15. DIMORA

187 11 0
                                    

 Charles finalmente emerse dalla folla. Quando Benny, che gli teneva una mano sulla spalla, gli bisbigliò qualcosa all'orecchio, lui annuì. Vedendolo trattare in modo tanto amichevole l'uomo che meno di ventiquattr'ore prima ci aveva minacciati, mi sentii gelare il sangue nelle vene. Charles si crogiolò negli applausi e negli strilli della calca urlante. Avanzò ancora più sicuro di sé, con un largo sorriso e, quando mi raggiunse, mi stampò un rapido bacio sulla bocca.

Sulle sue labbra sentii un sapore salato di sudore misto a quello metallico del sangue. Aveva vinto l'incontro, ma non senza qualche ferita.

«Che succede?» chiesi vedendo Benny ridere con i suoi uomini.

«Te lo dico dopo. Abbiamo parecchio di cui parlare», rispose con un sorriso.

Un uomo gli batté leggermente sulla spalla.

«Grazie», disse Charles voltandosi e stringendogli la mano.

«Non vedo l'ora di assistere a un altro tuo incontro, figliolo», esclamò questi porgendogli una bottiglia di birra. «È stato incredibile.»

«Vieni, Sunshine.» Bevve un sorso, si sciacquò la bocca e sputò. Il liquido ambrato per terra era screziato di sangue. S'infilò in mezzo alla folla e fece un profondo respiro quando raggiungemmo il marciapiede. Mi diede un bacio e mi condusse lungo lo Strip con passo rapido e deciso.

Nell'ascensore dell'albergo mi spinse contro la parete a specchio, mi sollevò una gamba e se la mise contro il fianco. Mi baciò con passione e sentii la mano sotto il ginocchio scivolarmi su per la coscia e sollevarmi la gonna.

«Charles, c'è una telecamera», dissi poi sfiorandogli le labbra.

«Non me ne frega niente», ridacchiò. «Sto festeggiando.»

Lo respinsi. «Possiamo festeggiare in camera», replicai pulendomi la bocca. Guardai la mia mano e vidi che era macchiata di rosso.

«Che cos'hai, Sunshine? Tu hai vinto, io ho vinto, abbiamo pagato il debito di Mick e ho appena ricevuto una di quelle offerte che capitano una volta sola nella vita.»

L'ascensore si aprì e io rimasi immobile mentre lui usciva in corridoio. «Che genere di offerta?» domandai.

Charles fece per prendermi per mano, ma lo ignorai. Socchiusi gli occhi, immaginando quello che avrebbe detto.

«Ne parliamo dopo», rispose con un sospiro.

«Parliamone ora.»

Mi tirò per il polso e mi trascinò in corridoio. Dopodiché mi prese in braccio.

«Farò abbastanza soldi da ridarti quelli che Mick ti ha portato via, da pagare il resto dei tuoi studi, la mia moto e un'auto per te», affermò inserendo la chiave elettronica. Spalancò la porta e mi posò a terra. «E questo è solo l'inizio!»

«E come pensi di farlo?» Sentii una fitta al petto e il battito del mio cuore accelerare.

Charles mi prese il volto fra le mani con un'espressione quasi trasognata. «Benny mi farà combattere qui a Las Vegas. Con un compenso a sei cifre per ogni incontro, Sunshine. Ti rendi conto?»

Chiusi gli occhi e scossi la testa per non vedere l'eccitazione nel suo sguardo. «Come sei rimasto con Benny?» Mi sollevò il mento e aprii gli occhi, temendo che avesse già firmato un contratto.

Ridacchiò. «Gli ho detto che ci avrei pensato.»

Buttai fuori il fiato che avevo trattenuto. «Oh, grazie a Dio. Non farmi più prendere spaventi del genere, Char. Pensavo dicessi sul serio.»

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora