4. IL PATTO

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 «Ti sta proprio guardando», mormorò Sonia spostandosi all'indietro per sbirciare.

«Smettila, idiota, ti vedrà.»

Lei fece un cenno di saluto con la mano. «Mi ha già vista. Ma continua a guardare te.»

Esitai per un attimo e alla fine trovai il coraggio di guardare nella sua direzione. Aveva ragione: Potter mi stava osservando, e sorrideva.

Sorrisi a mia volta e finsi di scrivere qualcosa sul laptop.

«Guarda ancora?» mormorai.

«Sì», rispose Sonia con una risatina.

Alla fine della lezione, Potter mi bloccò in corridoio.

«Non dimenticarti della festa questo fine settimana.»

«Va bene», risposi cercando di essere il più disinvolta possibile.

Io e Sonia ci avviammo verso la mensa per pranzare con Charles e Arthur. Son stava ancora ridendo del comportamento di Potter quando li incrociammo sul prato.

«Ehi, tesoro», disse baciando il suo ragazzo sulla bocca.

«Che c'è di tanto divertente?» chiese Arthur.

«Oh, un tizio in classe ha fissato Sofia per tutta l'ora. Era adorabile.»

«Landoé fissa Sofia...» commentò Arthur con una strizzatina d'occhio.

«Chi era?» indagò Charles con una smorfia.

Feci per sistemarmi meglio lo zaino, ma lui me lo sfilò gentilmente. Scossi la testa. «Son s'immagina le cose.»

«Sofia! Grandissima bugiarda! Comunque, era Potter Hayes, e stava praticamente sbavando.»

L'espressione di Charles si tramutò in disgusto. «Potter Hayes?»

Arthur prese Sonia per mano. «Dai, andiamo a pranzo. Non vorrete perdervi la cucina squisita della mensa, vero?»

Sonia in risposta lo baciò di nuovo.

Qualche minuto più tardi appoggiai il vassoio tra Sonia e Lando; Charles non si sedette al solito posto di fronte a me, e in quel momento mi resi conto che era stato piuttosto taciturno lungo il tragitto.

«Tutto bene, Char?» chiesi.

«Io? Sì, perché?» disse assumendo un'aria più distesa.

«Sei silenzioso.»

Diversi giocatori della squadra di football si avvicinarono al tavolo e si sedettero ridendo. Charles rigirò il cibo nel piatto, un po' seccato dalla confusione.

Chris Jenks gli tirò una patatina fritta. «Come va, Char? Ho sentito che ti sei fatto Tina Martin. Oggi sta dicendo peste e corna di te.»

«Sta' zitto, Jenks», replicò Charles con gli occhi fissi sul cibo.

Mi protesi verso quel gigante muscoloso che gli sedeva di fronte. «Dacci un taglio, Chris», intimai in tono fermo.

Charles mi trafisse con un'occhiata. «So badare a me stesso, Sofia.»

«Mi dispiace, io...»

«Non voglio che ti dispiaccia. Non voglio che tu faccia un bel niente», ribatté secco. Poi si alzò e si diresse a grandi passi verso la porta, infuriato.

Lando mi guardò corrucciato. «Uau. Che succede?»

Infilzai una patatina e sbuffai. «Non lo so.»

Arthur mi diede una pacca affettuosa sulla schiena. «Tu non c'entri, Sofia.»

«Cose sue», aggiunse Sonia.

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora