CAPITOLO TRE

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Fai qualsiasi cosa, ma lascia che produca gioia
Walt Whitman


Alle 18 tornai a casa per iniziare a preparami per la serata.

Dopo una bella doccia scelgo il mio look con calma, niente di sofisticato solo un paio di shorts corti e una canotta nera scollata con orlo in diagonale.
Non avevo portato chissà quali vestiti con me per quella settimana di vacanza solitaria in cui non era previsto di fare serata.

Capelli sciolti e solo un po' di mascara per risaltare i miei occhi verdi ereditati da mia mamma.
Scarpe basse e comode le mie preferite, data la mia statura già abbastanza alta non avevo un gran bisogno di tacchi, non li avevo mai apprezzati molto.

Avevo bisogno di sentirmi rassicurata anche dagli oggetti che mi circondavano e scegliere di non essere troppo appariscente mi dava più tranquillità.

Più si avvicinava l'orario dell'appuntamento più cresceva quella strana sensazione allo stomaco : era un misto di attesa e apprensione, quell'ansia conosciuta che mi aveva spiegato la dottoressa.

E' quello stato d'animo che ti prende prima di un esame o prima di un evento importante , la vivi e la affronti con consapevolezza, sapendo perché la stai provando e che una volta finito il grande evento svanirà anche la sensazione.

L'ho ribattezzata l'ansia facile.

Questa volta però insieme a questa ansia conosciuta c'era anche una grande aspettativa, non vedevo l'ora di vivere quel momento, di dimostrare a me stessa che ce la potevo fare , gridare al mondo che ero tornata, un importante banco di prova.

Dopo tanto lavoro fatto su me stessa non vedevo l'ora di iniziare un nuovo capitolo della mia vita curiosa di sapere cosa poteva succedere, aperta ora al nuovo.

Eleonora arriva a prendermi :

« Ciao splendore, pronta per un po' di divertimento? » mi chiede carica come una molla.

Ero pronta?

« Pronta! Andiamo.» rispondo cercando di rassicurarmi con le mie stesse parole e con fare spavaldo.

« Appena arriviamo beviamo qualcosa per scioglierci un po' ok? »
Mi sa che si è accorta della mia tensione... è sempre stata un'ottima osservatrice.
Una ragazza molto diversa da me, lei era una istintiva, si sapeva buttare nelle avventure senza troppa remore. Ma sapeva anche leggere le persone, aveva una sensibilità che le permetteva a pelle di capire chi aveva davanti e decidere in fretta se classificarlo tra i buoni o i cattivi.

« Si, mi serve proprio.» le sorrido grata per quella premura.

Eleonora sapeva essere un'ottima spalla d'appoggio.

In poco tempo arriviamo al bagno 18 già strapieno di gente in festa.

Lo stabilimento è ben tenuto e più grande rispetto agli altri della spiaggia, senza tavoli ne sedie per lasciare spazio agli avventori per ballare.
Luci strobo di vari colori a illuminare tutte le persone in feste.
Una sorta di discoteca sulla spiaggia.

Veniamo accolte dalla canzone ' Can't Hold Us ' di Macklemore & Ryan Lewis e mi inizio ad adattare alla serata, cercando di sciogliermi un po'.

Il bancone del bar preso d'assalto è irraggiungibile, musica alta, gente già in pista, alcuni gruppi di addii al celibato e nubilato, gioia, voglia di divertimento, carica, risate , VITA.

Guardandomi intorno cerco di calmarmi un po' , i battiti rallentano, il respiro rilassato e studio la gente che mi circonda : vedo ragazzi e ragazze che si divertono, a cui non importa niente di come sono vestiti gli altri o cosa fanno, sono tutti uniti nell'allegria e nell'evasione dalle solite vite. Nessun giudizio, solo festa e svago.

Ricomincio dal mare  ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora