13. L'ho Promesso

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Il regno degli Oni era un posto lugubre che trasmetteva angoscia e tristezza.
Il cielo plumbeo, la natura appassita, morta.
Le foglie secche, corrose da terribili intemperie e di un colorito rossiccio-nerastro. Carcasse di animali che giacevano a terra semi-smembrate da animali così terrificanti da sembrare il prodotto di qualche storiella raccontata da una mamma per ammonire il proprio figlio.

Lì, dove tutta l'energia negativa aveva corroso ogni essere vivente, divorato linfa della flora e reso la fauna un pericolo per anche il più impavido avventuriero, era stato portato Izuku.
L'Oni che l'aveva rapito l'aveva incatenato alle caviglie ad una struttura di pietra in mezzo ad una piazza rotonda circondata da vari troni sui quali erano seduti quei mostri.
Sotto il cielo nerastro, a tratti striato di rosso come il sangue, era incredibile come i lampi che squarciavano lo strato di nubi oscure si riflessero nei sanpietrini che rivestivano a chiazze quella desolata distesa tra scheletri di vecchie costruzioni e massi erosi e distrutti.

Gli Oni erano esseri enormi, con uno o più corni che si ergevano dalla loro testa.
Alcuni avevano un terzo occhio posizionato sulla fronte ed il colore della loro pelle cambiava a seconda della propria forza o potere; rosso che indicava rabbia, lussuria, piacere.
Nero rivolto a morte, odio e putrefazione.
Spesso avevano bocche enormi da cui fuoriuscivano ingenti canini ricoperti di saliva.
La maggior parte delle volte apparivano semi-nudi con indosso solamente un perizoma o una veste tigrata e giravano con in mano un bastone di metallo con cui torturano le loro vittime.
Le punte coniche si conficcavano con ben poca forza nella carne e per un Oni la sinfonia delle ossa fracassate era pressoché un invito a continuare fino a ridurre in poltiglia un corpo.

Izuku tremava così tanto che i talloni rumoreggiavano sui sanpietrini lustri e gelidi.
I brividi non smettevano di scuotergli il corpo, le lacrime rimanevano curiosamente incastrate tra le palpebre e le lunghe ciglia.
Il cuore gli batteva con la stessa forza di un tamburo sotto lo sterno: tutto questo per via di quei mostri che, intorno a lui, erano completamente nudi e impegnati a masturbarsi le lunghe e spesse erezioni.

"C-cosa volete da me?" Pronunciò con voce acuta di isteria.

"Divertirci. Ci stavamo annoiando!" Gridò uno di loro scaturendo le risa dell'essere vicino a lui, colui che l'aveva rapito.

Izuku lo aveva vagamente riconosciuto dal forte odore che ancora faticava a riconoscere ma ora che lo osservava bene non poteva fare a meno di voler scappare e scalpitare, come se fosse stato accanto a una barca piena di pesci in putrefazione.

"Non mi toccare!" Esclamò Izuku facendo tintinnare le catene cercando una via di fuga.
L'Oni afferrò le catene con un improvviso scatto; le tirò trascinando il ragazzo sulla pietra, graffiandogli le gambe nude.
Una bassa risatina lasciò la sua bocca al suono di quell'agonia.
Guardò con curiosità le striature rosse e vivide che erano comparse sulle gambe e tra i brandelli del suo abito sulla schiena.

"Dai sbrigati! Lo vogliamo provare tutti! Gli umani sono così succulenti!"
L'essere gli afferrò il kimono per strapparlo definitivamente ma il verdino volle provare a ribellarsi.
Forse per collera o per folle paura, con violenza colpì il volto nemico con un calcio.
Il tocco contro quella mostruosità gli fece spalancare gli occhi lucidi e tremare ancor di più, ma trattenendo il fiato.

Oh, no...

Ciò che non aveva preso in considerazione, infatti, era il fatto che la natura di quelle bestie li spingeva a mangiare carne e bere sangue.

"E così sei  combattivo, non è così?" Sogghignò l'essere, mentre afferrava con la sua grossa mano unghiata il polpaccio sinistro di Izuku.
"Che buon profumo..." Seguitò con un ghigno mentre lo annusava.
Izuku trattenne a fatica un conato di vomito a causa dell'orrore di quelle narici bagnate che inspiravano a fondo il suo odore.
L'Oni lo sollevò come un sacco di patate e si divertì a farlo dondolare, sotto le risatine dei suoi compari.

Kami No Ai - L'amore del DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora