11. GELOSIA

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 Mi svegliai stesa sul ventre, nuda e aggrovigliata nelle lenzuola di Charles Leclerc. Con gli occhi ancora chiusi, sentii le sue dita accarezzarmi la schiena.

Fece un respiro profondo, soddisfatto. «Ti amo, Sofia. Ti renderò felice, lo giuro», disse in tono sommesso.

Il materasso si incurvò quando lui si mosse; un istante dopo mi sfiorò la schiena con le labbra e la tempestò di piccoli baci. Restai immobile ma quando arrivò all'orecchio si scostò e si alzò. Sentii i suoi passi tranquilli risuonare in corridoio e poco dopo sentii l'acqua scorrere nei tubi.

Aprii gli occhi, mi misi a sedere e mi stiracchiai. Mi dolevano tutti i muscoli del corpo, anche quelli che non sapevo di avere. Coprendomi con il lenzuolo, mi avvicinai alla finestra e osservai le foglie rosse e gialle cadere dai rami.

In quell'istante il cellulare di Charles vibrò da qualche parte sul pavimento; dopo aver tastato goffamente gli abiti ammucchiati per terra, lo trovai nella tasca dei jeans. Sul monitor vidi soltanto il numero, senza nome.

«Pronto?»

«C'è uhm... Charles?» chiese una voce femminile.

«È sotto la doccia, vuoi lasciare un messaggio?»

«Naturalmente è sotto la doccia! Digli che ha chiamato Megan, d'accordo?»

Charles tornò in camera con l'asciugamano attorno alla vita e sorrise quando gli porsi il telefono.

«È per te», affermai.

Mi baciò, guardò il monitor e scosse la testa. «Sì? Era la mia ragazza. Cosa vuoi, Megan?» Ascoltò per un istante e sorrise. «Be', Sunshine è speciale, che posso dirti?» Dopo un lungo silenzio si spazientì: potevo solo immaginare che cosa gli stesse dicendo lei. «Non fare la stronza, Megan. Ascolta, non chiamare più... Be', l'amore cambierà anche te», esclamò guardandomi con espressione dolce. «Sì, con Sofia. Parlo sul serio, Meg, niente più telefonate... Ciao.»

Gettò il telefono sul letto e si sedette vicino a me. «Era un po' seccata. Ti ha detto qualcosa?»

«No, ha solo chiesto di te.»

«Ho cancellato i pochi numeri che avevo sul telefono, ma immagino non basti a impedire che chiamino. Se non lo capiscono da sole, sistemerò la cosa.»

Mi guardò e non potei fare a meno di sorridere. Non avevo mai visto quel lato del suo carattere. «Mi fido di te, sai.»

Mi stampò un bacio sulle labbra. «Ti capirei, se volessi che mi conquistassi la tua fiducia.»

«Devo farmi la doccia. Sono in ritardo per la lezione.»

«Vedi? Ho già un'influenza positiva.»

Mi alzai e lui mi tirò un lembo del lenzuolo. «Megan ha detto che questo fine settimana c'è la festa di Halloween al Red Door. L'anno scorso ci ero andato con lei, è stato piuttosto divertente.»

«Non ne dubito», osservai inarcando un sopracciglio.

«Volevo dire che c'era un sacco di gente. Organizzano un torneo di biliardo e i drink sono a buon mercato... ti va di andarci?»

«In realtà non... non sono una che si maschera, non l'ho mai fatto.»

Scrollò le spalle. «Nemmeno io. Ci vado e basta.»

«Allora andiamo al bowling stasera?» feci, chiedendomi se mi avesse invitato solo per stare un po' con me, cosa di cui ormai non aveva più bisogno.

«Be', sì! Preparati all'ennesima sconfitta!»

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora