CAPITOLO DICIOTTO

24 5 2
                                    

È meno dannoso sbagliare nell'agire che essere indecisi e tergiversare sempre.
Baltasar  Graciàn

Domenica mando un messaggio alla dottoressa Anna per chiederle un incontro, lei risponde solerte dicendomi che già il giorno dopo ha posto per me.

Lunedì finito di lavorare vado all'appuntamento, entro in quello studio così familiare per me, divenuto nel tempo un posto sicuro.

Lo studio è una stanza con un bel tavolo di legno, due sedie da una parte e una dall'altra, quella della dottoressa.
A fianco della scrivania ci sono due poltrone beige e la classica sdraia da psicologo, purtroppo non l'ho mai provata!
Appesi alle pareti vari quadri, tutti che ritraggono posti rilassanti e attività in mezzo alla natura.
Vicino alla scrivania una lampada per profumare l'ambiente.
Adoravo quell'odore di incenso non troppo forte ma inconfondibile appena entravo nello studio.

Ricordo ancora il mio momento di " adesso basta" avvenuto lungo il mio percorso.
Erano giorni che non sentivo più nessuna ansia ma provavo una sensazione di apatia, non volevo fare nulla e non mi interessava niente.
Faticavo a mangiare e a stento sentivo i morsi della fame, volevo solo dormire e dimenticare qualunque cosa.

Andai dalla dottoressa per il solito appuntamento settimanale e le dissi come stavo.
La dottoressa preoccupata mi disse che era uno stato depressivo e che, anche se lei non era per le medicine, se volevo potevamo valutare di provare ad utilizzarle per tenere sotto controllo questo nuovo stato.

In quel momento mi è scattato un click dentro, la vecchia me è uscita dall'oscurità in tutta la sua prepotenza.

Io depressa? No, adesso basta, va bene l'ansia per un periodo difficile ma la depressione non la accetto!
Non sono assolutamente questa persona!

Ho rifiutato assolutamente le medicine e ho iniziato davvero a lavorare su me stessa ed è iniziata la risalita, non ho più avuto attacchi d'ansia, qualche volta avvertivo le prime avvisaglie, mal di stomaco e battito accelerato, ma del tutto gestibile.
Mi ero ributtata sullo studio, mi ero riorganizzata le giornate, mi ero ricreata una routine quotidiana e nuove abitudini per avere nuove sicurezze e nuovi obbiettivi.
Per sgomberare la mente andavo a correre, facevo ginnastica, e scrissi la mia tesi di laurea facendo ricerche, andando in biblioteca, mi rimboccai semplicemente le maniche.

La dottoressa mi accoglie con il solito sorriso rassicurante, ci accomodiamo nelle poltrone.

« Come va Giulia, che succede?» mi chiede in tono premuroso.

« Lorenzo ha avuto un attacco d'ira davanti a me e mi ha allontanata da lui.» e ripercorro dall'inizio la storia con Lorenzo, com'è iniziata, gli alti e bassi, i confronti e le chiacchierate che abbiamo avuto, i nostri bei momenti passati insieme e l'episodio che ha rovinato tutto.

Durante tutto il racconto rivivo le forti emozioni, dalla felicità al dolore di averlo perso forse per sempre.

« Sono venuta subito da lei perché non volevo tenere un nodo dentro di me e stavolta questo dolore lo voglio vivere subito. Anche se la nostra storia è durata poco lui mi ha saputo dare tanto : fin da subito mi ha capita, rispettata, quando ci siamo messi insieme si è aggiunto alla mia vita senza tentare di prevaricarla, senza volerla cambiare e abbiamo costruito insieme i nostri spazi senza dover rinunciare al resto. Non so cosa fare adesso. Arrendermi , accettare che sia finita e affrontare il domani senza di lui o ritentare di nuovo, parlargli almeno, aiutarlo. Non so nemmeno come sta adesso.» e di nuovo lacrime che scendono.

Penso di aver pianto più in questo studio che nel resto di tutti i luoghi della mia vita. In fondo serve anche a questo la terapia : sciogliere i nodi, lasciare uscire tutto senza freni e in piena sincerità.
Affrontare anche quelle verità che si tenta di tenere nascoste in un angolino perché dirle ad alta voce spaventano.

Ricomincio dal mare  ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora