Se è la guerra che vogliono...

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Qualche giorno dopo...

Draco's pov

- Buongiorno - disse la McGranitt entrando in casa di Percy.

Dopo quello che era successo la professoressa aveva deciso di tornare al motel in cui era tutta la squadra che era venuta in America per prendermi era ospite. Voleva vedere la situazione e capire come si sarebbero mossi da quel momento in poi. Io ero rimasto da Percy con Hermione e cercavo di guarire senza maledire troppe persone, mentre la mia, ormai ufficiale ragazza, passava il tempo tra tisane rilassanti e tazza del water a rimettere pure l'anima. Per il resto, Percy ci controllava a vista e Annabeth faceva del suo meglio per aiutare Hermione. Se lei era incinta questo era ancora un mistero. Non aveva confermato e ne smentito e non aveva voluto fare nemmeno il test di gravidanza.

- A cosa dobbiamo la visita? - chiese Percy spegnendo il televisore.

Mai come quel giorno ci stavamo rilassando: io era seduto sul divano ed Hermione era allungata con la testa sulle mie gambe mentre giocavo con i suoi ricci; Percy era sulla poltrona con Annabeth sulle gambe, fino a quando lei non si era alzata per aprire la porta.

La McGranitt lo guardò stringendo le mani in grembo e deglutendo. Mai, in 17 anni di vita non avevo mai visto la professoressa agitata o in soggezione. Percy riusciva a fare cose del genere con un solo sguardo. Avrei voluto avercela io la sua abilità.

- Non ho buone notizie - disse.

Ecco spiegata l'agitazione.

- Tanto peggio di così - disse Percy buttando la testa all'indietro sul divano.

La McGranitt strinse le labbra.
Avevo la sensazione che quello che stava per dire era decisamente peggio.

- Il Ministero...vuole dichiararvi guerra - annunciò - Perché, dicono, che vi siete opposti alle nostre condizioni e avete interferito con la nostra missione. Hanno contattato i migliori maghi che abbiamo a Diagon Alley e un gran numero ha risposto positivamente, saranno qui a giorni -

- Stiamo scherzando?! - esclamò Hermione mettendosi seduta - Come è possibile che una disputa con i Mangiamorte si è trasformata in una guerra contro i semidei?! È...pura follia! -

- Non c'è niente che possiamo fare per fermarli? - chiesi mettendo una mano sulla schiena di Hermione per calmarla.

- Hanno chiesto...la testa...dell'erede di Serpeverde - disse a mezza bocca.

Sgranai gli occhi scioccato ed Hermione imprecò.
Guardai Percy. Tutto quel casino era successo a causa mia, era colpa mia, anche il fatto che il mio amico si era inimicato il Ministero per aver tagliato la mano e picchiato il Ministro della Magia.

- Di loro che sono io l'erede di Serpeverde. Che ci siamo sbagliati e di che ho intenzione di andare dai Mangiamorte e aiutarli a distruggere... -

- Oh Taci! - sbottò Percy interrompendomi - La tua più o meno ragazza ha in grembo tuo figlio, vuoi lasciare un bambino senza suo padre? -

- Io... - balbettai.

Ovvio che no! Ma non potevo nemmeno permettere che uccidessero lui!

- Qual'è il problema? Se è la guerra quello che vogliono l'avranno - rispose Percy - Cosa? Pensate che la cosa possa spaventarci? Io personalmente ne ho già combattute due e poi...il vostro esercito deve ancora arrivare, voglio vedere se riuscirà a raggiungere New York incolume -

- Ma Percy! Una guerra è pur sempre una guerra, non sappiamo quanti maghi arriveranno e quando e... - continuai per cercare di dissuaderlo ma questa volta a fermarmi fu Annabeth.

Avrei trovato un modo. Non volevo morire, non ci tenevo, ma non avrei permesso a nessuno di fare del male a Percy o ai suoi amici.

- Il nostro esercito conta mille persone - disse Annabeth - E parlo solo dei greci e dei romani, Nico è inoltre in grado di chiamare a se l'esercito degli Inferi, e sto parlando di gente morta che quindi non può essere uccisa; e se proprio vogliate che io sia puntigliosa abbiamo alleati a Brooklyn e a Boston e non parlo di un pugno di persone. Non so dirvi il numero preciso ma potremmo riempire tutta Manhattan o una gran parte -

- Mettiamola così...prima di pensare ad attaccare qualcuno nel proprio territorio, dovreste informarvi sulle risorse che hanno i vostri avversari - aggiunse Percy noncurante.

Se era vero quello che dicevano il nostro, di esercito, era solo un quarto del loro.

E fu così che i maghi vennero sterminati.

- Professoressa... - iniziò Hermione ma Percy la bloccò.

- A me può importarmene di meno se ci attaccate o meno, a rimetterci sarete voi e soltanto voi. Fatevi due domande prima di dichiararci guerra e chiedetevi anche perché non vi abbiamo ancora cacciato dalla nostra città- disse - Noi non stiamo cercando lo scontro, state facendo tutto voi, ma se ci dichiarate guerra apertamente allora non staremo ad aspettare che vi decidiate come e quando attaccarci. Se non ritirate il "guanto di sfida" e non fate i bagagli per andarvene dalla mia città, mi assicurerò in primis che il vostro esercito non vedrà nemmeno la costa di New York e soprattutto vi rispedirò personalmente in Inghilterra e vi assicuro che il Ministro non sarà l'unico a ritrovarsi senza una parte del corpo -

Nel dirlo si era alzato in piedi e aveva fronteggiato la professoressa, che da vicino gli arrivava al mento. Inoltre non sapevo se era solo una mia impressione ma nella stanza la temperatura sembrava scesa all'improvviso e l'aria si era fatta quasi elettrica, come se ci fosse all'orizzonte una tempesta in arrivo.

- Percy...Calmati- disse Annabeth.

- Mettiamo in chiaro una cosa...non mi piace perdere la pazienza quindi evitate di farmi incazzare - sbottò il mio amico - Vedete di togliervi di torno -

La McGranitt indietreggiò rischiando d'inciampare nell'ambito. Borbottò qualcosa d'incomprensibile poi chinò il capo e lasciò l'appartamento lasciandoci scioccati.








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