XIX

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ADELAIDE' S POV:

Si dice che nella vita sia necessario compiere le scelte giuste, ma che non sempre si abbia la capacità di riconoscerle. Ma chi stabilisce cosa è giusto e cosa sbagliato?! E soprattutto, davvero ciò che è giusto ci rende felici?! Perchè di solito mi capita che facendo la cosa più sbagliata, riesca ad essere sempre più felice.
Ecco perchè nelle cose che mi capitano mi butto sempre a capo fitto, anche se questa magari non è sempre la scelta più giusta, ma alle conseguenze, poi ci penserò.

A 15 anni ho preso la decisione di andare a convivere con il mio, all'epoca, fidanzatino di soli 18 anni. Era prematuro, era sbagliato, ero piccola e non capivo bene tutti i rischi, sì sicuramente ma in quel momento per me era la scelta giusta da prendere. Non volevo più vivere in una casa in cui mi sentivo oppressa, perchè mio padre non c'era mai ed io e mia sorella stavamo sempre dai nonni. Io volevo uscire, divertirmi, stare con i miei amici, e tornare tardi la notte ma ovviamente per mia nonna, donna di altri tempi, queste erano cose sbagliate.
Ho conosciuto Antonio alle superiori, lui era all'ultimo anno ed io al primo. Era alto, bruno con gli occhi azzurri, ricordo ancora che era tempestato di tatuaggi ovunque, e che era molto spavaldo e spocchioso. Erano tutti amici suoi, e tutte le ragazze del nostro istituto ambivano a lui. Ma ovviamente l'unica che ha attirato la sua attenzione sono stata io, che ero quasi più spavalda ed arrogante di lui. Lui sapeva già che terminato l'ultimo anno, sarebbe andato a lavorare in fabbrica con il padre, e già nei primi mesi della nostra relazione mi chiedeva sempre di andare a convivere insieme. Io che, appunto, cercavo solo un'occasione per scappare dalla mia realtà, colsi la palla al balzo. La nostra convivenza è durata ben 3 anni, difficili ma felici, prima del devasto totale, e della mia decisione di trasferirmi a Roma .

Quindi sì, quella è la stata la prima decisione sbagliata che ho preso nella mia vita, e da lì poi ne ho prese tantissime altre, non curandomi per niente delle conseguenze. Si dice che si dovrebbe imparare dai propri sbagli, quindi fatemi sbagliare.

Quando arrivo al bar, per il mio turno mattutino, sono ovviamente in ritardo di ben 20 minuti.

"Scusate, corro subito a cambiarmi."- Esclamo entrando nel bar, non curandomi della voce di Luna che mi richiama.

Quando esco dal camerino, aggiustandomi la targhetta con il mio nome sulla t- shirt nera, quasi non vado a sbattere contro Francesco.
"Ma dove hai la testa stamattina?"- Mi dice lui ridendo.
"Non ho sentito la sveglia, ho fatto le corse."- Sbuffo rumorosamente.
"Beh c'è qualcosa per te al bancone che potrebbe rimetterti il buon umore."- Mi indica il bancone dietro il quale Luna sta sistemando tutto.
"Cosa?"- Chiedo confusa.
" E vai a vedere."- Mi risponde Francesco spingendomi leggermente.
Mi avvicino velocemente al bancone, dove Luna mi accoglie con un grande sorriso.
"Allora cos'è questa cosa per me?"- Chiedo impaziente.
"Buongiorno anche  a te."- Mi risponde Luna.
"Sì, okkei buongiorno, ma cos'è questa cosa per me?"- Luna scoppia a ridere, poi da sotto al bancone prende quello che sembra essere proprio un enorme mazzo di rose rosse.
"Oh wow, è per me?"- Chiedo meravigliata.
"Sì, il fioraio che è venuto qui stamattina cercava Adelaide Bianchi, ma visto che non c'eri l'ho preso io."- Mi spiega lei mentre mi porge il mazzo di rose ed io lo afferro velocemente. Odorano tantissimo, e in più sono anche piene di brillantini.
"Sai già chi te lo ha mandato?"- Mi chiede incuriosita, con gli occhi a forma di cuore. Luna è un'eterna romantica e so che starà già immaginando chissà quale storia presa da quei romanzi che legge sempre.
"Non ne ho idea."- Rispondo vaga, mentre cerco qualche specie di biglietto che mi possa fornire qualche indizio.
"Trovato!"- Esclamo soddisfatta, prendendo il bigliettino che era tra le rose ed appoggiando il mazzo sul bancone per aprirlo e leggere chi me lo manda.

"Voglio sapere che cosa dice."- Mi dice Luna mentre fa il giro del bancone e mi raggiunge. Mi fa ridere, perchè di solito non è una che si impiccia dei fatti degli altri ma questa storia la appassiona troppo per restarne fuori.

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