Mi sveglio, scendendo svogliatamente dal mio piccolo letto mono-piazza.
Non capisco perché mia madre non si decida a conprarmene uno a due piazze. Sono figlia unica e ho la stanza tutta per me, mi sento in dovere di avere un letto come si deve.
Sbatto i piedi per terra infilando le ciabatte comode, ma mai quanto le mie adorate Converse...o Vans...o le mie scarpe da ginnastica in generale...
Striscio lentamente e di malavoglia in cucina, dove mia mamma, Caterina, mi aspetta con la colazione già pronta.«Finalmente ti sei svegliata!»
Oddio, ha ancora da dire. Se si lamenta ancora scappo di casa subito.
«Ma mamma! Sono le 9 e 45 di sabato mattina! Si può sapere che hai da lamentarti? In più ieri è finita la scuola, devo recuperare le ore di sonno! E poi non è così tardi.»
La mia vita da studentessa del liceo è conclusa.
Mia madre non sa che non ho intenzione di frequentare l'Università, penso che se lo venisse a sapere mi ucciderebbe immediatamente.
Mi sono diplomata al liceo linguistico. A Milano.
La mia era davvero una buona scuola, il migliore liceo linguistico di Milano, dicono.
Quello che non sanno è che se non sei un figlio di papà pieno di soldi, ti deridono e ti sminuiscono TUTTI.
Mi sono fatta il culo per entrare là dentro e per fortuna sono una che non dà ascolto agli insulti, perciò ho sudato e lavorato duramente e sono riuscita a superare tutti e cinque gli anni senza debiti, inoltre, non per vantarmi, ma ho superato l'esame di maturità splendidamente.«Sempre la scusa pronta tu. Va be...io vado a lavoro, ci vediamo sta sera.»
Mi schiocca un bacio sulla guancia e scappa via.
Quando ha chiuso la porta mi ripulisco la guancia da quello schifoso rossetto rosso opaco che mia madre si ostina a mettere.
"Fa un bell'effetto, dà classe." dice lei.
"No mamma, fa schifo." dico io.Mi sdraio sguaiatamente sul divano e sistemo la canottiera che sì è alzata lasciando intravedere le mie mutande, e chiamo Roberto, il mio migliore amico.
«Ciao Rob. Tutto bene?» lo saluto appena lui sbadiglia un "Pronto?"
«Andava tutto bene, ma poi mi hai svegliato!»
Ignoro il suo commento e gli parlo della ragione per la quale l'ho veramente chiamato.
«Allora...tutto apposto per lunedì, si?»
«È tutto pronto, domani prepara la roba che lunedì ti passo a prendere.»
«Perfetto. Io ho preparato già tutto. Anche la lettera. Lunedì si gira pagina.»
Sorrido mordendomi il labbro e saluto il ragazzo, chiudendo la telefonata.
Lunedì inizierà la mia vita.
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Only Fate (IN CORREZIONE)
FanfictionIl destino è contro di noi. È bastardo. È già deciso. Ma noi possiamo modellarlo a nostro piacimento, possiamo dargli filo da torcere. Spetta a noi decidere se farci calpestare da lui o fargli passare la voglia di andare avanti.