1- Metodo sperimentale di Galileo

230 22 6
                                    


1- Metodo sperimentale di Galileo




A San Francisco, Settembre si prospettava sempre un mese bellissimo, con quelle sue piacevoli temperature ancora calde e piacevoli tipiche della California. Ma la scuola era appena iniziata, e prevedeva di già grandi sacrifici, per intraprendere quel primo anno di superiori nel miglior modo possibili, senza lasciarsi alle spalle nessuna lacuna. 

Seduti dietro quel tavolo di casa propria, completamente immersi in quella stra-dannatissima lezione di scienze, in neo quattordicenne si vedeva perso in quell'intensa spiegazione riguardante il Metodo sperimentale inventato, dal grandissimo Galileo Galilei. Fisico, astronomo, filosofo e matematico italiano vissuto tra il 1564 e il 1642, portata avanti dal suo migliore amico. 


"Mi segui Hizashi?"

"No! Mi sono perso!... Io non ci capisco un accidenti di scienze Oboro!" Si lagnò il ragazzo con i capelli biondi, legati alla bene e meglio, crollando con la faccia premuta sul tavolo del soggiorno implorando pietà. 

Pazientemente, il giovanotto con i capelli di un candido biondo platino, tirò un profonda boccata d'aria ad occhi chiusi, sforzandosi di trovare un modo più semplice per far comprendere all'altro, la differenza tra: volume, massa, densità e peso specifico, dando un'occhiata rapidissima a Shota che era entrato nel modo dei sogni con la faccia spiaccicata contro il tavolo.

Armandosi di tanta, tanta pazienza, Oboro Shirakumo, 14 anni appena compiuti il 5 Maggio, ricominciò quella spiegazione interrogandosi su come un tipo come Hizashi Yamada; praticamente genio indiscusso nelle materie letterarie, fosse totalmente incapace di comprendere la chimica. 

-Scommetto che se glielo spiego in latino lo capisce! Peccato solo, non conosco il latino!...- Si lamentò tra sé sospirando pesantemente, tornando ad incrociare quei suoi bellissimi occhi chiari.  

In matematica bene o male si arrangiava, masticando discretamente tutti i suoi vari rami, anche se non ne andava matto. Ma tutto ciò che era legato alle varie diramazioni della Chimica, per lui rimanevano un dilemma irrisolvibile.   

Dopo una lunga e accuratissima spiegazione, che agli occhi di Oboro apparve molto semplice e basilare, il ragazzo tornò a rivolgersi al biondino, trovando i suoi occhi verdi anche più confusi di prima, dietro la montatura dei suoi occhiali da vista. 

"La tua espressione non mi aiuta 'Zashi!..." Si espresse non troppo convinto, adottando quel nomignolo che lui stesso aveva inventato alle elementari.

"HAAAAA!!!!!! IO NON CI CAPISCO NULLA! SHOOOO! AIUTAMI TU!...."

Risvegliato da quelle urla che si erano abattutte dentro quella stanza con la potenza di un cataclisma, Shota Aizawa balzò in piedi con sguardo allucinato, guardandosi intorno confuso.

"Cosa? Che succede?" Esclamò il ragazzo con i capelli neri, venendo risvegliato di colpo, trovando i volti dei suoi due migliori amici fissarlo contrariati. 

"Che avete da fissarmi così?"

"Smetti di poltrire è aiutami! Sono 2 ore che Oboro prova a spiegarmi questo dannatissimo metodo scientifico! Ma continuo a non capirci un accidenti!" Esclamò Yamada sempre più incazzato gesticolando nervosamente.

Per Shirakumo era facile! La sua mente era era particolarmente complessa quanto geniale. Possedeva un quoziente intellettivo più alto della media, che lo rendeva un vero genio in matematica a scienze, ma allo stesso tempo affetto da una forma di dislessia, non particolarmente grave, ma che gli causava qualche serio problema con le materie letterarie. 

La legge di Newton (Alternative univers-threesome)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora