7. Camilla

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Guardo l'ora sul cellulare e vedo che sono le 15:46. L'ultima volta che ho controllato è stata... due minuti fa. Forse sono un tantino agitata.

Mi rifletto nello specchio dell'armadio di fronte mentre annodo l'elastico alla fine della treccia che mi ricade sulla spalla. Al ritorno da scuola mi sono cambiata e ho indossato una maglia color albicocca con la scritta "Smile" al centro e dei jeans a vita alta, ho ritoccato il make up e, in generale, ho cercato di rendermi presentabile.

A ripensarci non so neanche perché lo stia facendo. Dobbiamo studiare, Simone non pensa a me in nessun modo, almeno prima era mio amico, mentre ora non è più neanche quello. E poi io ho un ragazzo.

Christian! Mi schiaffeggio la fronte da sola.

Non l'ho avvertito che oggi avrei visto Simone. Afferro il cellulare e gli mando un messaggio.

15.48 Cami: Ehi, come stai? Ho dimenticato di dirti che oggi studierò con Simone per quel progetto di Storia dell'Arte che la Bianchi ci ha affidato il primo giorno di scuola...

15.50 Chris: Potrei stare meglio se stessi qui con me. Vi vedete in biblioteca? Magari passo più tardi.

15.52 Cami: No, siamo a casa mia.

15.53 Chris: Siete da soli??

15.54 Cami: Ma che dici?! Ci sono mia madre e mia sorella. E comunque dobbiamo studiare! Che c'è, sei geloso?

15.55 Chris: Sono sempre geloso di te. Soprattutto se stai vicino a un altro, e soprattutto se è un rubacuori come lui.

15.56 Cami: Sbaglio o anche tu eri un rubacuori?

15.57 Chris: Io non sono lui.

15.58 Cami: Dormi sonni tranquilli, Chris. Ti saluto, vado a studiare. Ci sentiamo dopo?

15.59 Chris: Dipende.

Quella risposta mi lascia un certo fastidio nella testa, ma mia sorella interrompe improvvisamente i miei pensieri catapultandosi nella stanza, essendo la porta aperta.

«È arrivato il tuo fidanzatooo!» Mi canzona, mettendosi le mani ai fianchi.

«Non è il mio fidanzato, come devo dirtelo?!»

«Peccato, perché è un bel ragazzo, e se non lo vuoi tu me lo prendo io!» Fa lei, accarezzandosi il mento con l'indice.

«Penso proprio che tu non sia il suo tipo, Becky, oltre al fatto che è quasi maggiorenne e tu hai otto anni.»

«Questo lo dici tu! Sei solo invidiosa perché potrei rubartelo!»

«Finiscila, Becky. Non sono invidiosa e puoi rubarlo quando vuoi!» Replico, stizzita. È una bambina e dovrei essere superiore, ma certe volte diventa proprio fastidiosa.

«Cosa dovresti rubare?» Una voce c'interrompe un istante dopo. La sua voce. Mi sento trasalire e temo di avere anche sbarrato gli occhi.

«Oh, niente, una borsetta dal mio armadio.» Replico io, sventolando la mano con finta noncuranza. Rebecca si defila dalla mia stanza e mi fa una linguaccia prima di sgattaiolare nel corridoio.

«Ciao.» Sento di nuovo la voce di Simone e non ci posso ancora credere che sia qui.

«Ciao. Se... se vuoi, poggia lo zaino qui.» Gli indico lo spazio a terra vicino al mio.

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