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Capitolo 19

"So..." Richiamo la persona che sta per andare a farsi la doccia.Penso che sia arrivato il momento di parlare di questo argomento. Tutto il tempo passato in macchina mi fa tornare a pensare all'argomento. Più guardo la sua espressione, più ci penso.

"Si?"

"Va bene se imparo a guidare?"
Ormai ci ho pensato molte volte. All'inizio non avevo tempo, in più non ho una macchina e pensavo di non averne bisogno. Ma da quando viviamo insieme, Solo deve sempre accompagnarmi e non mi sento molto a mio agio. Senza contare che....

"Non vuoi essere una persona che non può fare niente quando io non sto bene."

Anche se non ho detto niente, l'immagine di Solo che non sta bene come l'altra volta mi balena in testa e non se ne va. Se all'epoca non ci fossero stati Jedi e Kao non so come avrei fatto. Portarlo fino al taxi davanti all'università sembrava ลำบาก difficile. Non posso non pensare che se avessi avuto la macchina, le cose sarebbero molto meglio.

Voglio essere una persona sulla quale lui possa fare sempre affidamento.

"Non c'è problema." Solo mi sorride e poi si avvicina a me che sono appoggiato al tavolo da pranzo. "Ma se vuoi imparare a guidare, ti insegno io."

"Ok. Se sei libero, insegnami."

Anche se non so quando sarà libero...

"Vai a farti una doccia prima. Io intanto cerco qualcosa da mangiare", dico e spingo in bagno il ragazzo che indossa ancora la divisa da calcio.

"Andiamo a bere là, va bene uguale."

"No", rifiuto. Gli lancio un'occhiata poco amichevole a lui che non accetta di preoccuparsi della propria salute. "Non puoi bere alcolici al posto di mangiare. Perché non ti preoccupi un po' di più per te stesso?"

"Guitar..." Solo mi chiama con voce bassa, mi si avvicina e si aggrappa al mio braccio. "Mi dispiace."

"Non mi sono arrabbiato." Sospiro e sorrido a questo cagnone dagli occhi grandi che mi guarda con aria หงอย abbattuta.

"Ma il tuo sguardo non è amichevole."

"Perché tu non ti preoccupi mai per te stesso... Sono preoccupato. Capisci la parola "preoccupato", mio caro husky?" Torno a parlare con un tono di voce normale e gli accarezzo piano la testa, per fargli capire che sono davvero preoccupato.

Sin da quando l'ho incontrato per la prima volta, Solo è sempre stato così. Non si preoccupa per sé stesso, non si prende cura di sé. Dopo aver ascoltato la sua storia, ho capito che è perché non ha nessuno che si preoccupi o che si prenda cura di lui. Adesso però le cose sono diverse da allora.

"Prima forse non avevi nessuno che si preoccupasse per te... Ma adesso hai me."

"Guitar.."

"Mi preoccupo per te... Ma non puoi aspettarti che ci sia sempre io a curarmi di te. Devi imparare a farlo da solo, hai capito?"

Ascolta e annuisce ma aggrotta la fronte come se in realtà non riuscisse a capire.

Seriamente, non penso che lui non si prenda abbastanza cura di sé. Solo sembrava aver fatto attenzione alle mie parole che quella volta ho continuato a ripetere, riguardo allo stare attento e lui aveva dato la sua parola. So che ha capito, ma penso che non sappia davvero cosa voglia dire prendersi cura di sé stesso.

"Come pensi di prenderti cura di te? Come pensi di stare attento a me?" Appena finisco di parlare, Solo alza gli angoli della bocca in un sorriso che prende il posto del cipiglio di prima.

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