3 -Legge di inerzia

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3 -Legge di inerzia



Il Natale;

Sì sa che negli Stati Uniti d'America, il Natale è vera e pura magia; ma quell'anno, quella festività si era appena trasformata in una tortura estenuante. Decisamente, la peggiore delle sette pieghe d'Egitto!

"Come diavolo ci siamo finiti qui!?" Sbottò Aizawa, mentre molto annoiatamente conficcava il cucchiaino nella seconda fetta di torta appena servita dalla cameriera, trafiggendo Shirakumo con i suoi sottili e penetranti occhi neri.

"Inizio a stufarmi anche io!..." Si associò l'albino annoiato, seduto da ore sulla sedia della caffetteria di quel centro commerciale.

"Se osi trascinarmi ancora con te... Giuro che non risponderò delle mie azioni!" Ringhiò sempre più seccato, infuriato e scocciato il moretto.

"Non immaginavo ci avrebbero impiegato tanto!? Dovevano solo fare un piccolo giro per negozi!"

"Che se lo facciano da soli il giro per negozi! Io questa tortura non ho più intenzione di subirla!"

Oboro sgranò gli occhi, sempre più allibito dall'irritazione mostrata da Shota, tornando a bere il suo milk shake alla fragola, abbandonandosi ad un sospiro stanco.

"Ma non si odiavano quei due?" Tornò a lamentarsi il neo quattordicenne con i capelli neri, dando una rapida occhiata all'ora.

"Che vuoi che ti dica!... Comunque io lo avevo detto che sareste diventati ottimi amici!" Con grande sicurezza, Oboro inarcò un sopracciglio accusatore con espressione trionfante rivolto all'altro.

"Con Hizashi va d'accordo! Non con me!" Appurò il minore, sempre più seccato.

"Ci hanno pure strascinati qua dentro!..." Tornò a lagnarsi fiaccamente Oboro, stufo di star lì ad aspettare la sua ragazza e il suo migliore amico, andati a far compere.

"Andiamo via Oboro!... Che tornino a casa da sole le fascion victim!"

"Non possiamo! Chi le sente poi?"

Da prima il moretto si lagnò disperato e stanco di sopportare così tante ore d'attesa, mentre quelle due malate di shopping gironzolavano per il centro commerciale sperperando denaro come se non ci fosse un domani. Per poi abbandonarsi alla rabbia, afferrando Shirakumo per un braccio provando a trascinarlo via con la forza. Abbandonando l'idea nell'accorgersi che non riusciva a spostare l'amico nemmeno di un millimetro.

"Sho... Sai che non puoi nulla contro di me!" Ridacchiò l'albino divertito.

"Sono solo indebolito a causa... Di tu sai cosa!" Marcò il minore, mentre l'altro se la rideva sguaiatamente incrementando soltanto la sua irritazione.

"Non appena starai meglio, dovresti fare un po' di palestra! Per migliorare la muscolatura!"

"Lo so!... Me lo ha consigliato anche il medico."

Non staccando lo sguardo da Shota, Oboro sentì una dolorosa fitta premere nel petto, preoccupatissimo per lo stato di salute del suo migliore amico. Raramente si perdevano dietro a lunghi discorsi legati a quel male che già da due anni lo affliggeva. Eppure lo vedeva sempre più stanco ultimamente, oltre all'aver aumentato il dosaggio dei farmaci e quelle macchie violacee sparse sul suo corpo, che non miglioravano.

-Sta sempre più male! Devo parlarne con i suoi genitori!- Si ripromise sforzandosi d'apparire il più naturale possibile.

"Perché non andiamo a fare un giro anche noi? Almeno così ammazziamo il tempo!" Sfoggiando un espressione raggiante, il maggiore attirò l'interesse dell'altro.

La legge di Newton (Alternative univers-threesome)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora