CAPITOLO DODICI

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Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita
Confucio


Inizia una nuova settimana e inizia anche la mia nuova avventura lavorativa.

Arrivo con un quarto d'ora d'anticipo tanta è la voglia di iniziare.
Mi fermo a guardare il mio nuovo posto di lavoro piena di aspettative : un edificio a forma di L tutto a un piano con grandi porte finestre per far entrare più luce naturale possibile.
All'interno la scuola d'infanzia è suddivisa in quattro sezioni molto spaziose e tutte con pavimento in parquet ben tenuto.

Tanti giochi e soprattutto tanti libri, le pareti sono ricoperte da tante foto dei bambini con descritte le varie attività ma soprattutto il percorso pedagogico offerto da questa scuola.
All'esterno un bellissimo parco con tante piante a creare un'ombra perfetta per i mesi più caldi.

Tramite una donazione di alcuni genitori era addirittura stata installata una grande casa sull'albero per cui, neanche a dirlo, i bambini andavano matti e grazie alla quale si potevano effettuare tanti laboratori di osservazione.

Già dal primo giorno mi faccio assorbire da quel nuovo mondo fatto di attenzione per i bambini in ogni momento, inventiva nei giochi, osservazione, memorizzare nomi e abitudini di tutti, prendere confidenza con gli ambienti.

« Come sta andando? Ti stai ambientando?» chiede gentile Giovanna durante la pausa pranzo mentre aiutiamo i bimbi ad apparecchiare.

Per cercare di responsabilizzare un po' i bambini, Giovanna aveva ideato tanti ruoli per farli contribuire al momento del pranzo : i camerieri che aiutavano a fare i piatti, gli aiutanti apparecchiatori, gli aiutanti sparecchiatori, i pulitori, i versatori  d'acqua.

Tanti ruoli  per impegnare più bambini, farli sentire importanti con il loro lavoro e far crescere la classe come comunità.

« Si pian pianino sto prendendo il ritmo e mi riesco a relazionare bene con i bambini.» sorrido.

« Ti adorano e stai facendo un ottimo lavoro. Hai un buon feeling con i bambini.»
mi incoraggia.

« Un po' meno con alcuni genitori sinceramente. La mattina sono tutti di corsa, ti lasciano i figli e mentre stanno già tornando verso la macchina ti informano alla veloce che non hanno dormito o che non hanno fatto colazione. Invece al momento del ritiro ti tartassano di domande e non ti mollano più...» le confido.

« Eh si quella è la parte difficile del lavoro : i genitori!» ride di gusto Giovanna dall'alto della sua esperienza.

« Molti genitori vedono l'esistenza solo del proprio figlio senza entrare nell'ottica di comunità, condivisione e confronto. Cerchiamo sempre di spiegare il nostro mondo ma è difficile.» mi spiega co pazienza la mia mentore.

« Si è la parte più difficile, ma le conquiste continue dei bambini sono una soddisfazione più che sufficiente.» dico convinta e orgogliosa del mio lavoro.

Passano due settimane fatte di lavoro, qualche partita a beach, uscite con Ilenia e la vita trascorre senza sorprese, con il pilota automatico.

Prendo quel che viene senza aspettarmi grandi cambiamenti e mi adagio sulla mia nuova routine.

Anche se un po' apatica ho la mia piccola vittoria : nessun attacco di panico, nemmeno il mal di stomaco.
Quel male ormai familiare che mi prendeva verso sera quando desideravo solo rilassarmi e invece era lì, acuto, costante che mi teneva sempre in tensione sul chi vive... lo stomaco stretto in un pugno e quando vinceva lui si presentava la nausea.

Non sentire più quell'avvisaglia era già una grande conquista per me, un altro passo verso la guarigione, la mia libertà.

« Come sta andando col nuovo lavoro?» mi chiede Ilenia durante un nostro aperitivo.

Ricomincio dal mare  ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora