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MARGOT ADORAVA I CAMPI DI GIRASOLE, nonostante il giallo, insieme all'arancio, fosse uno di quei colori che evitava a pier pari. Non che lo odiasse, è solo che non le stava bene. Ma i girasoli, quelle minuscole piante d'allegria che un santo ha voluto regalare alla terra, erano una delle poche cose che riuscivano a calmarla. Le ricordava un viaggio che aveva fatto nel Kansas con sua madre: i finestrini abbassati, il vento tra i capelli, il tramonto ad abbagliare la vista e solo una distesa di girasoli ad accompagnarle. Il sorriso di sua madre, quello di una donna che aveva appena pianto ma che, alla fine, era veramente felice. Era l'unica cosa che le era rimasto di lei.
«Hey! Hey!» Una voce la risvegliò da quel turbinio di ricordi. Il mondo idilliaco che la stava circondando, l'aveva abbandonata ad un'oscura notte di paura e angoscia. Si trovava ancora nella scuola, in compagnia dei suoi amici e con un lupo mannaro che tentava di squarciare loro la gola da una parte all'altra. «Hey!» ancora quella voce. Era Stiles che tentava di risvegliarla da quel sonno paralizzante. Teneva il volto di Margot tra le mani, calde ed accoglienti, mentre Scott osservava fuori attraverso un piccolo monocolo di vetro. «Sei con noi?» chiese dolcemente, mentre la ragazza difronte a lui tentava di riprendere conoscenza.
«S-Sì» la voce le tremava, le gambe pure.
«Dobbiamo andare, ora!» annunciò afferrandole la mano e trascinandola dentro una delle tante aule, seguiti dal loro amico, Scott, che teneva saldamente una grossa torcia di plastica gialla.
Una volta che vi erano entrati, quel tocco fugace si sciolse. I due ragazzi tentarono di spostare la cattedra per bloccare la porta mentre, Margot, ancora con la testa per aria, appoggiò la schiena alla parete, per poi lasciarsi scivolare fino a terra. «La porta non lo terrà fuori» disse con un lieve tono di voce, quasi impercettibile.
Scott e Stiles la guardarono: aveva ragione. «Lo so» rispose il primo.
«È il tuo capo!» esclamò il secondo.
«Che cosa?»
«Deaton! L'alpha è il tuo capo!»
«No!»
«Sì! Il lupo mannaro psicopatico!»
«Non può essere» rispose Scott assumendo un'espressione mista tra dubbio e perplessità. Il ragazzo conosceva Alan Deaton da fin troppo tempo, se costui era davvero ciò che temevano, come aveva fatto a non accorgersene prima?
