CAPITOLO SEI

37 5 12
                                    

Confidarsi con qualcuno, questo sì è veramente da pazzo!
Luigi Pirandello

Vada per la buttata, non mi vergogno più di me stessa, di quello che ho passato, voglio presentarmi per quella che sono e se Lorenzo si farà dei pregiudizi su di me vuol dire che non perdo niente.

Via, apriamo la diga :

« Un anno fa mi sono lasciata con il mio ragazzo dopo 5 anni che stavamo insieme , ho avuto praticamente un crollo, ho iniziato a soffrire di attacchi di panico.
La prima volta era tardo pomeriggio, ero appena tornata a casa, ero sola, stanca dopo una giornata passata in università.
Ho iniziato a sentire mal di stomaco, sempre più forte, poi una nausea improvvisa, il fiato corto, non riuscivo a respirare normalmente, ero in affanno, tachicardia, sudori freddi, tremavo ed ero spaventata a morte perché non capivo cosa diavolo stesse succedendo, ero terrorizzata e non sapevo cosa fare.
Sono riuscita solo a chiamare mia mamma al telefono e tra un respiro accelerato e l'altro le ho detto di volare a casa che stavo male.
Dopo 5 minuti era lì con me, ancora tremavo, ancora spaventata, lei, non sapendo cosa fare, chiamò l'ambulanza. Una volta arrivata in ospedale mi hanno fatto alcuni esami : elettrocardiogramma, alcuni valori del sangue, una ecografia allo stomaco, io ero tornata a respirare normalmente nel frattempo ma mi sentivo esausta, volevo solo dormire, essere lasciata in pace. In ospedale mi chiesero anche se in quel periodo ero stressata o avessi motivo di ansia per qualcosa.»

Faccio una risata nervosa, faccio un respiro profondo e continuo il racconto, ne ho bisogno :

« Se fossi stata lucida avrei riso in faccia al medico : dopo cinque anni mi sono ritrovata cornuta (tra l'altro con una che credevo fosse mia amica), ho scoperto che non era la prima volta ma una delle tante, mi sono ritrovata completamente sola perché nel frattempo gli avevo permesso di farmi terra bruciata intorno, mancavano due esami e la tesi per laurearmi ma avevo fallito miseramente il penultimo esame... direi che di motivi ne avevo da vendere per essere stressata.
Dagli esami risultava che ero sana come un pesce quindi diagnosi di attacco di panico.
E fu così che iniziai un percorso con una psicologa per gestire tutto quanto.
Insomma sono impazzita. » cerco di alleggerire il tutto con una alzata di spalle, un mezzo sorriso e lo sguardo verso il mare in attesa di sentire un tono di compassione e una scusa per darsela a gambe.

« Allora siamo amici di follia! Wow! » dice quasi contento Lorenzo.

Questa reazione proprio non me l'aspettavo, mi lascia spiazzata.

Di solito se racconti una cosa del genere ti rispondono comprensivi, con un po' di pena o con il classico " eh capisco anche un mio cugino di terzo grado da parte di nonna paterna ha avuto una cosa così ..." e invece lui è contento.

Mi giro con volto interrogativo e sopracciglio alzato aspettando una spiegazione.

Di tutta risposta tira su la manica della sua t-shirt indicandomi un punto del suo interno braccio.

Mi distraggo subito ad osservare bicipite, tricipite, tutto il braccio tonico senza essere troppo pompato, le sue vene che danno quel tocco sensuale che non mi so spiegare ma le trovo intriganti.

Le vorrei accarezzare con le mie dita e seguire il percorso che disegnano lungo tutto il suo braccio.

Poi mi concentro solo sul punto indicato in cui avevo già notato in precedenza un piccolissimo tatuaggio senza capire bene cosa fosse.

Lo illumino con la torcia del telefono e vedo che è il personaggio della rabbia del cartone Inside Out.

Continuo a non capire.

« Beh se uno si pente di un brutto tatuaggio non è folle è solo un ripensamento....» butto lì senza sapere bene cosa dire.

« Non è il tatuaggio in se ( che per la cronaca mi piace tantissimo e non osare mai più dire che è brutto ) è quello che rappresenta. » mi sorride dolcemente, gira lo sguardo verso il mare e inizia a raccontare :

Ricomincio dal mare  ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora