San Quintino

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Il viaggio di Kelly verso la clinica sembrò infinito.
Quando il suo cellulare squillò e aveva visto il numero della clinica Kelly era crollata. Aveva avuto paura che Brandon non ci fosse più, che fosse andato via, in silenzio e da solo.
Fissò il telefono senza riuscire a raccogliere un solo pensiero e non rispose.
La seconda telefonata fu di Jim. La avvertiva che l'incubo era finito, che Brandon era sveglio.
Sveglio. Aveva aperto gli occhi e rispondeva alle domande. Quelle del tipo "come ti chiami" "chi è il presidente degli Stati Uniti" "come si chiamano tua moglie e i tuoi figli" "in che anno siamo".
E ora correva Kelly, correva senza vedere davvero nessuno.
Quando entrò nella sua stanza, lui era seduto sul letto. Appoggiato ai cuscini. I suoi occhi blu la fissarono.
"Oh mio Dio" sospirò lei mentre si sbriciolava e si buttò fra le sue braccia baciandolo sul volto.
"Oh mio Dio, sei tornato" continuava a sussurrare Kelly.
"Ciao amore mio" disse lui.
"Credevo... " Kelly non riuscì ad arrivare alla fine della frase.
"È tutto a posto. Andrà tutto bene" disse lui accarezzandole i capelli.
Qualche minuto dopo arrivò Brenda. Anche per lei il senti che la tensione di quei giorni la stava facendo precipitare al suolo. Baciò suo fratello. Si strinse a sua madre e suo padre, a Grace che aveva afferrato suo padre per una mano e temeva che potesse di nuovo scivolare via, e a Samuel. Samuel i cui occhi parlavano mentre quelli di suo padre sembravano non ricordare nulla.
Andrea rassicurò che dai primi esami neurologici Brandon sembrava stare bene. Doveva recuperare il debole tono muscolare e per questo necessitava di tanta fisioterapia per cui lo avrebbero trattenuto ancora in ospedale.
I ragazzi avrebbero voluto passare la mattinata con il padre ma Kelly insistette perché andassero a  scuola e Brandon riposasse. E così andarono via con la promessa di rivedersi il pomeriggio, e poi il giorno dopo, e quello ancora.
"Dylan?" chiese Brandon con innocenza.
Il viso di Brenda si spense.

A Brandon non sfuggì il silenzio assordante che si era diffuso nella camera.

"Che cosa è successo?"

Brenda fece un lungo sospiro "Dylan è stato arrestato"

"Arrestato per cosa?"

"Stupro"
Brandon si guardò intorno sembrava uno stupido scherzo e si rese conto che uno scherzo non era.

"Che cosa è successo... stupro di chi?"

Kelly  capì il momento e lasciò soli Brandon e Brenda.

Se avesse potuto Brenda avrebbe rimandato il momento, come era strana la vita, suo fratello era tornato e avrebbe dovuto essere il momento più bello della sua vita, invece un'ombra l'avvolgeva, le impediva di respirare.

Brenda prese una sedia, quella sedia che in tanti giorni era stato il suo confessionale quando parlava per ore con un Brandon incosciente ed incerto.

"Ashley Monroe.." cominciò a raccontare.

XX

Dylan era finito in cella con un certo Philip Ballard, un tizio di origine indiane, che non parlava quasi mai, Dylan non sapeva neanche per che cosa fosse dentro, cosa poteva aver fatto Philip di così terribile. Forse era innocente come lo era lui. Non si erano scambiati molte parole, e a Dylan andava bene così, non guardava nessuno, non si interessava a nessuno. Qualche volta gli avevano offerto qualche bottiglia di nascosto, a prezzi improponibili, era una vera tentazione. Dylan avrebbe voluto bere fino allo sfinimento. Fino a non ricordare più niente ma il pensiero di Luke, Lee Ann, Blanca e Brenda lo tenevano in superficie.

Le celle erano aperte, era il momento delle docce per il suo blocco di detenuti. Dylan si sbrigò, quel pomeriggio avrebbe avuto la visita di Brenda. Matt era riuscito ad ottenerne una, una visita coniugale, al quale anche il peggiore dei criminali pare avesse diritto .
Si infilò sotto il soffione dell'acqua calda e per un attimo chiuse gli occhi, immaginò di trovarsi a casa sua, che da un momento all'altro Brenda avrebbe aperto la porta scorrevole e si sarebbe infilata nella doccia insieme a lui..

Confini. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora