CHIAMAMI PER NOME

CAPITOLO 10

NORA

Nate ha appena ammesso di essere cotto di me e io vorrei diventare invisibile in questo preciso istante. Non sono abituata a questo lato dolce di lui. Ho sempre e solo visto il lato prepotente e scorbutico. Poi ho intravisto il lato gentile, mai mai il lato dolce. So che fa sul serio e voglio crederci davvero. Voglio dare una chance a noi perché me lo merito un lieto fine.

Jason e Camille sono troppo a loro agio per essere la prima volta che escono insieme. Conosco lei e so che è timida, ma è stata tranquilla e rilassata tutta la sera. Ci nascondo qualcosa, anche se Luke e Grace non vogliono crederci. Parlando di persone a loro agio, questi due sono veramente uguali. Hanno avuto le stesse reazioni a qualsiasi cosa abbia detto Nate per tutta la serata e sembrano amici da una vita. La cosa divertente è che non se ne sono nemmeno resi conto. Si muovono insieme e sembrano una coppia. Sono inquietanti. Quasi quanto mia cognata e mia cugina.

Nelly e Lina si alzano per andare a ballare e poco dopo vanno anche gli altri due. Sono quasi sicura che Lina voglia stuzzicare Jason e dove va lei va Nelly. E insieme fanno paura. Le guardo ridere e ballare insieme e prendere in giro i ragazzi che si avvicinano a loro. Che strane.

Nate mi circonda le spalle con il braccio e io appoggio la testa sulla sua spalla facendomi coccolare un po'. Sono in carenza d'affetto al momento.

—Sono parecchio stanca.— ho dormito poco negli ultimi giorni per una cosa che poi si è rivelata essere falsa. Non pensavo di poter perdere il sonno all'idea di un suo possibile matrimonio con un'altra donna. Non dopo un anno, almeno.

—Sembra che non dormi bene da parecchio— dice facendo dei cerchi sulla mia spalla con il pollice.

—Ho avuto parecchi incubi nell'ultimo anno— a dire il vero erano incubi a occhi aperti. Pensieri così terrificanti da obbligarmi a lavorare il più possibile e fare esercizio tutti i giorni per tenere la mente occupata.

—Vuoi parlarne?— chiede lui preoccupato. Adesso che so che tiene davvero a me è più facile capirlo. Non so ancora perché si sia comportato come se non gliene fregasse niente di me quando mi sono trasferita da lui la prima volta, ma è di Nate Diamond che parliamo e lui è un mistero vivente. Non è facile interpretare le sue azioni, perché non agisce come una persona normale.

—Non sono cose che si raccontano al primo incontro— dico sorridendo divertita. Quando prima ha fatto finta di non conoscermi al bar ho davvero faticato a non scoppiare a ridere. Non mi aspettavo che facesse così, ma lui è fatto così. Non si sa mai cosa aspettarsi che faccia.

Ride divertito ed è bello vederlo così rilassato. Parliamo del più e del meno. Gli racconto della mia attività e di come stia andando bene il locale. Gli racconto dei miei dipendenti e di tutto il gossip che gira in quel posto. Gli racconto della palestra e degli esercizi estremanti che mi fa fare il mio tutor, ma non gli dico che sono stata io a richiedere quella scheda. Anche se forse lui questo lo sa, perché mi conosce meglio di quanto io conosca lui, o me stessa.

Lui mi racconta dei suoi affari e delle nuove compagnie che ha acquisito e dei progetti che sta facendo con i giapponesi, che hanno firmato. La sua compagnia sta crescendo parecchio. Adesso sta per concludere un'acquisizione di una catena di alberghi e io rimango senza parole dalla quantità di cose che fa lui in un giorno, quando io riesco a fare sì e no il servizio al locale senza perdere la testa.

—Domani ho un pranzo a casa dei miei quindi me ne vado, ma lunedì vengo a trovarti— dice Grace spuntata dal nulla. Alzo la testa dalla spalla di Nate e la guardo male. Mi sta abbandonando. E sta andando via con Luke, che le tiene la mano.

—E lui anche ha un pranzo dai tuoi domani?— chiedo senza staccare gli occhi dalle loro mani intrecciate e loro le staccano con uno scatto. Sorrido divertita dalla sua faccia che diventa rosso peperone.