13 -Leggi ponderali

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1, 2, 3, 4 secondi. Poi 5, 6, 7....

Agitandosi nervosamente su quella sedia non smettendo di fissare l'orologio da parte del soggiorno, la donna osservava le lancette spostarsi di appena qualche minuto indicando esattamente le 17:10 del pomeriggio.

Anche più nervosa, tornò a fissare il cellulare pregando di trovare un messaggio che la aiutasse a comprendere cosa stava accadendo dall'altra parte del mondo al momento. Rilasciando un sospiro pesante, la donna dai lunghissimi capelli scuri attualmente legati alla meno, esasperata da quell'attesa, inviò l'ennesimo messaggio, rimanendo in attesa ancora un po'.

Cedendo alla tensione, si alzò in piedi stringendo quel maledetto aggeggio tra le mani cominciando a girare per casa, facendo avanti e indietro in attesa, calcolando velocemente il fuso orario.

"Rispondi!.. Su, rispondi!" Pregò. Ma nulla! Niente di niente.

Non riuscendo più a sopportare tanta tensione, sbloccò il telefono, facendo partire la chiamata, dando prima un rapido sguardo fuori dalla finestra, mentre attendeva che qualcuno si degnasse di risponderle dall'altro capo del cellulare.

*

E quando finalmente, Oboro riuscì ad armarsi di coraggio, attraversando quel corridoio che conduceva alla camera d'albergo che condivideva con Shota e Hizashi. Balzò letteralmente per aria con il cuore in gola, rischiando di far rovesciare i caffè che aveva acquistato poco prima, leggendo il nome di Nemuri lampeggiare sullo schermo dello Smart Phone, rispondendo rapidamente.

"Finalmente!" Sbottò lei.

"Nemuri?! Che c'è?"

"Dove sei? Avete parlato?" Partì lei spedita. Ci sperava tanto che si riappacificassero, teneva tanto a tutti a tre.

"A dire il vero... Ancora no!.."

"CHE SIGNIFICA ? ANCORA NO?!" Gli urlò letteralmente non riuscendo a capacitarsi della codardia appena mostrata da quell'imbecille cronico.

"Oboro!" Esordì, mentre il giovane di accasciava a terra con la schiena premuta contro una delle pareti del corridoio, fissando la porta della sua camera da lontano.

"Ti consiglio di non farmi agitare! Sai che non è consigliabile far agitare una donna in gravidanza!" Marcò ancora, carezzando il pancione bello pronunciato.

L'albino si morse il labbro inferiore tra i denti non sapendo cosa dire, mentre rivangava quanto accaduto, faticando ancora nel trovare una spiegazione plausibile.

"Scusami! E che i-io...Che faccio Nemuri? Non lo so!..."

"Va là! Affrontali, e chiaritevi una buona volta!"

"E se va male? Questa è la volta buona che tuo marito mi uccide!" Si ritrovò nel constatare, mentre immaginava quelle grosse manone chiarissime strangolarlo, fino a esalare l'ultimo respiro.

E rilasciando un pesante sospiro anche più esasperato, Nemuri si batté una mano in faccia. "Rilassati! Se avesse voluto uccidere qualcuno... Lo avrebbe già fatto tre anni fa!" Aggiunse rivangando rapidamente quell'orribile storia, preferendo dimenticare.

"Tu, non hai nulla da temere. Sai meglio di me, che sotto quella montagna si nasconde un gran cuore!" Continuò. "E ora datti una mossa e vedi di risolvere la cosa in fretta!"

"Il timore di mandare tutto a puttane ancora... Mi sta lacerando!" Si ritrovò nell'ammettere Oboro con molta sincerità, stringendo una mano sulla maglietta all'altezza del cuore. Lo sentiva pompare incontrollato, ad una potenza inaudita, attendendo una risposta da quella, che ara diventata la sua migliore amica.

La legge di Newton (Alternative univers-threesome)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora