetteria araba, osservando quel cielo limpido tinto solo da qualche lieve e vaporosa nuvola che fluttuava libera.
Come gli sarebbe piaciuto trasformarsi in una nuvola, così da non doversi più preoccupare di nulla.
"Come la risolvo adesso?" Tornò a borbottare tra un lamento e l'altro, ripensando a come si erano cacciati in quella situazione.
Ripensandoci bene... Tutto il loro rapporto era sempre stato un totale casino. Un miscuglio di sentimenti indefiniti e mai chiariti, che li avevano portati fino al punto di rottura.
"Come ci siamo cacciati in questo casino?" Tornò a chiedersi.
Già! Come ci erano finiti dentro quel susseguirsi di stronzate? Accumulate l'una sull'altra?
Poi pagò il conto, consegnando una mancia extra al barista che lo ringraziò sinceramente, afferrando i due caffè uscendo finalmente da quel locale.
Un volta fuori, rialzò il naso verso il cielo azzurro, tornando a scrutare le nuvole con un pizzico di malinconia, con i raggi del sole caldi e luminosi, irradiare l'intera città.
Come ci erano finiti in quel casino, se lo chiedeva fin troppo spesso, da tanto ormai. Eppure, sapeva benissimo come ci erano finiti in quel vortice.
Era cominciato tutto, durante quel loro secondo anno di liceo.
"Ed è tutta colpa mia..."
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Quell'anno, il mese di Settembre si stava rivelando particolarmente freddo e uggioso. La scuola era cominciata da appena due settimane, portando giorni carichi di piggia e mal tempo, che non sembravano voler dar tregua agli abitanti della metropoli statunitense.
Seduto al proprio posto, Oboro osservava la pioggia cadere su San Francisco malinconico, non prestando nemmeno attenzione alla lezione tenuta dall'insegnate di storia. Percepiva il cuore stretto in una morsa da settimane. Quasi come se gli mancasse il respiro.
Rilasciando un profondo sospiro, voltò la testa di appena un paio di centimetri, concentrando la sua attenzione al giovane seduto di fronte a sé, che non staccava lo sguardo dalla finestra per nessun motivo. Lo sguardo perso nel fissare la pioggia bagnare le fronde degli alberi, con una mano premuta sulla bocca e quei suoi splendidi capelli chiarissimi, legati in un semi raccolto arrangiato.
Hizashi, non la stava prendendo affatto bene.
Preoccupato, osservò con la coda dell'occhio il banco vuoto alle sue spalle, stringendo le labbra imponendosi calma. In un modo o nell'altro, doveva trovare la forza per aiutarlo, ma si era ripromesso di non mettere da parte Nerumi mai più, anche se si era mostrata molto comprensiva di fronte a quella terribile situazione.
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La legge di Newton (Alternative univers-threesome)
FanfictionDal testo: * D'altronde... Proprio come affermava la legge gravitazionale di Newton: Nell'universo, i corpi si attraggono con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro dis...