1. SEGNALE COLORATO DI ROSSO

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 Tutto in quel posto mi urlava che ero dove non dovevo essere. Le scale erano malandate, gli spettatori pigiati spalla a spalla scalmanati, e l'aria puzzava di sudore, sangue e muffa. L'atmosfera si fece del tutto confusa quando i presenti cominciarono a gridare nomi e numeri, ad agitare le braccia, a scambiarsi denaro in mezzo al baccano. Mi feci largo tra la folla tallonando la mia migliore amica.

«Tieni i soldi nel portafoglio Sofia!» mi gridò Sonia. Il suo sorriso brillava persino nella luce fioca.

«Stammi vicino! Quando inizierà, sarà peggio!» urlò Arthur per sovrastare il baccano. Guidandoci in quella marea di gente, Sonia afferrò prima la sua mano e poi la mia.

Il gemito acuto di un megafono squarciò l'aria fumosa. Quel suono mi spaventò e sussultai, cercandone la fonte. Un ragazzo in piedi su una sedia di legno teneva un rotolo di banconote in una mano e il megafono nell'altra. Lo avvicinò di nuovo alle labbra.

«Benvenuti al bagno di sangue! Se state cercando Economia 101... siete nel posto sbagliato! Ma se cercate il Cerchio, questa è la Mecca! Io sono Adam, stabilisco le regole e do inizio all'incontro. Le scommesse si chiudono quando gli avversari scendono in campo. È proibito toccare i lottatori, prestare soccorso, cambiare la posta in gioco e invadere il ring. Se infrangete queste regole, vi faremo sputare l'anima, vi cacceremo a calci in culo e ci terremo i vostri soldi. Vale anche per voi, signore! Perciò, ragazzi, non usate le vostre troiette per imbrogliare!»

Arthur scosse la testa. «Gesù, Adam!» gridò, disapprovando la scelta di parole dell'amico.

Il cuore mi batteva forte nel petto. Con il mio cardigan rosa di cachemire e gli orecchini di perle mi sentivo come un'educanda su una spiaggia di nudisti. Avevo promesso ad Sonia che avrei affrontato qualsiasi cosa mi fossi trovata davanti, ma in quel momento provai l'impulso di aggrapparmi al suo braccio sottile come uno stecchino. Non mi avrebbe mai messa in pericolo, ma mi trovavo in un seminterrato con una cinquantina di studenti ubriachi, assetati di sangue e di soldi, e non ero del tutto certa che ne saremmo usciti illesi.

Da quando Sonia aveva conosciuto Arthur all'orientamento matricole, lo accompagnava spesso agli incontri clandestini negli scantinati della Eastern University. Si tenevano sempre in luoghi diversi, che restavano segreti fino a un'ora prima dell'inizio. Di solito frequentavo ambienti più tranquilli, e l'esistenza del mondo sotterraneo della Eastern mi sorprese. Arthur invece lo conosceva ancora prima di iscriversi: Charles, suo compagno di stanza e fratello, combatteva da sette mesi. Correva voce che da matricola fosse stato il pugile più temibile che Adam avesse visto nei tre anni di vita del Cerchio. All'inizio del secondo anno Charles era ormai imbattibile, e con le vincite lui e Arthur pagavano agevolmente affitto e bollette.

Adam portò ancora il megafono alla bocca, mentre le urla crescevano a dismisura: «Stasera abbiamo un nuovo sfidante! L'astro Max Verstappen!».

Seguì un'ovazione e all'ingresso del ragazzo la folla si divise come il mar Rosso, creando un cerchio tra fischi e provocazioni. Max saltellava, flettendo il collo con aria seria, concentrata. Il vociare del pubblico si placò fino a diventare un sordo boato, poi dalle grandi casse collocate all'altro capo del locale si riversò una musica assordante e io mi tappai le orecchie.

«Il prossimo contendente non ha bisogno di presentazioni ma, siccome mi fa una paura fottuta, lo presenterò lo stesso! Ragazzi, tremate, ragazze, attente alle mutandine! Ecco che arriva Charles "Mad Dog" Leclerc!»

Il frastuono salì alle stelle non appena Charles comparve sulla soglia. Fece il suo ingresso a torso nudo, rilassato e impassibile. Avanzò con disinvoltura fino al centro del Cerchio, toccò con i pugni le nocche di Max e i suoi muscoli sodi guizzarono sotto la pelle tatuata. Si protese in avanti e sussurrò qualcosa all'orecchio dell'avversario, che faticò a mantenere l'espressione severa. I due combattenti, vicinissimi, si guardarono negli occhi: lo sguardo di Max era truce, mentre Charles sembrava vagamente divertito.

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora