Prologo

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A.S. 2019/2020

Settembre 2019
Primo giorno di scuola - IV° Ginnasio

Inspira.

Espira.

Inspira.

Espira.

Mi ripeto questo mantra da ieri sera, ed è una settimana che dormo male, mangio poco e mi sono massacrata le mani mordicchiando le unghie e tirando via le cuticole alzate. Che brutto vizio, sì. Ma almeno non fumo, non bevo e non mi drogo, quindi lasciatemi almeno le mani su cui sfogarmi!

Mia madre non capisce perché io sia così agitata. «È solo il tuo primo giorno di scuola, che sarà mai...!»

Che sarà mai?!?

Una catastrofe!

Non è il primo giorno di scuola, ma il primo dei primi giorni. L'inizio di cinque anni che mi segneranno per il resto della vita! Cinque anni in cui conoscerò nuove persone (visto che nessuna delle mie vecchie amiche ha scelto la mia stessa scuola superiore) e stringerò le amicizie che forse resteranno con me per tutta la vita. Parlano facile, i miei, saranno passati vent'anni dal loro primo giorno! Io invece sono fuori dall'istituto con lo zaino sulle spalle, stringo gli spallacci lasciandomi sbiancare le nocche, inspiro ed espiro.

Inspiro ed espiro.

E so che se non lo faccio mi salterà fuori il cuore dalla gola, mi farà "ciao ciao" con la manina e se ne andrà per la sua strada.

Un fiume di ragazzi mi sorpassa da dietro, ai lati, chiacchierano tra di loro utilizzando slang adolescenziali di cui io non sono ancora a conoscenza, perché fino a mezz'ora fa ero chiusa nel mondo fatato degli unicorni e delle serie tv, mentre ora sono grande. Sono all'inizio della strada che mi porterà a diventare un'adulta in grado di scegliere il proprio destino nel mondo.

E... plof!

I miei aulici pensieri vengono interrotti all'improvviso da una cacca di piccione che precipita sulla mia spalla.

Grazie, Dio. Se sei lì a gustarti la scena facendoti una risata sotto i baffi, grazie. E grazie, cielo di Roma, per aver fatto passare il piccione sopra la mia testa. Ci voleva proprio una bella chiazza sulla t-shirt nuova che avevo indossato per l'occasione. Tra l'altro, nera. Ci avevo visto lungo, così la macchia si sarebbe vista ancora di più. Avevo scelto una maglia di Khaleesi con i suoi tre draghi, così da mettere in chiaro subito a quale schiera appartenessi. E adesso mi ritrovo davanti alle porte dell'inferno, dove una mandria di ragazzi mi additerà per quella con la cacca di piccione addosso.

L'avevo sognato proprio così, l'inizio del liceo.


♡ 💞 ♡


Giugno 2023

Ultimo giorno di scuola - II° Liceo

Le note incalzanti di "Terzo Cuore" mi rimbombano nelle orecchie attraverso gli auricolari wireless, e la voce di Leo Gassman mi accarezza l'anima con una verità che ho cercato di ovattare per tutto l'anno.

E adesso la mia ottusità mi porta il conto.

"So che hai riso quando ho detto che io ho

Tre cuori dentro al petto

Ma ora no, non so quale inseguirò

Perché mi sembra inutile

E sai che uno lo uso per ridere i giorni di festa

Il secondo mi fa tener duro nel mare in tempesta

E l'ultimo mio cuore devo costringerlo a dimenticarsi il tuo nome, non vuole

Maledetto terzo cuore!"

Ho provato a far entrare un terzo cuore nella mia vita, quest'anno, un cuore diverso da quello che mi palpitava nel petto da tre anni. Ma è stato inutile.

Con la mia totale incredulità ho trascorso i primi mesi dell'anno con il ragazzo più bello del liceo che mi faceva una corte serrata. Ritrovavo Christian in ogni corridoio della scuola, nelle lezioni in comune, all'intervallo, a pranzo. E all'uscita a volte mi ha accompagnata a casa. Non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile che uno come lui stesse dietro a una come me, e in effetti se lo chiedeva anche metà scuola, almeno la parte femminile, da cui mi venivano lanciate occhiate cariche di fulmini silenziosi.

Simone è sempre apparso indifferente a questa situazione, e dopo quel primo giorno di scuola in cui sembrava che stesse per venire a salutarmi, mi ha tolto anche la parola. Non ci scriviamo più, neanche nel gruppo, che ormai ho relegato nell'archivio di WhatsApp da un pezzo.

Siamo nella stessa classe, eppure c'è una totale indifferenza tra di noi. E ogni volta che Christian mi si è avvicinato, lui si è allontanato di altrettanti passi. Ha continuato a fare conquiste una dietro l'altra. Non l'ho quasi mai visto con la stessa ragazza per più di tre giorni di fila, e quando non l'aveva c'era comunque qualcuna che lo aspettava fuori scuola, proveniente da chissà quale altro istituto nelle vicinanze.

Mi ha spezzato il cuore in mille pezzi e ne ha mangiato uno per volta, gustandosi la mia sofferenza sempre maggiore.

Così, a maggio, ho finalmente ceduto alle avances di Christian e gli ho dato una possibilità. Non che io l'abbia fatto a forza, ma avendo i pensieri occupati da un altro mi era impossibile dedicargli tutta me stessa. Però poi ho deciso che avevo anche io una dignità personale, e che mi meritavo un po' di serenità. E dopo quasi tutto l'anno scolastico in cui Christian ci provava, beh... ho ceduto. Avrei voluto dare il mio primo bacio a Simone, invece l'ho dato a lui. Comunque è stato bello, insieme stiamo bene, siamo andati al cinema un paio di volte, al fast food, ma adesso arriva l'estate e io andrò dai miei nonni e non ci vedremo di nuovo per tre mesi.

Stiamo insieme da pochissimo, ma già la nostra relazione sarà messa a dura prova da una lunga distanza. Lui andrà un mese dal padre che vive a Milano (i suoi genitori sono separati), ma ci vedremo in videochiamata e ci sentiremo sempre per messaggi. Sono felice.

Sì, finalmente sono felice.

Davvero.

Seriamente.

Croce sul cuore.

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