«Ciao Grayson.»
Pronuncio le mie parole con una certa freddezza.
Dopo aver detto che stava via due settimane e aver scoperto che era fidanzato com un'altra ragazza, non solo non si è degnato di chiamarmi, ma è stato via una settimana in più.
E ora, si decide a chiamarmi.
Voglio davvero sentire che ha da dire.«Hey amore...avevo bisogno di sentirti.»
Quanto è falso.
«Davvero?»
Il mio sarcasmo è riconoscibile anche fin troppo.
E mi sento troppo buona per aver anche solo risposto alla chiamata.«Hey, amore mio, qualcuno ha il ciclo, eh?»
«Primo. Non ti permetto di scherzare così sulle caratteristiche biologiche mie, e di qualsiasi altra donna in generale. Secondo. No, non sono mestruata, come credi. Anzi sono piuttosto incazzata. Non solo non ti sei fatto sentire, ma sei stato via una settimana più del dovuto.»
Fulmino con lo sguardo Harry, che fatica a trattenere una risata.
«Mi dispiace, piccola. In ogni caso, sto arrivando lì da te. Per farmi perdonare.»
«Ciao.»
Premo il tasto rosso sullo schermo del cellulare e lo metto in tasca dopo averlo bloccato.
«Sta venendo qui.» dico mentre Harry ha già aggrottato la fronte.
«Non condivido la sua idea.» borbotta lui, legandosi i capelli in uno chingnon.
«Io sì. Gli faccio il culo ora.»
Harry ridacchia per la mia affermazione, anche se non ha capito nulla, dal momento che ho parlato in italiano, ma ha dedotto che ero furiosa.Dopo circa un'ora, Grayson si era presentato alla porta di Harry, con dei fiori, per me.
Ovviamente mi sono alzata per aprire la porta, con addosso solo la maglia che Harry mi aveva momentaneamente prestato, sapendo che alla fine l'avrei tenuta per me. Tutte le sue maglie facevano questa fine.
Lui infatti era rimasto a petto nudo, e non mi era dispiaciuto per niente, con i suoi soliti pantaloncini rossi, simili a quelli che usano i calciatori.«Oh...uhm...ciao.» Grayson, alquanto perplesso, si ed sporto in avanti, fingendo di volere un bacio, mentre avevo subito capito che voleva sapere se in casa si trovava anche Harry.
«Vieni pure in salotto.»
Con un cenno l'ho spronato a seguirmi, e, sempre perplesso, ha fatto ciò che gli ho indicato.
Harry aveva praticamente ignorato la sua presenza, se non per il lieve piegamento del capo, che ha fatto per salutarlo, senza staccate gli occhi dal televisore, che in quel momento trasmetteva una specie di Pomeriggio Cinque americano, ovviamente migliore, e senza Barbara D'Urso.«Va tutto bene?» il tono nervoso, e il fatto che continuasse a strofinare il palmo sudato, sul pantalone, mi avevano fatto capire che non era per niente a suo agio, ed era esattamente ciò che volevo ottenere.
«No Grayson. Non va tutto bene...tu-»
«Davvero, perdonami. Non sono potuto tornare qui, mio fratello era più grave del previsto. Inoltre ero talmente preoccupato e preso da lui, che davvero, non ho né chiamato, né messaggiato nessuno. Scusami.» mi ha interrotto per farmi notare la sua stupida capacità di recitare.
«Oh no. Non ti scusare. Solo dovresti fare un controllo dal dottore.»
Grayson mi guardava confuso e ha ovviamente aggrottato la fronte, come mi aspettavo facesse.
«Non ti seguo.»«Sì invece. Vai a farti una visita, perché è strano che una persona confonda il fratello con la sua ragazza.»
E nonostante lo avessi beccato con le mani nel sacco, lui ha continuato a fare finta che non sapesse nulla, spalancando le palpebre e inarcando le sopracciglia in un espressione che avrei descritto come idiota, usando un eufemismo.
«Davvero pensi che io sia così stupida? Lo so che non sei andato a New York per tuo fratello, ma per la tua tipa. E sono davvero delusa. Io mi fidavo di te. Ma cosa mi sarei dovuta aspettare, ti conoscevo da meno di una settimana.»
«Beh, di quello lì ti fidi, vero? Lui sì che lo conosci.»
Ero scoppiata a ridere per come stesse cercando di arrampicarsi sui vetri.
«Oh fidati, cinque anni mi sono bastati per sapere anche i nomi dei suoi compagni di classe delle scuole medie. Quindi ora esci di qua prima che ti cacci io a calci.»
Prima di andarsene ha fulminato Harry, che invece sorrideva soddisfatto.
«Quindi?» l'espressione di Grayson mi aveva fatto scoppiare in una risata sarcastica.
Quindi? Quindi avevamo chiuso.«Quindi, te ne devi andare e lasciarla in pace. Stalle lontano il più possibile, anzi, tornatene dalla tua biondina a New York. Lei sta bene qui. Con me. Non con uno che la usa. Ludovica non è un giocattolo. Nessuna ragazza lo è. Mettitelo bene in testa.» nel frattempo Harry, si era posizionato davanti a me, quasi come per proteggermi. E man mano si voltava verso di me. «Perché Ludovica è una ragazza magnifica, e merita di essere amata. E io la amo. La amo con tutto il mio cuore. Non c'è stato un attimo in cui non ho pensato a lei. Mai. Tu invece? Tu che mi dici?»
Sorrisi istintivamente.
«Bene. Io vado.» detto questo, Grayson era uscito dalla porta con altezzosità, seguito da Harry, subito pronto a chiudere la serratura.
«Bene, ora che il rompicoglioni per eccellenza se n'è andato, cosa vuole fare la mia piccola Ludovica?»
Lo colpisco sul petto, sicura di avergli fatto il solletico, anziché male.
«Non sono piccola. Sono solo un'anno più piccola di te. E poi sei tu che sei alto due metri! Quindi io sembro alta un metro.»
«No cara, tu sei alta un metro. In ogni caso, sei sempre più piccola di me.»
Infilo gli indici nelle sue fossette e corro nella sua camera, coprendomi con ogni cosa ci fosse lì dentro, ovviamente seguita da lui e il suo passo lento e privo di vitalità.
«Ma dove sarà mai...» chiede sarcastico, mentre si sdraia sull'ammasso di coperte e cuscini che nasconde il mio piccolo corpo.
«Harry, non respiro. Alzati!» lo supplico con finta voce soffocata, perché non si era completamente lasciato andare sul letto, o mi avrebbe schiacciato col suo dolce peso, e questo lo sapeva benissimo anche lui. Spero.
Lancia sul pavimento tutti gli oggetti che ci dividono, e mi mette su una spalla, per farmi uscire dalla sua stanza, che, come poco prima che entrassimo noi, era completamente disordinata.
Mi riporta sul divano in salotto, facendomi finalmente prendere posto di fianco a lui.
E come stupidi, avevamo iniziato a giocare a quel gioco, in cui due bambini battono le loro mani assieme, mentre cantano una di quelle canzoncine infantili.
Ammetto a me stessa che se non fosse stato Harry, a iniziare, non avrei mai fatto una cosa del genere.
E in effetti è una cosa molto da Harry Styles.«Giochiamo a Carta-Forbice-Sasso.»
Il sorriso di Harry, non mi ha permesso di rifiutare.
Mi fa sempre sciogliere il cuore.Al primo turno vinco io, il secondo anche.
Il terzo però vengo battuta ed Harry mi ruba un bacio.«Ma che fai?»
«Ti bacio, no?» ride lui riprendendo il mio viso fra le mani e baciandomi velocemente, dalla fronte al mento, dal naso alle guance, fino a mordere il mio labbro inferiore, regalandomi un bacio eschimese.
«Ti amo.» dice, baciandomi. «Ora. Sei. Tutta. Mia.» sorride intervallando ogni parola con un bacio.
«Ti amo anche io.» dico, scappando dalla sua presa, mentre mi accoccolo di fianco a lui, che mi avvolge con un braccio, e nonostante faccia caldo, così sto bene.
Protetta da lui, e dal suo calore.
Lascio un morbido bacio sulla sua mascella prima di tornare al mio posto, mentre infilo in bocca ad Harry, le palline al cioccolato fondente, che erano conservate in una ciotola sul tavolino.
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Only Fate (IN CORREZIONE)
FanfictionIl destino è contro di noi. È bastardo. È già deciso. Ma noi possiamo modellarlo a nostro piacimento, possiamo dargli filo da torcere. Spetta a noi decidere se farci calpestare da lui o fargli passare la voglia di andare avanti.