Capitolo 21 ~ Non sfidarmi

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Jess

Hector non mi ha lasciato neanche un secondo, esattamente come aveva detto. Le vertigini sono lievi adesso che ho passato gli ultimi minuti sdraiata su una barella. Persino il senso di smarrimento e la vista offuscata stanno migliorando. Mi sarei potuta risparmiare benissimo questa inutile visita di controllo se non mi avesse portata qui protestando. Sembra tanto in apprensione per me quanto negligente per la sua ferita. Non abbiamo fatto altro che battibeccare al riguardo in ambulanza. Si ostina a rifiutare le cure ed io sono davvero stremata per costringerlo a farlo. Mi auguro che cambi idea mentre attende in sala d'attesa che gli diano informazioni sul mio conto. Un po' mi sento in pensiero per lui a saperlo tutto solo là fuori visto l'evidente disagio che gli creano gli ospedali, ma non potevo portarlo con me a fare una TAC. Perciò è stato costretto ad attendere in corridoio.

«Non ci sono emorragie e contusioni cerebrali» mi rassicura la dottoressa Anderson dopo aver esaminato le immagini. «Hai una commozione cerebrale che dovrebbe risolversi spontaneamente. Devi riposare, evitare sforzi fisici e mentali e prendere del paracetamolo se il mal di testa si ripresenta» mi raccomanda. Annuisco. Conosco bene la prassi. Entro un paio di giorni dovrebbero sparire tutti i fastidi. «Meglio se non resti da sola per le prossime ore. Qualcuno deve assicurarsi che i sintomi non peggiorino e non si presenti qualche complicazione». Sto per garantirle che i miei amici mi faranno da balia quando Kyle fa il suo ingresso nella stanza, accorrendo allarmato verso di me nonostante si porti dietro ancora le stampelle. «Ti prego dimmi che stai bene!». Le sue mani si posano fulminee sul mio viso, accarezzandomi le guance. Quel gesto avventato, per quanto sia dolce, mi infastidisce perché mi coglie di sorpresa e non rispetta il mio volere riguardo il genere di rapporto che ho stabilito di avere con lui.
«Sto bene, non preoccuparti. Tiffany me lo stava proprio confermando». Mi sottraggo al suo tocco per non lasciare che approfitti della situazione facendo vagare le sue dita sul mio corpo, ma sembra non capire il motivo del mio distacco. «Mi hai spaventato a morte. Quando non ti ho visto arrivare all'incontro con Olsen ho pensato che fossi impegnata in sala operatoria, invece zio Jack mi ha detto della sparatoria». Il modo in cui la sua voce s'incrina, manifestando tutta la sua preoccupazione, mi porta a domandarmi se questo suo modo morboso di tenere a me sia davvero amore o semplice bisogno egoistico di sapermi ancora sua. «Sicura di stare bene? Perché non mi hai chiamato subito? Sarei corso da te». Perché anche se mi dispiace ammetterlo non sei più la prima persona a cui penso di chiamare quando mi accade qualcosa.
Tengo per me quel triste pensiero e mi limito a rassicurarlo. «Non è successo nulla. Non sono ferita. Ho solo sbattuto la testa nelle scale mentre Hector tentava di proteggermi».
«Che cosa? È stato lui a farti del male?». Distorce il mio racconto per dare peso all'unica scoperta che sembra davvero sconvolgerlo: la presenza di Hector.
«Non mi ha fatto del male. Mi ha salvata».
«Come diamine gli salta in mente di scaraventarti sulle scale?». Alza la voce, surriscaldandosi in fretta come avviene tutte le volte che Nowak entra a far parte dei nostri discorsi.
«Non mi ha scaraventato sulle scale! Mi ha solo...».
«Ok ragazzi, adesso basta discutere!»interviene Tiffany autoritaria. «Farla agitare non è l'ideale, Kyle. Ha bisogno di riposo e tranquillità al momento. Nessuna pressione inutile o ti faccio sbattere fuori all'istante» lo minaccia. Lui sbuffa, abbassa lo sguardo e si scusa. «Puoi lasciarci da soli? Ho bisogno di parlarle per un momento» chiede poi, approfittando del fatto che la dottoressa Anderson sia la madre del suo migliore amico per prendersi la libertà di fare tale richiesta.
«Solo a patto che non la fai innervosire» acconsente.
«Prometto di non infastidirla» garantisce, rivolgendole una delle sue occhiate angeliche.
«A te sta bene?» si accerta lei prima di lasciarci. Indugio qualche istante a risponderle. Avrei tanta voglia di sbarazzarmi di lui e di chiunque altro in questo momento per starmene distesa sulla barella con gli occhi chiusi, ma qualcosa nel profondo di me sente che se cacciassi via Kyle adesso potrei spingerlo incontro l'ennesima crisi. L'ultima cosa che voglio, onestamente, è che ricada vittima delle sue dipendenze a causa mia. Perciò mi armo di pazienza e dico a Tiffany di andare.

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