XII

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ADELAIDE 'S  POV:

E' passata una settimana esatta, da quando la mia vita è stata rivoluzionata. Finalmente ho un' agenzia, sono una modella a tutti gli effetti, anche se con poca esperienza ma sto lavorando un sacco. Ho già fatto 3 shooting, tra cui uno è finito addirittura sulla copertina di un giornale. Sto ancora pensando alle urla di mia sorella quando ha comprato il giornale e ci ha visto me sopra, per poco non mi perforava un timpano e sono stata costretta ad allontanare il telefono per 20 minuti perchè non riusciva a smettere di gridare. Anche mio padre è fiero di me, so che è così, anche se mi ha detto un semplice "brava" di sfuggita mentre andava a lavoro, so quanto ci tenga a me.  Ci vogliamo bene, tanto, anche se entrambi non siamo molto bravi a dimostralo e anche se molto spesso per tante ragioni ci siamo scontrati fino a non parlarci per giorni.

E' anche una settimana che Giacomo mi evita, non so bene per quale motivo. Ho pensato che sia per colpa di quel bacio che ci siamo dati, ma è stata colpa sua, lui mi ha baciata ed io ho solo ricambiato. Non capisco perchè evitarmi per una cosa che ha fatto lui, almeno se si è pentito avesse il coraggio di dirmelo. E, invece mi evita come se avessi una brutta malattia. L'ho incontrato spesso a lavoro, ed ogni volta che cercavo di fermarlo lui  diceva sempre che aveva da fare e allora ho smesso. Se crede veramente che io lo implori per chiarire, sta sbagliando di grosso, un bacio per me non vale nulla se non accompagnato da altre mille cose. Quindi che se ne andasse al diavolo, di certo io non ho bisogno di un uomo, tanto meno di lui.

La voce di Luna mi fa sobbalzare e dallo spavento quasi non faccio cadere un bicchiere per terra.
"Tutto bene?"- Mi chiede corrucciata.
"Sì, ero solo sovrappensiero."- Le rispondo cercando di lavare i bicchiere senza, però distruggere nulla.
"A che stai pensando?"- Luna mi raggiunge dietro il bancone, ed inizia ad aiutarmi.
"A nulla in particolare."- Le rispondo con una scrollata di spalle. Luna non sa nulla del bacio con Giacomo, e in realtà non sono sicura che la prenderebbe bene se dovessi raccontarglielo.
"Se ne vuoi parlare..."- Inizia lei ma io la interrompo.
"Io e Giacomo ci siamo baciati."- Dico tutto d'un fiato, e questa volta è a lei che quasi non scivola un bicchiere dalle mani.
"Cosa? Quando? E perchè non me lo hai detto ?"- Pone le domande una dietro l'altra.
"Una settimana fa, e non te l'ho detto perchè è una cosa di poco conto, insomma è solo un bacio."- Le dico, ma sto cercando di convincere più me stessa che Luna.
"E quindi se è una cosa di poco conto perchè è una settimana che ci pensi?"-  Mi chiede lei confusa.
"Perchè è anche una settimana che mi evita, e non so perchè."- Sbuffo sonoramente.
"Forse non gli è piaciuto il vostro bacio?"- Mi chiede ingenuamente.
"Cavolo, no. Il nostro bacio gli è piaciuto e pure fin troppo, fidati."- Sorrido maliziosamente.
Ricordo bene come ha incollato le sue labbra alle mie, e come mi ha infilato letteralmente la lingua in bocca, e quello non è stato un bacio senza coinvolgimento. E poi non per vantarmi, ma sicuramente so di essere una brava baciatrice.
"Hai provato a parlarci?"- Mi chiede ancora.
"Sì, ma diceva sempre di avere da fare ed allora ho smesso di chiederglielo. Perchè non mi strappo i capelli mai, figurati per un uomo."- Alzo gli occhi al cielo in modo altezzoso.
"E se l'uomo in questione, ti piace, che si fa?"- Luna mi guarda attentatemene.
"Giacomo non mi piace."- Dalla bocca mi esce un suono simile ad una  risata amara.
"E allora perchè ci stai pensando?"- So cosa sta cercando di fare, farmi ammettere che lui mi piace ma non è così.
"Perchè non mi piace essere ignorata. Non puoi baciarmi, e fare finta di niente. Seppure fosse che il bacio non gli sia piaciuto, cosa che non penso sia possibile, avesse almeno le palle di dirmelo in faccia."- Le spiego.
"Vi siete baciati, tu pensi che sia impossibile che non gli sia piaciuto, lui ti evita per qualche motivo a noi sconosciuto. Hai provato anche  parlare con lui, ma dopo le sue innumerevoli scuse, tu giustamente ti sei stancata di cercarlo. Quindi che  cosa hai intenzione di fare?"- Mi chiede Luna, e sembra ancora più confusa di prima.
"Niente?!"- Chiedo come se fosse la soluzione più plausibile.
"E allora smetti di pensarci, prima di distruggere tutto il bar."- Mi dice ironicamente.
"Infatti basta, non ci voglio pensare. Che se ne andasse pure a fanculo."- Esclamo esasperata.
E la penso realmente così, ho troppe cose a cui pensare e sicuramente Giacomo è l'ultimo dei miei pensieri.

Nel pomeriggio ho un altro servizio fotografico, e per questo mangio una cosa al volo al bar  e poi corro in agenzia. E' un po' stancante fare avanti ed indietro, ma Luna per esempio è da anni che si divide tra il lavoro al bar e l'accademia di fotografia, quindi sicuramente posso farlo anch'io. E poi spero che in un tempo  non troppo lontano, il lavoro come modella diventi l'unico e solo, senza dover lavorare ancora al bar.

"Oggi posiamo insieme, sei contenta?"- Emanuele mi affianca mentre sto per prendere l'ascensore che mi porterà al terzo piano.
"Ciao Manu."- Lo saluto, abbracciandolo. In questa settimana ci siamo visti poco, perchè purtroppo non ho lavorato con lui. Ma in quelle poche occasioni, non ha fatto altro che mettermi buon umore raccontandomi qualcosa di lui e del suo lavoro all'agenzia.
"Ciao, bellissima."- Ricambia il mio abbraccio.
"Sono contentissima che finalmente lavoreremo insieme."- Gli dico mentre insieme entriamo in ascensore.
"La chimica che c'è tra noi è così visibile, che l'hanno notata anche Rachele e Leonardo."- Mi fa l'occhiolino facendomi ridere. Ormai l'ho capito che è il suo modo di scherzare, e non mi dispiace perchè su questo è uguale a me.
"E' vero, penso proprio che dovremmo fidanzarci per questo."- Gli dico ridendo.
"Oppure sposarci direttamente e fare 10 bambini."- Emanuele sta al gioco, ridendo insieme a me.
"10? Così pochi? Meglio 20."- Mi appoggio a lui ridendo ancora di più.

Ma poi improvvisamente le porte dell'ascensore si aprono e dall'altra parte compare Giacomo. Mi ammutolisco istintivamente, mentre Emanuele mi guarda confuso. Giacomo, invece, mi sta lanciando occhiate di fuoco quasi come se volesse incenerirmi ma non mi dice niente, non mi saluta neanche.
Noi siamo arrivati a destinazione, lui molto probabilmente dovrà scendere, chissà forse ha già finito di lavorare.
Ci guardiamo per un tempo indefinito, e quasi le porte non si chiudono di nuovo, ma Emanuele con il piede le fa riaprire.
Giacomo mi passa accanto, lasciando che il suo profumo mi inondi le narici, ma anche questa volta non mi dice nulla. Emanuele mi prende per mano e mi trascina letteralmente fuori dall'ascensore.
"Va tutto bene fra di voi ?"- Mi chiede disorientato.
"Io non gli ho fatto nulla, poi se lui ha un problema con me sono fatti suoi."- Gli rispondo indispettita.
Bene, Giacomo, se vuoi giocare a fare l'orgoglioso io so farlo addirittura meglio di te.

A shooting finito sono stanca morta, mi sono svegliata molto presto stamattina e poi ho lavorato tutto il giorno, e pensare che devo tornare con i mezzi pubblici mi fa stare ancora più male. La prima cosa che farò quando avrò un po' di soldi è sicuramente iscrivermi a scuola guida e comprarmi un'auto.

Saluto Alice, la nostra segreteria all'ingresso, ed una volta che mi ha sbloccato la porta principale esco. Ma appena metto piede fuori  dalla porta mi rendo conto che qualcuno mi sta richiamando, è Emanuele  che mi segue fuori correndo.
"Come torni a casa?"- Un'altra cosa che abbiamo in comune è sicuramente il nostro essere sempre così diretti.
"Con l'ultimo pullman che passa esattamente tra 10 minuti." - Gli rispondo indicandogli la fermata del pullman poco più avanti.
"Ti accompagno io a casa." - Mi dice sbloccando con un telecomando la macchina che è proprio ferma davanti a noi.
"Sicuro che non sia un problema?"- Gli chiedo alzando un sopracciglio.
"Assolutamente no, altrimenti non te lo avrei neanche chiesto." - Mi dice mentre fa il giro intorno alla macchina per raggiungere il lato guida.

Ma proprio quando sto per aprire il mio di sportello, una voce fin troppo familiare mi richiama.
"Adelaide" - Esclama colui che speravo di non incontrare più, almeno per oggi.
"Giacomo." - Sbuffo sonoramente.
"Ti devo parlare." - Mi dice avvicinandosi.
"Ti hanno ridato la lingua allora." - Lo prendo in giro.
"Sono serio." - Mi dice guardandomi attentamente.
"Anch'io lo ero quando per una settimana intera ho cercato di parlare con te ma tu mi hai ignorata completamente." - Incrocio le braccia al petto.
"Sono stato molto occupato." - Si giustifica lui.
"Bene, adesso sono io quella ad essere occupata." - Poi afferro la maniglia, apro lo sportello e mi infilo là.
Quando Emanuele mi segue, sedendosi dal lato guida e mettendo finalmente in modo la macchina, mi guarda totalmente confuso.
"Mi spieghi che succede?"-Mi chiede mentre io continuo a guardare Giacomo lì fermo sul ciglio del marciapiede.
"Lascia stare" - roteo gli occhi infastidita.

Non so con che tipo di donne è abituato Giacomo, ma sicuramente con me non può fare questo gioco.

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