17. IL PACCO

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 Gli esami finali furono un calvario per tutti tranne che per me. Mi tenni occupata, studiai con Denise e Sonia nella mia stanza e in biblioteca, e vidi Charles solo di sfuggita. Tornai a casa con Sonia per le vacanze invernali, grata che Arthur fosse rimasto con Charles, così non avrei dovuto sopportare le loro continue effusioni.

Gli ultimi quattro giorni mi presi un raffreddore, un'ottima scusa per restare a letto. Charles aveva detto che voleva essermi amico ma non aveva chiamato, e fu un sollievo avere qualche giorno per crogiolarmi nell'autocommiserazione. Volevo gettarmi tutto alle spalle prima di riprendere le lezioni.

Il viaggio di ritorno alla Eastern sembrò eterno. Smaniavo dalla voglia di iniziare il semestre di primavera, ma soprattutto di rivedere Charles.

Il primo giorno di lezione il campus era immerso in un'insolita energia e ammantato di neve. I nuovi corsi significavano nuovi amici, un nuovo inizio. Non avevo lezioni in comune con Charles, Potter, Arthur o Sonia, mentre Lando era quasi sempre con me.

Attesi Charles a pranzo, ma quando entrò si limitò a farmi un cenno e si sedette in fondo al tavolo con il resto dei compagni della confraternita. Cercai di concentrarmi sulla conversazione con Sonia e Lando circa l'ultima partita di football della stagione, ma la voce di Charles mi distraeva. Stava raccontando agli amici le avventure e i problemi con la legge che aveva avuto durante le vacanze. Parlò della nuova ragazza di Cédric, incontrata una sera al Red Door. Mi aspettavo che accennasse anche ad altre, conosciute o portate a casa ma, che fosse successo o meno, evidentemente non aveva intenzione di parlarne.

Al soffitto erano ancora appese le decorazioni di metallo rosso e oro, che ondeggiavano al passaggio degli studenti. Quando mi strinsi nel cardigan, Lando mi abbracciò stretta. Guardavo fin troppo spesso nella direzione di Charles, aspettando che alzasse gli occhi e cogliesse il mio sguardo, ma lui sembrava essersi scordato che ero lì.

Sembrava anche indifferente alle orde di ragazze che avevano ricominciato a ronzargli attorno dopo la notizia della nostra rottura e lieto che il nostro rapporto fosse tornato platonico, pur con qualche tensione. Avevamo trascorso quasi un mese lontani; mi sentivo agitata e non sapevo bene come comportarmi.

Quando terminò di pranzare, ebbi un tuffo al cuore vedendolo avvicinarsi e posarmi le mani sulle spalle.

«Come vanno le lezioni, Arth?» domandò.

Lui fece una smorfia. «Uno schifo. La prima settimana si parla solo di programmi e regole. Non so neanche perché ci vado. E tu?»

«Eh... fa tutto parte del gioco. A te come vanno le cose, Sunshine?» indagò.

«Idem», risposi, cercando di mantenere un tono leggero.

Mi fece dondolare scherzosamente da una parte all'altra. «Hai passato bene le vacanze?»

«Abbastanza», risposi facendo del mio meglio per sembrare convincente.

«Ottimo. Ho un'altra lezione, ci vediamo dopo.»

Lo guardai puntare dritto verso la porta, spalancarla e accendersi una sigaretta mentre si allontanava.

«Uhm», esclamò Sonia con voce acuta. Osservò Charles attraversare il prato innevato e scosse la testa.

«Che c'è?» fece Arthur.

Lei appoggiò il mento sulla mano, con un'aria preoccupata. «È un po' strano, no?»

«In che senso?» chiese Arthur gettandole indietro la treccia bionda e sfiorandole il collo con le labbra.

Sonia sorrise e si abbandonò al bacio. «Sembra quasi normale... per i suoi standard. Che gli è successo?»

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora