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♯♪♯ Capitolo 16 ♯♪♯

La settimana degli esami di metà semestre è arrivata prima di quanto pensassi. Soltanto la settimana scorsa siamo andati in gita ma non appena siamo tornati abbiamo tutti affondato la testa negli esami e la stessa cosa vale per me. Il peggio è che devo anche lavorare e questo mi fa perdere molto più tempo degli altri. Per quanto riguarda Solo, sembra si stia esercitando duramente. Ha detto che i suoi esami sono per la maggior parte pratici. Prima aveva tempo di venire a incontrarmi al lavoro, ma adesso è arrivato a doversi esercitare di notte. Appena finisce viene a prendermi per tornare insieme.

Ding.

Sorrido alla persona che è appena entrata e tenendo in mano un bicchiere di latte gli vado incontro come tutte le volte. Solo mi lancia uno sguardo e allunga una mano per prendere il bicchiere dalla mia senza incrociare il mio sguardo o dire niente.

Faccio finta di non capire e gli do il latte tutti i giorni come sempre, ma ancora il broncio non è sparito.

È passata una settimana da quando siamo tornati dal mare, ma Solo ha ancora la sua faccia inespressiva e non mi rivolge la parola. Se gli chiedo qualcosa, risponde a monosillabi e non mi guarda. Se gli sorrido gira la testa da un lato. Ma visto che fa ancora tutto come prima, che sia dare o ricevere o aspettare per bere il latte, il suo broncio è talmente carino che non voglio fare pace con lui.

Solo tiene il broncio per via di quel giorno al mare in cui me ne sono davvero andato a dormire nella camera dei miei amici. Mi ha chiamato a lungo ma non gli ho aperto la porta. Non appena si è fatto giorno, mi sono sentito in colpa quando ho visto i suoi occhi: erano quelli di uno che non è riuscito a dormire. Una volta saliti in macchina per tornare, la persona seduta al mio fianco ha tenuto il viso girato dall'altra parte per evitare di parlarmi ed è collassato contro il finestrino. Gli ho detto di appoggiare la testa sulla mia spalla ma non mi ha dato retta, tanto che ho dovuto costringerlo ad appoggiarsi. All'inizio ha provato a divincolarsi, ma quando ha visto la mia faccia ostile ha capito e alla fine ha abbassato le orecchie senza energia si è arreso ubbidiente.

Il modo in cui tiene il broncio ma nonostante tutto ubbidisce può solo essere definito tenero.

Solo si alza tenendo in mano il bicchiere di latte e lo va a lavare nel lavandino come tutti i giorni in cui passa di qua. Una volta finito di lavarlo, prende la mia borsa con le chiavi del negozio dal bancone ed esce ad aspettarmi fuori. Aspetta che io lo segua fuori, poi si gira e chiude a chiave il negozio. Infila le chiavi nella mia borsa e mi lancia un'occhiata senza dire niente. Appena io gli sorrido, assottiglia gli occhi per evitare di guardarmi e cammina verso la macchina.

Mi chiedo se così sia sufficiente...

Anche se il suo modo di fare mi sembra tanto carino, temo che se continuo a lasciare le cose come stanno, il suo malumore potrebbe peggiorare fino al punto da non sapere come poter fare pace con lui.

"So."

Non si volta a guardarmi, dev'essere assorto nella guida. Fa come se non mi avesse sentito, allora allungo una mano a punzecchiarlo piano fino a che non si gira a guardarmi.

Bene.

"Studiamo insieme?" Sorrido quando vedo che la sua espressione immobile inizia a mostrare una reazione. "Studio nella mia camera ma è calda... Posso studiare con te?"

"..." Rimane ancora in silenzio ma gli occhi iniziano a brillare e anche gli angoli della bocca si alzano un poco. Ma la cosa importante è che anche le orecchie iniziano ad agitarsi.

"Non posso...?" Lo provoco facendo una voce morbida e rilasciando piano un sospiro. "Va bene... Non..."

"Chi ha detto che non puoi?!" risponde lui di getto. Io distolgo lo sguardo e osservo fuori dal finestrino per trattenere una risata.

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