Il Toro osservava Dylan. Sembrava una bestia che aspettava il momento giusto per attaccare la sua preda.
Sembrava annusarlo da lontano, goderne in qualche modo e Dylan lo sentiva addosso, sapeva che il momento sarebbe stato inevitabile, che prima o poi si sarebbe trovato faccia a faccia con lui e con i suoi scagnozzi, e nessuno si sarebbe messo contro il Toro.
Si era solo calmato dopo l'ultima punizione subita era diventato il sorvegliato speciale, poteva muoversi poco, aspettava solo che le guardie abbassassero l'attenzione, intanto mandava messaggi a Dylan. Philip l'indiano lo vedeva tornare con qualche livido sul volto e sapeva che Dylan non aveva ceduto.
Continuava a ripetergli che gli spiriti del male sarebbero andati a prenderlo e che il giorno era quasi arrivato, di non cedere in nessun modo.
Philip e Dylan avevano stabilito un contatto, qualcosa di molto profondo. Dopo le confidenze di lui sul perché fosse condannato alla prigione a vita, Dylan sentiva di aver trovato un alleato silenzioso, Philip era in ogni luogo senza essere davvero in nessun luogo.
L'ufficiale lo venne a chiamare.
"Mckay c'è il tuo avvocato" gli disse.
Dylan si alzò dalla branda, fece un cenno all'Indiano e poi si incamminò lungo i corridoi, passando di cella in cella compresa quella del Toro che lo guardò passare con un sorriso meschino e maligno.
Dylan fece tutta la procedura, fu perquisito, fu ammanettato e fu portato davanti alla cella dei colloqui. L'unica cosa buona di vedere Matt era che i colloqui con i difensori venivano fatti in una stanza separata, senza guardie che ti osservavano, solo una telecamera silenziosa e senza audio che veniva osservata nella sala controllo.
La porta metallica si aprì rumorosamente. L'ufficiale tolse le manette a Dylan e lui entrò nella stanza.
Vide Matt e poi vide Brandon accanto a lui. Il suo cuore si inondò di gioia in un solo istante. Le lacrime gli salirono agli occhi. Brandon aveva trovato il coraggio di fare ciò che lui non era riuscito a fare nei mesi in cui la vita di Brandon era rimasta attaccata ad un filo e a migliaia di tubi che lo tenevano in vita.
Voleva dire qualcosa, voleva muoversi ma sapeva che se fosse andato oltre ad una stretta di mano le guardie sarebbero immediatamente intervenute, l'unica cosa che lo salvava era che non c'era audio in quella stanza, spiare i colloqui tra difensore e detenuto era assolutamente vietato.
Brandon lo vide entrare e anche il suo cuore sentì il dolore della distanza. Dylan era dimagrito, i suoi occhi di color mandorla erano spenti e si erano riaccesi immediatamente non appena lo aveva visto. C'era fra loro un tacito abbraccio, strettissimo, fraterno.
"Abbiamo dovuto dire che era il mio assistente" disse Matt con un sorriso.
"Ti hanno dimesso dalla clinica?" chiese Dylan sinceramente felice.
"No, non direi, sono scappato"
"Sei cosa? Wow Walsh, stai diventando un rivoluzionario"
Brandon rise divertito "Volevo vederti"
"Sono felice che tu sia qui" gli rispose Dylan sinceramente.
"Si anche io"
Seguirono attimi di silenzio in cui i due si guardarono negli occhi poi Dylan si rivolse solo a Matt sotto lo sguardo attento di Brandon.
"Brenda ha visto i documenti del divorzio? Gliene hai parlato?"
Matt fece un cenno di assenso con la testa " gliene ho parlato ma si rifiuta di firmare, ho lasciato una sua lettera all'ingresso te la recapiteranno più tardi spero, e la sua unica risposta e non la cambierà".
Dylan sospirò in cuor suo era felice che Brenda non avesse firmato, sapeva che il loro legame unico non si poteva spezzare con una stupida firma su un foglio di carta ma sapeva altrettanto quanto questa situazione le avrebbe creato enormi problemi, problemi che Brenda già aveva.
"Come stanno i miei figli?" chiese Dylan.
"I tuoi figli stanno bene, Luke e Lee Ann stanno spesso da Jim e Cindy, oppure con Grace, la scuola è finita e quindi sono protetti dalle notizie che parlano di te o di Brenda" rispose Brandon un mezzo sorriso.
"E Brenda? "
"Brenda sta lottando insieme a te."
Dylan si mise la testa fra le mani "è un incubo"
"Abbiamo deciso di mandare Valerie per agganciare Ashley e vedere se scopre qualcosa"
Questa notizia fece immediatamente alzare la testa a Dylan "Valerie?"
"Ci è sembrata l'idea più giusta, lo sai come è Valerie se vuole, potrebbe manipolare chiunque"
"E lei cosa ha detto?"
"Non glielo abbiamo ancora chiesto ma non penso che ci dirà di no" Brandon finì la frase con una smorfia di dolore, le gambe gli facevano ancora male, aveva ancora dolore e presumibilmente aveva bisogno di riposare, alla clinica probabilmente avevano già avvertito Kelly e lui sapeva che l'avrebbe ritrovata arrabbiata ma l'esigenza di andare da Dylan non era più controllabile, soprattutto dopo che Dylan aveva fatto arrivare le carte del divorzio, dopo aver visto il profondo dolore della sorella, la sua difficoltà a respirare.
"Che cosa dovrebbe fare Valerie'" chiese Dylan.