CHAPTER 6

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Il mio cellulare squilla.
Mi sveglio per spegnere la sveglia e ciabatto fino all'armadio.
Prendo degli shorts di jeans, la maglia dei Pink Floyd di mio padre e dei braccialetti.
Vado nel mio bagno personale e mi preparo con calma.
Sono appena le 8.57 quando sono pronta.
Decido di stendermi sul letto e iniziare a truccarmi, giusto una riga di eye-liner e un po' di mascara, come sempre.
Pettino i capelli in una coda alta e mi ributto sul letto.
Scrutò ogni angolo della stanza.
Dio, sembra di stare in un albergo.

«Ludo, sei sveglia?»

Qualcuno bussa alla porta.
Deve essere Grayson.
«Vieni.» dico senza scomodarmi per andare ad aprire la porta.

«Woah, stai bene oggi.» richiude la porta e si sdraia vicino a me.

«Buongiorno.» sorrido verso di lui.
Ci scambiamo dei leggeri baci.

«Oggi siamo soli: Jason è ad una specie di campo estivo e domani parte al mare, Ethan sta da Madi, papà torna venerdì sera e mamma è andata a lavoro e torna verso le sei.» spiega soddisfatto.

«E quale sarebbe il tuo programma, quindi?» chiedo sapendo dove vuole andare a parare.

«Io un idea ce l'avrei.» si avvicina al lobo del mio orecchio per stuzzicarlo.

«Ed è qui che ti sbagli. Se hai intenzione di stare tutto il giorno a strusciarsi nel letto, cambia idea.» ho appena distrutto i suoi piani per la giornata.
«Mi aiuterai a cercare un lavoro.» spiego.
«Dopo mangiato faremo quello che vuoi tu.» concludo.

«Abbiamo appena iniziato e già mi comandi a bacchetta? Non ci siamo.» ridacchia.

Esce dalla stanza e inizia a prepararsi.

Infilo le mie Roch Run e scendo atleticamente le scale.
Mi siedo sul divano e aspetto.

«Sono pronto. Andiamo.»

Prendo la borsa con il cellulare e dei soldi e usciamo.

«Tu e il tuo guardaroba monotono...» gli faccio notare.

«Che vuoi dire?» fa il finto offeso.

«Ieri ti ho visto per la prima volta e avevi dei pantaloncini simili a quelli, poi ti sei cambiato e ne hai messi un paio uguale, poi prima di andare a letto idem...e poi sempre in canottiera...» elenco annoiando lui e me.

«Mica devo andare alla sfilata di moda!» rotea gli occhi.

Lo trascino di nuovo dentro casa e lo costringo a cambiarsi.

Quando apro il suo armadio noto che ha più o meno gli stessi identici vestiti di quelli che indossa.
Curioso un po' e torno con dei pantaloncini di jeans,una maglia bianca a maniche corte, e uno snap back della Jordan.

«Devo proprio?» si lamenta.
Non gli dò altra scelta e si cambia.

«Molto meglio!» sorrido soddisfatta.

Alza gli occhi, mi prende la mano e mi trascina fuori.

«Facciamo che andiamo da Starbucks che ho fame, ti offro un frappe.»

«Che bravo ragazzo che sei.» lo prendo in giro strofinando una guancia sulla sua spalla.
Mi bacia la fronte e ci incamminiamo per il centro.
Durante il tragitto, alcuni ragazzi ci farmano per una foto con Grayson, e altre volte sono io a fermarmi perché mi imbatto in qualche personaggio rinomato.

«Tutti regalano i gioielli, io regalo i frappe.» ridacchia.

«Beh, io gli unici gioielli che metto sono i bracciali e gli orecchini e quando capita le collane, ma proprio in occasioni speciali. Preferisco di gran lunga i frappe, fidati.» dico e scoppiano a ridere.

Il rumore sordo di una sedia trascinata ci distrae.
Nash, si è appena seduto al tavolo con noi.

«Mr.Gray.» fa un cenno col capo verso Grayson. «Bellissima.» si rivolge a me. Dopo quello che mi ha raccontato Grayson non riesco a fare altro che fingere un sorriso.

«Ci segui per caso?» il sorriso più falso mai visto si dipinge sul volto di Grayson.

«No, avevo voglia di qualcosa da bere e sono venuto qui e ho incontrato voi.»

«Noi ce ne stavamo giusto andando veramente, io sono occupata per lavoro e Grayson mi stava accompagnando.» spiego prendendo Grayson per mano, mentre mi alzavo e mi dirigevo verso l'uscita.

L'espressione di Nash, in quel momento era impagabile, era chiaramente irritato.

Usciamo fuori e girovaghiamo per il centro di Los Angeles.
Prendiamo diversi volantini e li metto nella borsa.
Quando torniamo a casa li confrontiamo assieme.
Alcuni sono per aiuto cuoco, ma dal momento che non ho idea di come si impugni un mestolo, scarto l'idea.
Uno dice "Cercasi barman con ESPERIENZA" scritto a caratteri cubitali.
Scarto anche quello.
Mi rimangono due volantini, uno è chiaro: "Cameriera al night club White Rose"; l'altro è più vago: "Assistente, NO badante, NO babysitter. Almeno 18 anni."

«Che dici?» guardo Grayson poco convinta.

«Informati, chiama i numero e chiedi, io preferirei comunque l'assistente, la sera ti voglio a casa, non si sa mai che incontri Nash.»

«Nemmeno a me va di lavorare di notte, però...sta sera chiamo. Ora rilassiamoci.» dico sdraiandomi sul letto di Grayson.

«Quello che dico anche io. Ce l'hai un costume?» mi chiede.

«Ti pare che vengo a Los Angeles senza costume?» lo snobbo spostando una ciocca di capelli all'indietro.

«Mettilo e scendi in salotto.» istruisce.

«Se hai in mente qualche gioco erotico o quel cazzo che ti passa per la testa allora la risposta è NO.» mi impianto con le braccia incrociate al petto.

«Ma va! Tu metti il costume e scendi.»

Esco dalla stanza e faccio come mi dice.
Sono indecisa fra quello più elaborato nero o quello semplice a fascia bianco e blu.
Scelgo quello nero, almeno faccio una bella figura.
Lo slip è a vita alta ed è a stringhe sui fianchi, mentre il reggiseno è semplice e nero con un cerchio dorato di metallo nel mezzo ad unire la fascia.
Lego i capelli in uno chingnon disordinato e scendo in salotto come mi ha detto Grayson.
Anche lui mi aspetta in costume.

«Avvicinati che ti devo bendare.» esordisce.

«Stuprami, ma non rovinare il costume che ho messo il migliore che avevo.» mi difendo.

«Infatti sei molto sexy.» sussurra mentre mi lega una benda attorno agli occhi.
Mi prende alla sprovvista e mi tira su, in braccio facendomi urlare per lo spavento.
Sento che sta camminando per casa.
Ora si ferma. Ha aperto una finestra, sento il calore del sole riscaldare il mio corpo.
Mi mette giù e mi toglie la benda.

«No! Cioè hai anche la piscina?»

Non riesco a credere ai miei occhi.
Mi guardo intorno in attesa che spuntino fuori le telecamere e mi dicano che è tutto uno scherzo, ma non lo è!
Presa dal momento lo abbraccio, stringendolo più che posso e lui molla una bacio sulle mie labbra.

Lo spingo in acqua e poi mi ci butto anche io.
Nuota abilmente verso di me e mi aggrappò a lui.

«Stai cercando di persuadermi per caso?» sorrido ad un centimetro da lui.

«Mh, forse...»
Sorride anche lui e mi bacia con foga, e io rispondo, come se ne avessimo bisogno.
Poco dopo abbiamo mandato a fanculo la piscina e siamo andati in camera da letto.
Abbiamo lasciato un sentiero di acqua sul pavimento e ora sono stesa sotto di lui mentre martoria il mio collo.

«Grayson...oddio!» ansimo mentre pompa con due dita fuori e dentro di me.

Only Fate (IN CORREZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora