16. DELUSIONE

208 11 1
                                    

 Scarabocchiai la copertina del quaderno disegnando un'infinità di quadrati che formavano rozze scatole tridimensionali. Dieci minuti prima dell'inizio della lezione, l'aula era ancora vuota. La mia vita stava lentamente tornando alla normalità, ma facevo ancora fatica a stare vicino a chiunque non fosse Lando o Sonia.

«Solo perché non ci frequentiamo più, non significa che non puoi portare il braccialetto che ti ho comprato», osservò Potter infilandosi nel banco accanto.

«Avevo intenzione di chiederti se lo volessi indietro.»

Sorrise e si protese per aggiungere un fiocco a una delle scatole che avevo disegnato. «Era un regalo, Abs. E i regali non si restituiscono.»

In quell'istante la dottoressa Ballard accese il proiettore e prese a frugare tra le carte di cui era sommersa la cattedra. D'un tratto l'aula si riempì di voci che riecheggiarono contro le finestre bagnate di pioggia.

«Ho saputo che tu e Charles avete rotto un paio di settimane fa.» Vedendo la mia espressione insofferente, sollevò una mano. «Non sono affari miei. È solo che hai un'aria così triste e volevo dirti che mi dispiace.»

«Grazie», borbottai scegliendo una pagina nuova del quaderno.

«E volevo anche scusarmi per il mio comportamento. Quello che ho detto è stato... sgarbato. Ero arrabbiato e ti ho aggredita. Ho sbagliato e mi dispiace.»

«Non mi interessa uscire con un ragazzo, Potter», lo avvertii.

Lui ridacchiò. «Non sto cercando di approfittarne. Siamo ancora amici e volevo accertarmi che stessi bene.»

«Sto bene.»

«Torni a casa per le vacanze del Ringraziamento?»

«Vado da Sonia. Di solito passiamo il Ringraziamento da lei.»

Potter fece per dire qualcosa ma la dottoressa Ballard iniziò la lezione. Parlando del Ringraziamento, mi tornò in mente il progetto di aiutare Charles con il tacchino, e mi chiesi se avrebbero ordinato di nuovo la pizza. Provai un senso di nausea e scacciai subito quei pensieri, cercando di concentrarmi sulle parole dell'insegnante.

Al termine della lezione, diventai paonazza quando vidi Charles corrermi incontro dal parcheggio. Si era fatto la barba, indossava una felpa con il cappuccio e il suo cappellino rosso preferito. Teneva la testa china per proteggersi dalla pioggia.

«Ci vediamo dopo le vacanze, Abs», disse Potter toccandomi la schiena.

Mi aspettavo un'occhiata furiosa da parte di Charles, che però non sembrò nemmeno notarlo.

«Ehi, Sunshine.»

Gli rivolsi un sorriso imbarazzato e lui cacciò le mani nella tasca anteriore della felpa. «Arthur mi ha detto che domani andrai con lui e Son a Wichita.»

«Sì, è così.»

«Passi tutte le vacanze da Sonia?»

Scrollai le spalle cercando di assumere un'aria disinvolta. «Sono molto legata ai suoi genitori.»

«E tua mamma?»

«È un'alcolista, Charles. Non sa neanche che è il giorno del Ringraziamento.»

D'un tratto lui s'innervosì e mi venne una fitta allo stomaco, temendo un'altra scenata. Scoppiò un tuono e lui alzò lo sguardo socchiudendo gli occhi quando grosse gocce di pioggia gli caddero sulla faccia.

«Ti devo chiedere un favore», disse. «Vieni qui.» Mi trascinò sotto la tettoia più vicina e io lo lasciai fare, per evitare altre sfuriate.

«Che genere di favore?» domandai sospettosa.

Lottando per l'Amore: Il Cuore del Campione; Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora