Debiti di parole

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"Io vorrei capire come può essere successa una cosa del genere!" Dylan non riusciva a stare seduto.
"Signor Mckay, stiamo cercando di capire anche noi, chi abbia fatto quel CD e come sia finito nei CD programmati per la serata"
"Dylan siediti" gli disse Brenda con aria triste.
"Mia figlia è stata umiliata ..." rispose Dylan che non poteva sopportare di vedere Blanca chiusa in camera sua per giorni senza mangiare.
"Blanca è la benvenuta quando tornerà a scuola. Gli studenti dimenticano in fretta. Siamo disponibili a dare tutto il supporto psicologico che serve a sua figlia. Sono stati dieci secondi di filmato a cui pochi hanno fatto caso, l'argomento del giorno è già un altro".
Brenda sospirò. Sapeva che non avrebbero trovato un colpevole. Il West Bev aveva duemila studenti. Poteva essere ognuno di loro. Qualcuno che per caso aveva visto la scena e l'aveva filmata.
Dylan non aveva trovato soddisfazione e Brenda lo conosceva molto bene. Se avesse potuto, Dylan sarebbe andato a perquisire e controllare ogni singolo studente.
"La mia porta è sempre aperta per Blanca" disse la Signora Miller "è più la paura del primo giorno che altro".
Brenda e Dylan strinsero la mano alla Miller e uscirono dall'ufficio.
"Dylan non puoi reagire in questo modo alle persone".
"Non capisco perché tu non sia sconvolta, nostra figlia è chiusa in camera da una settimana, si rifiuta di parlare con noi, si rifiuta di parlare con chiunque, e non mangia, ed è stata umiliata":
"Possiamo solo aprire il nostro cuore Dylan, se Blanca ti vede arrabbiato penserà che ha fatto qualcosa di sbagliato e non ha fatto nulla di sbagliato."
"Tu sapevi che aveva una cosa con Nate e non mi hai detto niente, hai permesso che venisse tutti i giorni a casa nostra".
"Non è questo il punto Dylan, è una cosa nata all'improvviso e Blanca voleva prima chiarirsi le idee prima di parlarne a te."
"Perché??" Dylan si era agitato.
"perché quando si tratta di lei o della nostra famiglia sei rigido e protettivo e aveva paura di deluderti".
"questo è assurdo..." sussurrò Dylan.
Brenda gli accarezzò la guancia con amore "il nostro problema adesso è aiutare Blanca poi penseremo al resto."
Nel parcheggio Dylan e Brenda videro il suv di Brandon e la macchina di Kelly trovare posto.
Attesero che Brandon e Kelly scendessero dalle loro auto, avevano entrambi le facce scure.
Erano tutti adulti ma non potevano fare nulla l'imbarazzo stava prendendo il sopravvento.
"Hei" si abbracciarono mollemente.
"Abbiamo appuntamento dalla Miller a causa delle botte che si sono dati Nate e Samuel la sera dello Spring Dance" disse Brandon.
Kelly non profferiva una parola, odiava tutta quella situazione e seppur ragionevole, inconsciamente dava la colpa a Blanca per la trasformazione di suo figlio. Samuel era un bravo ragazzo ma improvvisamente lei non riusciva più a riconoscerlo. Precisamente da quando aveva cominciato quella cosa con Blanca.
Brenda sapeva esattamente cosa stava pensando Kelly ma decise di ignorarla. Non avrebbe cominciato la terza guerra mondiale.
"Come sta Samuel?" chiese Brenda sinceramente preoccupata.
"Sta bene" rispose Brandon che non riusciva a nascondere lo squilibrio di quel momento "e Blanca?"
"Non sta bene" rispose Dylan in maniera dura "questi stronzi l'hanno umiliata davanti a tutti. Forse è stato qualcuno che ce l'aveva con lei oppure con Nate, qualcuno, che aveva interesse a farle del male".
Lo sguardo di Dylan dondolava tra Brandon e Kelly e fu Kelly ad innervosirsi quasi subito.
"Non crederai che sia stato Samuel?" disse con uno sguardo d'acciaio.

"Io non lo so chi è stato" rispose Dylan con le braccia conserte.

"Ok" cercò di intervenire Brenda "penso che dovremmo darci tutti una calmata"

"Si, lo penso anche io" rispose Brandon "forse è meglio rinviare questa conversazione ad un altro momento... dobbiamo andare" disse rivolgendosi a Kelly.

Le due coppie si salutarono freddamente ognuno con le proprie preoccupazioni e i propri guai.

Nell'Ufficio della professoressa Miller erano presenti anche Joe e Samuel.

Il ragazzo stava con la testa bassa, erano giorni che non parlava con nessuno, si faceva vedere alle lezioni ma pensava ai fatti suoi, l'unico con cui dialogava era Jake. Una presenza costante, con il suo mondo a parte, le sue canne, la sua birra e il suo universo sul tetto della scuola.
Samuel non voleva più vedere i volti e quelle stanze che una volta gli erano appartenuti, ogni mattina Emma lo attendeva per gli allenamenti ma lui non si era più presentato, eppure Emma aspettava con la speranza di vederlo arrivare e Samuel la osservava dalla finestra. Cinque, dieci minuti, poi Emma attivava il cronometro e andava via e Samuel si ritirava nella sua stanza.
A scuola evitava chiunque.
Non conosceva esattamente cosa gli avesse fatto più male, non riusciva a dargli un nome, se Blanca, se Nate, se quelle immagini, se il sentirsi tradito ed erano stati inutili e vani anche i tentativi dei suoi genitori di parlare con lui.
La Signora Miller si schiarì la voce.
"Noi non tolleriamo la violenza Samuel, in nessun modo, e non vogliamo neanche sapere perché ti sei gettato in quella maniera nei confronti di Nate, credevo che foste amici fraterni" proseguiva la professoressa Miller.
"Sei in punizione per i prossimi 15 giorni, hai l'obbligo di frequentare le lezioni. Dovrai presentarti qui ogni mattina alle ore 07.00 ed aiutare l'allenatore nella sistemazione del campo e degli spogliatoi. Non potrai partecipare a nessuna attività sportiva".
Samuel teneva la testa basta sotto lo sguardo di Brandon e Kelly. Questa era la sua punizione e non si sarebbe ribellato.
"La stessa punizione è stata comminata a Nate, così sarete obbligati a convivere e se siete abbastanza intelligenti sarete obbligati anche a risolvere i vostri problemi".

Confini. Beverly Hills 90210Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora