IV

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ADELAIDE'S POV:

Non ho molta voglia di andare a lavoro dopo la festa di ieri, ma purtroppo se voglio restare a Roma, pagarmi l'affitto, pagarmi le bollette ed anche i corsi sono costretta ad alzarmi dal letto.
Non mi è mai pesata la mia indipendenza, anche quando abitavo a Napoli con mio padre e mia sorella, oltre a studiare facevo anche dei piccoli lavori. Ho sempre voluto troppe cose: vestiti, trucchi, andare dal parrucchiere, uscire con le mie amiche, e solo con lo stipendio di mio padre non potevamo permettercelo, quindi ho sempre lavorato fin da adolescente.

Quindi dopo aver fatto la doccia, infilato i vestiti che indosso di solito per il lavoro, prendo una brioche al volo corro a prendere il pullman prima di perderlo.

Fortunatamente arrivo a lavoro in orario, ma dentro ci sono già tutti. Li saluto sorridendo sussurrando un "buongiorno" e poi vado a posare le mie cose in camerino.
Quando esco la mia attenzione viene subito cattura da Luna che con la testa bassa sta mettendo a posto i tavolini. Non credo di averla mai vista arrabbiata o comunque triste da quando lavoro qui ma stranamente oggi la vedo pensierosa, e non vorrei sia colpa di quello che le ho detto.
Così con la scusa di aiutarla mi avvicino a lei.
"Sei arrabbiata con me?"- le chiedo senza troppi giri di parole.
"Come, scusa?"- mi guarda confusa.
"Per aver insistito per la festa di ieri sera, per averti fatto pressione per sapere che cosa ti avesse detto Matteo, e perchè non riesco mai a tenere a freno la lingua."- scrocchio le dita in modo nervoso.
"E' tutto okkei, stai tranquilla."- mi sorride e le si forma quell'adorabile fossetta sulla guancia.
"Sicura? Mi sembri molto pensierosa."- mi sento  a disagio, non sono molto brava nei rapporti sociali con le altre ragazze.
"Sono pensierosa per il servizio fotografico."- mi spiega lei.
"Quindi non sei arrabbiata con me?"- chiedo ancora conferma, ci mancherebbe solo che i suoi genitori mi licenziassero  perchè ho litigato con Luna.
"La tua schiettezza  non mi dispiace, tranquilla, e credimi ci vuol un bel po' di impegno per far arrabbiare una come me."- sembra sincera, il che mi fa pensare  che effettivamente non è arrabbiata con me.
Tiro un sospiro di sollievo e dopo aver ricambiato il sorriso di Luna mi metto anch'io a lavorare.

E' tardi pomeriggio, ormai, ed io sto solo aspettando la fine del mio turno cosicché possa tornare a casa e rimettermi a letto con una bella vaschetta di gelato a guardare qualche film.
Sono ferma vicino al bancone, cancellando dal block notes tutte le ordinazioni già portate ai clienti, quando vedo Luna  posta al di là del bancone, strabuzzare gli occhi.
"Che c'è ? Che succede ?"-le chiedo confusa.
"Loro sono qui."- mi risponde lei mentre il suo sguardo è fisso su un punto preciso alle mie spalle.
"Loro chi?"- le chiedo e nel frattempo mi giro per capire meglio di cosa stia parlando.
Nel bar sono appena entrati chiacchierando allegramente mentre prendono posizione ad uno dei tavolini, alcuni attori del cast di mare fuori che ieri erano qui alla festa. Riconosco subito Giacomo, che è sempre quello più alto degli altri, e poi c'è Matteo che ieri sembrava veramente interessato a parlare di non so cosa con Luna, e ci sono anche Antonio e Nicolò. E' stato bello averli tutti qui ieri, come ho detto anche a Luna sono fan della serie, ma non capisco perchè siano tornati.
"E' un problema?"- chiedo tornado a guardare Luna.
"Non li voglio nel mio bar."- mi dice facendo finta di pulire il bancone che in realtà luccica.
"E perchè?"- alzo un sopracciglio in modo confuso.
"Ne abbiamo già parlato ieri sera."- mi risponde con una scrollata di spalle.
Sospiro e poi le comunico che sarei andata io a prendere le loro ordinazioni. A me sinceramente non mi fanno nessun effetto, quindi mi avvicino a loro mostrando il mio miglior sorriso.
"Buongiorno, benvenuti da Giunti al Punto. Cosa posso portarvi?"- chiedo cordialmente.
"Ciao Adelaide."- E' Giacomo quello a parlare per primo, probabilmente avrà letto il mio nome sulla targhetta perchè non penso proprio che si ricordi di me dal set fotografico dell'Accademia di Luna.
Avrà notato il mio sguardo stranito, infatti si affretta a rispondermi.- "Mi ricordo il tuo nome, ci siamo presentati all' Accademia."
"Sì, certo. Abbiamo posato insieme e poi tu ci hai chiesto di un posto dove organizzare la festa del tuo amico."- inizio a parlare forse troppo, perchè Giacomo strabuzza gli occhi, segno che evidentemente non avrei dovuto dire quella cosa davanti ad i suoi amici.
"Si' proprio tutt scem. Ci avevi detto che la festa la avevi organizzata già una settimana fa."- la voce di Antonio che lo rimprovera mi fa capire che sì, molto probabilmente ho detto troppo.
"Forse non avrei dovuto dirlo."- mi  mordo l'interno della guancia destra, devo imparare a contare fino a 10 prima di parlare.
"In realtà tutti i locali erano occupati, ma poi  ho conosciuto Adelaide che insieme alla sua amica, che è la figlia dei proprietari di questo bar mi hanno aiutato ad organizzare qui la festa."- cerca di difendersi Giacomo.
"Quindi letteralmente ti ho salvato il culo."- alzo gli occhi al cielo.
Di nuovo, cazzo, Adelaide, conta fino a 10 prima di parlare.
"Sì, direi proprio di sì"- Giacomo ridacchia.
"Quindi mi devi un favore."- gli sorrido in modo ammaliante.
"Qualsiasi cosa ti serva."- riduce gli occhi a due fessure, scrutandomi attentamente.
"Ci devo pensare."-  potrebbe essere un vantaggio per me questa conoscenza con un attore famoso.
"Ma nel frattempo se non mi rimetto a lavoro sarò licenziata, quindi mi dite cosa devo portarvi."- continuo io, facendo ridere gli altri ragazzi.
Una volta segnato le loro ordinazioni, do la comanda  alla mamma di Luna dietro il bancone, mentre la ragazza mi guarda in modo truce.
Non capisco questo astio che prova nei confronti dei ragazzi, non li conosce neanche. A me stanno simpatici, e poi un favore da parte di un attore potrebbe aiutarmi a lavorare nel mondo della moda, che è quello che mi interessa di più sinceramente.

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