XVI

298 17 6
                                    

LUNA' S POV :

Mi sveglio di soprassalto. Mi tiro su di scatto e mi poso una mano sul petto. Faccio fatica a respirare, e mi sembra di avere appena finito di correre una maratona anziché essermi appena svegliata. Chiudo gli occhi e disperatamente cerco di calmarmi ma non ci riesco. Detesto quando poi arrivo alle lacrime ed incapace di trattenerle scoppio a piangere. Tiro su con il naso e distrattamente mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. Mi porto le ginocchia al petto e le stringo forte tra le braccia.

Negli ultimi giorni i miei attacchi di panico sono sempre più frequenti; da quando ho deciso di andare a quella stupida festa, e per un momento soltanto ho pensato di poter essere una semplice adolescente che si diverte, balla, beve e ricambia baci. E, invece, non posso perchè alla prima emozione forte che provo, il mostro che mi tormenta da quando sono piccola torna a farmi visita.

Sono tornata anche dalla mia psicoterapeutica, dalla quale non ci andavo da mesi. Ma non riuscendo più a gestire l'ansia, era la cosa più giusta da fare. Mi ha detto che ho fatto bene a lasciarmi andare, anche solo per una sera e che la mia reazione è del tutto normale data la mia malattia. Devo darmi tempo, tornare alla mia quotidianità, evitare persone o situazioni che mi generano ansie e paure, e tutto tornerà alla normalità.

Ecco perchè sono anche giorni che non metto piede nel bar. All'accademia ci sto andando, anzi stiamo lavorando ad un progetto che mi tiene molto occupata, e ne sono felice perchè è veramente l'unica cosa della mia vita che mi fa sentire bene e non una pazza che non riesce ad affrontare le proprie emozioni.
Ma andare al bar mi metteva un'ansia assurda. So per certo che Matteo è andato lì più volte e mi ha cercato. Lo so perchè me lo ha detto Adelaide, che è venuta a trovarmi molto spesso in questi giorni. Confidarmi con lei e sua sorella mi ha fatto sentire sollevata, ed adesso so che non devo inventarmi più scuse se non voglio fare qualcosa per paura degli attacchi di panico.
Anche Francesco è venuto a trovarmi, per assicurarsi che stessi bene. Avere un amico come lui, e sapere che posso contare su di lui per qualsiasi cosa, mi fa sentire meno sbagliata.

Per quanto riguarda Matteo, so che devo dargli per lo meno una spiegazione sensata, ma non so proprio cosa raccontargli. Spiegargli la mia malattia è fuori discussione, perchè ci siamo scambiati solo un piccolo bacio da ubriachi, e lui sono sicura non capirebbe. Potrebbe pensare che la mia reazione è esagerata, o che addirittura se mi è venuto un attacco di panico per un semplice bacio chissà cosa potrebbe succedermi per altro. Semplicemente non voglio che pensi niente di tutto ciò.

So anche però, che devo tornare a lavoro, perchè la mia psicoterapeutica mi ha consigliato di farlo ed anche perchè non voglio far preoccupare ulteriormente i miei genitori. I quali sanno solo che mi è venuto un attacco di panico nel bel mezzo di una festa, ma non sanno proprio tutta la storia.

Quindi, dopo essermi ripresa dal mio attacco di panico mattutino, faccio una doccia calda impegnando più tempo del dovuto a lavarmi. Indosso un semplice maglioncino nero a collo alto, e dei semplici jeans che scendono a zampa, e poi passo alla mia ricca colazione con tanto di pancakes ed una tazza enorme di cappuccino.
Quando esco di casa, noto che su Roma c'è il sole anche se siamo quasi sotto Natale, e questo mi rincuora. Una brutta giornata con tutto quello che sto passando, non potrei proprio sopportarla.

"Non ci credo, sei tornata finalmente."- Adelaide lascia la sedia che stava sistemando vicino ad uno dei tavolini, e corre ad abbracciarmi.
"Già."- Ricambio il suo abbraccio, ridendo leggermente.
"Hey, lasciami abbracciare la mia migliore amica."- Francesco cerca di staccarmi Adelaide da dosso, ma non ci riesce. Così si arrende, e decide di abbracciare tutt'e due, allungando le braccia intorno sulle nostre spalle.
"Mi sei mancata così tanto."- Mi dice Francesco mentre mi da un bacio tra i capelli.
"Anche voi mi siete mancanti." - Ammetto sincera.
"Ora stai bene, vero?"- Mi chiede Adelaide, spostando leggermente la testa per guardarmi meglio, ma restando comunque in quello strano intreccio di noi tre abbracciati.
"Sì, credo di sentirmi un po' meglio, e sicuramente tornare alla mia quotidianità mi aiuterà tantissimo." - Le spiego.
"Noi siamo qui per te, sempre e per qualsiasi cosa."- Mi sorride Francesco, e sapere di avere loro a sostenermi mi fa sentire sicuramente meglio.

// Quel Filo Che Ci Unisce //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora