3. STORIELLE DANNOSE

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 Lando fece un altro tiro. Il fumo denso gli uscì dal naso in due sbuffi. Rivolsi la faccia verso il sole mentre mi raccontava dell'ultimo fine settimana di balli, bevute e di un nuovo amico molto insistente.

«Se ti tormenta, perché lasci che ti offra da bere?» chiesi ridendo.

«Semplice: sono al verde.»

Risi di nuovo e Lando mi diede una gomitata nel fianco quando vide Charles che si avvicinava.

«Ehi, Charles», salutò con voce cantilenante strizzandomi l'occhio.

«Lando», disse lui con un cenno, poi fece dondolare le chiavi. «Sto andando a casa, Sunshine. Ti serve un passaggio?»

«Stavo per entrare», risposi sorridendogli.

«Stasera non ti fermi da noi?» chiese. Aveva un'aria sorpresa e al contempo delusa.

«No, mi fermo. Devo solo prendere alcune cose che mi sono scordata.»

«Cioè?»

«Be', per esempio il rasoio. E poi, cosa ti interessa?»

«Era ora che ti radessi le gambe!» osservò lui con un ghigno malizioso.

Lando strabuzzò gli occhi, confuso.

Feci una smorfia a Charles. «Ecco come nascono i pettegolezzi!» lo rimbeccai con una smorfia. «Dormo nel suo letto... ci dormo soltanto», aggiunsi rivolta a Lando.

«Certo», affermò lui con un sorriso compiaciuto.

Prima di spalancare la porta e salire le scale, gli diedi una pacca sul braccio. Quando giunsi al primo piano, Charles mi affiancò.

«Non ti arrabbiare. Era solo uno scherzo.»

«Tutti pensano che facciamo sesso, e tu non fai che peggiorare le cose.»

«A chi importa cosa pensano?»

«A me, Charles! A me!» Aprii la porta della stanza, riempii una piccola borsa alla rinfusa e uscii a precipizio, tallonata da lui. Ridacchiò prendendomi la borsa e lo guardai furiosa. «Non è divertente. Vuoi che tutta la scuola mi creda una delle tue puttanelle?»

Charles si accigliò. «Nessuno lo crede. E se lo credono, sarà meglio che io non lo venga a sapere.»

Mi bloccai di colpo.

«Ehi!» esclamò piombandomi addosso.

Mi girai di scatto. «Oddio! Probabilmente tutti pensano che stiamo insieme e che tu continui spudoratamente con il tuo... stile di vita. Devo sembrare patetica!» esclamai rendendomi conto della situazione. «Non credo sia il caso che resti ancora da te. Dovremmo stare lontani per un po'.»

Cercai invano di strappargli la borsa dalle mani. «Nessuno pensa che stiamo insieme, Sunshine. Non devi evitarmi per dimostrare qualcosa.»

Ingaggiamo un tira e molla con la borsa, ma poco dopo mi arresi e urlai per la frustrazione. «Hai mai avuto una ragazza, intendo un'amica, ospite da te? Hai mai accompagnato una ragazza a casa, o all'università? Hai mai pranzato con una ragazza tutti i giorni? Nessuno sa cosa pensare di noi, anche se glielo spieghiamo!»

Charles s'incamminò verso il parcheggio, tenendo in ostaggio la mia borsa. «Sistemerò la faccenda, okay? Non voglio che qualcuno pensi male di te per causa mia», disse in tono afflitto. Poi i suoi occhi s'illuminarono. «Lascia che ti ripaghi in qualche modo. Perché stasera non andiamo al Dutch?»

«È un bar di biker», osservai beffarda, mentre legava la borsa alla moto.

«Va bene, allora ti porto a cena e poi al Red Door. Offro io.»

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora