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VERNA HARVEY BLEIL aveva ormai raggiunto settantatré anni, ed una serie di problemi clinici che le impedivano di dormire serenamente. Casa sua era sempre pulita ed ordinata, a causa del tempo libero in cui tentava di vincere, inesorabilmente, la noia: il soggiorno brillava come non mai; le camere da letto, ognuna in stile retrò, erano maniacalmente perfette; i bagni erano talmente lindi da poterci mangiare. Inoltre, aveva l'abitudine di nascondere caramelle e cioccolatini in ogni angolo cieco della dimora, come scorta per risollevarsi il morale.
Ormai, Margot conosceva tali nascondigli come le sue tasche, per cui non si stupiva più se, in mezzo alle doghe del letto, in uno scomparto segreto della scrivania in legno, tra i libri antichi che nessuno leggeva più, ci trovava leccornie alla frutta. Proprio per questo, c'era un lato di lei che era fortemente convinta che la cara nonnina gliele mettesse apposta per fargliele trovare, anche perché rinveniva sempre i suoi dolci preferiti.
«Quindi... Mi pare d'aver capito che è andata bene» ammise la giovane Bleil tenendo il telefono vicino all'orecchio. Con l'altra mano, invece, tentava di scartare un'altra caramella, aiutandosi con i denti bianchi come la neve.
«È andata più che bene!» squittì Allison dall'altra parte della cornetta. Margot sorrise all'idea di Scott che si tortura le tempie per ideare un regalo di compleanno all'ultimo momento: un appuntamento a sorpresa nel cuore della foresta, solo per loro due, pareva essere qualcosa proprio da lui. «Inoltre, è stato così carino e... E dolce. Sai, era la prima volta che un ragazzo faceva una cosa così premurosa nei miei confronti» continuò.
Margot non poté far altro che ascoltare l'amica cinguettare come un uccellino in piena stagione dell'amore. Era assai entusiasta per entrambi, così come lo era per la caramella ai frutti rossi che stava masticando lentamente. Poteva percepire ogni granello di zucchero cosparso su quella pallina gelatinosa e, per lei, era qualcosa di molto più lussurioso del denaro.
«Il bosco era così tranquillo e romantico. Abbiamo fatto una lunga passeggiata, gli uccellini che cinguettavano, l'odore delle foglie bagnate...» Allison sembrava star rivivendo quel momento con tutti e cinque i sensi «...Abbiamo parlato talmente tanto che mi sembra di aver finito la voce. Sarei voluta restare lì per sempre» canticchiò. «È assurdo, secondo te?»
«Beh, sarebbe assurdo se adesso non ne stessimo parlando» rispose la mora, biascicando come una bambina innocente. Allison soffocò una risata. «E i colloqui? Come sono andati?» chiese preoccupata, anche perché suo zio non le aveva fatto sapere ancora niente.
