Capitolo 26 ~ Ti farei condannare

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Jess

«Davvero Kyle ti ha fatto recapitare tutti quei fiori?» domanda Roxy, dando un'occhiata ai cinque mazzi di rose rosse che s'intravedono alle mie spalle.
«E due cheesecake, una boccetta da 200 ml del mio profumo Bulgari preferito e un bracciale Pandora della nuova collezione» aggiungo distrattamente, intenta a mettere una seconda passata di mascara sulle ciglia.
«Oh, è così romantico, Jess! Come fai a non scioglierti?» cantilena sognante.
«Ti prego! Sai che detesto quando eccede in questo modo. Non mi sono mai lasciata impressionare dai suoi gesti eclatanti» bofonchio, ripulendo con un cotton fioc imbevuto le sbavature di trucco. «E poi avresti dovuto leggere i bigliettini. Ogni dono conteneva una frase di buona guarigione e smielate parole poetiche per ribadire quanto la mia assenza ai suoi incontri con Olsen stia diventando insopportabile». Alzo gli occhi al cielo mentre lei scoppia a ridere.

So che può sembrare dolce e persino divertente, ma la verità è che essere vittima di questi atti vistosi e megalomani non è stato affatto piacevole. Anzi trovo che sia triste vedere come Kyle continui a rincorrermi nonostante sia stata piuttosto chiara riguardo il nostro rapporto.
«Cosa farai? Lascerai che casa tua si trasformi in un negozio di fiori prima dello scadere dei tuoi giorni di malattia o risponderai a uno dei suoi disperati tentativi di farsi notare?».
«Rispedirò tutto indietro, a eccezione delle torte. Quelle le ho già mangiate». Sarebbe stato uno spreco immane farle tornare al mittente senza nemmeno assaggiarle. «Dopodiché metterò in chiaro per l'ennesima volta che può regalarmi persino la Luna, ciò non cambia che non gli darò nulla di più della mia amicizia». Sospiro e traccio una sottile linea nera con la matita sotto la palpebra. Devo darmi una mossa prima che Hector venga a prendermi per portarmi a cena.

La mia amica intanto mi rivolge uno sguardo comprensivo. Sa quanto mi dispiace per Kyle. Detesto l'idea di spezzargli il cuore ma non posso neanche rischiare d'illuderlo. Accettare tutti quei doni equivarrebbe ad alimentare le sue speranze.
«Stiamo parlando di Kyle Evans. Sarebbe davvero capace di regalarti la Luna se questo fosse necessario ad attirare la tua attenzione. Hai forse dimenticato la sua proposta di matrimonio?». Dio, come rimuoverla dalla mente! È stato dolce ma estremamente appariscente. Non era necessario chiedermi di sposarlo in quel modo, durante una partita in diretta nazionale, con l'aiuto dei compagni di squadra e la proposta che lampeggiava sul tabellone dei punti a caratteri cubitali. Avrei detto di sì in ogni caso. Sentirmi al centro dell'attenzione mi ha messo un po' a disagio. Non è stato per niente in linea con la mia idea di riservatezza e intimità. Ma a Kyle è sempre piaciuto strafare nonostante sapesse molto bene quanto amassi la semplicità e i piccoli gesti, perciò col tempo me ne sono fatta una ragione.
«Certo che no! Come potrei scordarlo?». Un pizzico di nostalgia mi attraversa quando ripenso a quello che abbiamo condiviso. È stato bello, eppure una parte di me si rende conto che anche allora c'erano delle sostanziali differenze che creavano un divario tra di noi. «Ad ogni modo avrei preferito che si fosse limitato ai fiori per questa volta. Ho cose più importanti di cui occuparmi al momento che rispedire indietro i suoi regali». Devio quei malinconici ricordi e mi guardo allo specchio un'ultima volta per accertarmi di essere abbastanza bella per la serata.

Mi sento nervosa. Una fastidiosa fitta mi pungola lo stomaco facendomi scorrere nelle vene un senso d'impazienza fremente.
«Hector non si è ancora fatto sentire?» deduce dal modo irrequieto in cui sospiro.
Scuoto la testa. «Si è limitato a mandarmi un messaggio in cui ha scritto testualmente: "Passo a prenderti alle 7". Non una parola in più, nemmeno un misero 'ciao'». Stropiccio le labbra in una smorfia imbronciata. Dio se lo detesto per aver mandato in cortocircuito la mia pazienza mentre si diverte a tirare la corda, facendomi pesare la sua assenza al punto da desiderare disperatamente di rivederlo! La mia bocca freme dal bisogno di scontrarsi loquacemente con lui e stizzirlo per questa agonizzante tortura a cui ha deciso di sottopormi.
Voglio irritarlo di proposito e poi calamitarlo a me per lasciare che i suoi occhi mi venerino con la profondità sfacciata dei loro taciti desideri. Voglio giocare ancora a quel gioco pericoloso e insaziabile che ci vede fatalmente attratti, senza mai valicare quel confine che se oltrepassato rischierebbe di far divampare la passione che ci corrode. Invece mi ritrovo costretta a fare i conti con la sua seccante indifferenza.
«Lo sai com'è fatto. Probabilmente si starà interrogando su quanto sia sbagliato aver superato il limite quando sei andata nel suo ufficio. Avrà passato gli ultimi due giorni a maledirsi per essersi lasciato tentare ancora da te e avrà fatto in modo che la sua armatura si rinforzasse per prepararsi agli attacchi che gli sferrerai questa sera».
«Oh credimi, Roxy, ho tutta l'intenzione di fare a brandelli quell'armatura! Farà bene a procurarsi uno scudo più robusto perché intendo mirare dritto al cuore» dichiaro austera.
«È questa la Jess che voglio sentire!» esulta trionfante. «A proposito di armature e colpi letali, fammi vedere cosa ti sei messa addosso». Sposto l'inquadratura del cellulare e la rivolgo verso lo specchio per mostrarle il vestito bianco che ho scelto. «Wow, Jess! Sei bellissima» esclama mentre le faccio vedere la scollatura sulla schiena. Faccio una giravolta mostrandole le maniche che scivolano leggere ed eleganti lungho le braccia e la gonna che ricade morbida sui fianchi fino alle ginocchia, enfatizzando ogni curva sensuale.

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