XXII

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LUNA'S POV:

Sono sempre stata un'amante della letteratura in generale, nella mia borsa insieme alla macchina fotografica porto sempre con me un libro. Mi piace leggere qualsiasi cosa, dai romance, ai dark, ai gialli, e anche i classici, qualsiasi storia per me vale la pena essere letta e vissuta.
Negli ultimi giorni ho ripreso a rileggere Orgoglio e Pregiudizio, uno dei miei libri preferiti che ho letto penso una decina di volte. Ed anche a lavoro lo tengo sotto il bancone, così che quando sono in pausa o comunque non c'è quasi nulla da fare, lo prendo e mi metto a leggere.

"Elizabeth volle che Mr. Darcy le raccontasse quando si era innamorato di lei. "Come è cominciato?" disse. "Posso capire il piacere di proseguire, una volta iniziato, ma che cosa ti ha dato la prima spinta?"
"Non so dire l'ora, il luogo, lo sguardo, o le parole che hanno posto le basi. È stato troppo tempo fa. Mi ci sono trovato in mezzo prima di accorgermi che fosse cominciato."
"All'inizio avevi resistito alla mia bellezza, e per quanto riguarda i miei modi... il mio comportamento con te era a dir poco sempre al limite della scortesia, e non mi sono mai rivolta a te senza il desiderio di darti più fastidio che altro. Ora sii sincero; mi ammiravi per la mia impertinenza?"
"Ti ammiravo per la vivacità della tua intelligenza."
"Puoi anche chiamarla impertinenza. Era poco meno. Il fatto è che eri stufo di cortesie, di deferenza, di attenzioni invadenti. Eri nauseato da donne che parlavano, si comportavano, pensavano solo in funzione della tua approvazione. Ho suscitato il tuo interesse perché ero così diversa da loro. Se non fossi stato davvero amabile, mi avresti odiata per questo; ma nonostante la pena che ti davi per apparire diverso, i tuoi sentimenti sono sempre stati nobili e giusti, e in cuor tuo disprezzavi profondamente le persone che ti facevano la corte con tanta assiduità. Vedi... ti ho risparmiato il fastidio di spiegarlo; e in effetti, tutto considerato, comincio a credere che sia una cosa perfettamente ragionevole. In realtà, in me non distinguevi nessuna reale bontà... ma nessuno pensa a questo quando si innamora."

Leggo tra me e me, o almeno spero, nella pausa pranzo mentre addento il mio panino.
Ma all'improvviso il mio libro vieni letteralmente strappato via dalle mie mani.

"Seriamente leggi queste cose così smielate?"- La voce di Adelaide rimbomba tra le parenti del bar vuoto, mentre con gli occhi va su e giù sulle pagine del mio libro. Ero così presa dalla lettura che non me n'ero neanche accorta che fosse entrata.
"Tu non capisci queste cose."- Le rispondo alzando gli occhi al cielo.
"Sembravi stessi recitando Romeo e Giulietta."- Mi risponde ridendo mentre mi restituisce il mio libro.
"Stavo leggendo ad alta voce?"-Chiedo imbarazzata.
"Sì."- Continua a ridere lei mentre mi prendo a schiaffi mentalmente.
Capita così spesso che mi immedesimo nel libro che leggo ad alta voce, e questo purtroppo succede anche quando sono in mezzo alle altre persone.

Adelaide poi si schiarisce la voce per tornare seria ed esclama.-"Ma comunque sono qui nel mio giorno libero perchè ho una sorpresa per te."
"Che sorpresa ?"- Chiedo confusa e sinceramente anche un po' impaurita perchè conoscendola potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa.
D'improvviso da dietro il bancone salta su Ginevra, la sorellina di Adelaide.
"Sono io la sorpresa!"- Esclama facendo una giravolta.
"Ginny! Ma che bellissima sorpresa."- Sono veramente tanto contenta di vederla. Ginevra è un esplosione di entusiasmo ed anche se ogni volta che lei è arrivata a Roma ci siamo sempre messe nei casini per colpa sua, non posso non dire che sono state delle esperienze bellissime per me.

"Come stai? Va tutto bene?"- Mi chiede preoccupata. L'ultima volta è stato un po' un disastro con la festa, il mio attacco di panico e tutto quello che è successo dopo, quindi è ovvio che sia preoccupata.
Sospiro e poi mi decido a risponderle.-"Non è stato un bellissimo periodo, ma ora sto bene."
"Menomale, perchè adesso ci sono io e starò qui per le vacanze di Natale quindi preparati per tutto quello che dovremmo fare."- Batte le mani euforica.
"Mi fa piacere che tu sia qui."- Le sorrido sincera.
"A proposito il vostro collega, quello figo con i tatuaggi, non c'è?"- Si guarda intorno.
"Ignorala."- Mi sussurra Adelaide.
"Francesco non c'è, è tornato a casa per la pausa pranzo. Il suo turno è tra un'oretta, circa."- Decido comunque di rispondere a Ginevra.
"Peccato, volevo salutarlo."- Si appoggia al bancone afflitta.
"Ma smettila."- La sorella le da un leggero pizzicotto sul braccio.
"Comunque, visto che è tutto apposto.. Stasera vieni con noi ad una festa?"- Mi chiede, e subito Adelaide la fulmina con lo sguardo.
"Ginny non credo sia il caso."- Mi fa piacere che si preoccupi per me, ma sto bene quindi posso fare qualsiasi cosa.
"Tranquilla, va tutto bene. Sto bene e posso andare alle feste."- La rassicuro.
"Scusa, non pensavo che fosse un problema." - Ginevra abbassa lo sguardo imbarazzata.
"Non è un problema, sul serio, ragazze. Sto bene, ed anche la mia psicologa continua a ripetermi che devo uscire e tornare alla mia quotidianità. "
"E se poi succede quello che è successo l'ultima volta che siamo andate ad una festa?"- Mi chiede allarmata.
"Purtroppo non posso prevedere quando mi verrà un attacco di panico, la mia malattia non funziona così. Ma non posso più farmi condizionare da essa, ho voglia di uscire  e venire ad un'altra festa, bere, e divertirmi, proprio come fate voi e il resto delle altre persone."- Confido a quelle che ormai sono diventate le mie amiche.
"Allora andiamo a questa festa insieme, e non ci separiamo neanche per un secondo. Se dovesse capitare, allora tieni sempre il telefono con te con il mio numero salvato nei preferiti , in modo che se ti venisse un attacco di panico mi chiami ed io corro da te."- Mi spiega Adelaide, ed è la cosa più dolce che mi abbiano mai detto.
"Segna anche il mio numero, così puoi chiamare anche me."- Aggiunge poi Ginevra.
"Grazie ragazze, veramente. A parte Francesco non ho mai avuto amici con i quali uscire perchè avevo paura della loro reazione nel momento esatto in cui gli dicevo della mia malattia."- Sorrido alle ragazze, sentendomi improvvisamente grata per tutto quell'affetto.
"Beh perchè non conoscevi le sorelle Bianchi."- Mi risponde Ginevra, spostandosi indietro i capelli, facendomi ridere.

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