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♪♯♪ Capitolo 32 ♪♯♪

Usciamo la mattina presto. Gli zii acquisiti e gli zii veri fanno da guida. Dicono di metterci più di un'ora per arrivare a destinazione perché dall'albergo è molto lontano il luogo dove si deve salire sulla collina. Saluto i Tre Re e i fratellini la mattina e non dimentico di dire che mi metterò in contatto con loro se ce ne sarà la possibilità.

Adesso la cosa vedo a parte il cielo, sono solo alberi di un verde brillante tutto attorno a me. Mi sembra di non essere stato in mezzo alla natura per così tanto tempo da essermi quasi dimenticato com'è la natura vera.

Più saliamo, più il clima diventa freddo. Non sono abituato al freddo perché vivo in una città universitaria da anni, a differenza della persona al mio fianco che cammina tranquillo completamente. Solo ha vissuto sempre all'estero e non è stano che lui sia abituato a questo clima. Probabilmente ha avuto più freddo nei luoghi in cui ha vissuto.

"Hai molto freddo?" Me lo chiede per la terza volta, preoccupandosi anche troppo. Anche se sa che me lo ha già chiesto, non riesce a trattenersi. Mi ha fatto indossare diverse maglie una sull'altra fino a che non potevo indossarne altre.

"Un po'." Rispondo sincero, perché il mio corpo può essere caldo, ma le mani sono fredde come ghiaccio.

"La guida ha detto che arriveremo presto:" Jay, che cammina davanti a noi, si gira a parlarci. Annuisco perché sento che balbetto ogni volta che provo a parlare.

"Guitar:" Solo mi chiama e mi tira per la mano, poi mi guarda con fare truce. "Hai le mani fredde. Non mi dire che non non ci sono le tasche nella tua giacca!"

Non rispondo nulla ma gli stringo forte le mani. Come le sento, mi viene trasmesso tutto il suo calore.

"Perché le tue mani non sono frede?" Lo guardo e nemmeno la sua maglia o i suoi pantaloni hanno le tasche. In più indossa solo una maglia a maniche lunghe sopra ad una con le maniche corte.

"Sono abituato... E poi non sono così caldo, al contrario sono le tue mani che sono fin troppo fredde."

Annuisco perché so che non riuscirei a parlare. Solo mi capisce e non chiede altro, si limita a camminare tenendomi per mano. Alla fine io non faccio altro che seguirlo e guardami attorno, fino a che vedo che il gruppo di persone si sta allontanando. Stanno agitando le mani per chiamarci.

"Ci stanno aspettando." La guida si gira a dirci con un sorriso.

Più ci avviciniamo, più io vedo il gruppo di persone laggiù più chiaramente. C'è una signora in mezzo a delle persone in piedi. Vicino c'è un gruppo di circa venti bambini di diverse età. Indossano vestiti เก่า vecchi, sovrapposti uno sull'altro. Anche se sembrano infreddoliti, quei ragazzi mi sorridono e agitano le mani allegri.

Guardo quell'immagine con sentimenti diversi. Sono stato io stesso in una situazione molto simile, ma ha avuto la fortuna di avere una possibilità. Avevo Mamma Yai che mi ha aiutato fino a rendere possibile questo giorno.

"Guitar..." La mano che tiene la mia me la stringe un poco. Solo mi guarda preoccupato, forse perché mi vede distratto e smette di camminare. "Non ti preoccupare."

"Certo." Scuoto la testa e gli sorrido felice restituendogli la stretta e trascinandolo, visto che se ne stava lì immobile.

"La maestra... Maestra, è arrivato!"

"Lui è l'ospite, vero Maestra?"

La Zia in piedi in mezzo ai bambini mi rivolge un sorriso quasi a scusarsi. Lei ferma i ragazzi, che rimangono immobili, e viene verso di me.

"Sei il nipote della Maestra Yai, vero?"

Sto per rispondere di sì, ma prima di poterlo fare, due ragazzini corrono verso di me e mi prendono le mani e le agitano.

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