Sento il rumore del pugno di Harry sbattere non troppo violentemente sul banco di marmo della cucina.
Prendo un respiro ed entro innocentemente in cucina.«Harry, tutto bene?»
Non si era nemmeno accorto della mia presenza prima che parlassi.Mi rivolse un sorriso vuoto e forzato.
Totalmente diverso da quelli di oggi pomeriggio.«Sì, tutto bene.» risponde piano.
«Mh...avevo un po' di sete.» apro il frigo e prendo una bottiglia d'acqua.
Harry ha preso due bicchieri.
Verso l'acqua fredda all'interno dei semplici bicchieri di vetro.
Mi siedo sullo sgabello di fronte a lui e bevo, rinfrescando non solo la gola, ma anche la mente.Striscio il dito sul bordo sottile del bicchiere.
«Con chi parlavi?»
La mia bocca tradisce il mio cervello, permettendo a quella frase di uscire prima che abbia valutato se fosse stato opportuno pronunciarla o meno.«Louis. Hai sentito qualcosa?» parla con una tale calma...ma i suoi occhi no. I suoi occhi sono nervosi e tremano. Non li alza dal suo bicchiere.
«No...ho sentito solo che chiudevi la chiamata e poi un rumore, come se avessi sbattuto contro qualcosa.»
Annuisce. «È che il tour stanca. Volevo sfogarmi, Louis mi ha chiamato per sapere se andava tutto bene e...poi niente, ho urtato il bancone col fianco e ho sbattuto un pugno per il dolore.»
Wow che attore...se non avessi origliato personalmente, crederei alle sue parole.«Sì, non c'è bisogno dei particolari. Ti credo. Non sei obbligato a raccontarmi tutto.» gli sorrido amorevolmente.
Mugugna qualcosa in approvazione.
«Senti, non pensare che ora mi stia servendo di te, ma potresti accendere l'aria condizionata? Fa piuttosto caldo.» sventolai la mia mano sul collo per fare aria.«Vieni, ti mostro come si fa.» mi fa un cenno di seguirlo in salotto.
«Questo pulsantino azzurro serve per accendere e spegnere, qui c'è il display, poi schiacci il pulsante con il fiocco di neve per l'aria fredda, oppure quello con la fiamma per il riscaldamento se ti dovesse servire. Infine con le freccette imposti la temperatura.»
Sembrava piuttosto semplice.
Seguo le sue dita lunghe giocare con i pulsantini dell'aggeggio al muro.«Hai Instagram, Twitter o qualcos'altro?» si gira verso di me e se ne esce con questa domanda.
Forse non sa che sta parlando con una persona che su internet ci vive.
I miei 12 mila followers su Instagram, e i miei 25 mila followers su Twitter, sanno tutto di me.
Per non parlare della gente che mi ha aggiunto su Snapchat...
Ma anche se la maggior parte dei post riguardano me, ce ne sono molti alquanto imbarazzanti, su di lui soprattutto...«Forse è meglio se i miei account sui social rimangano segreti per te.» ridacchio.
«Almeno Instagram.» fa il labbruccio. «Ti prego.» sorride.
Devo cedere quando sorride. È legge.
«A patto che non giudichi.»Poggia una mano sul cuore e promette che non avrebbe riso o giudicato qualunque cosa avrebbe visto.
Non mi fido comunque. La cosa più difficile da fare quando qualcuno ti ordina di non ridere è ridere.«Cerca: fragilecomepezzidivetro. Tutto attaccato.» sbuffo.
Mi guarda confuso.
Gli prendo il telefono dalle mani e scrivo nella barra di ricerca di Instagram.Scorre fra le foto, appena la pagina si apre.
«Dimmi che non sei tu.» spalanca gli occhi.
Recentemente avevo iniziato a postare foto in intimo.
Roberto, il mio migliore amico le scattava.
Lui voleva diventare un fotografo.
Ora che ci penso è da tanto che non posto qualcosa su Instagram.
Ma fermi tutti. Al diavolo Instagram. È da troppo tempo che non sento Rob!
Mi odierà per tutto il tempo in cui non mi sono fatta sentire, ne sono certa.
Sta sera lo chiamo. Sì. Ora a Milano è notte fonda.
STAI LEGGENDO
Only Fate (IN CORREZIONE)
FanficIl destino è contro di noi. È bastardo. È già deciso. Ma noi possiamo modellarlo a nostro piacimento, possiamo dargli filo da torcere. Spetta a noi decidere se farci calpestare da lui o fargli passare la voglia di andare avanti.