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<<E vissero tutti felici e contenti. Non mi è piaciuta tanto questa, devo essere sincera, insomma è proprio banale. Meglio quella di ieri.>>

Spero sempre in qualcosa di positivo, non può essere finita così. Ho bisogno di sentire la sua risata.

<<Molto più bella quella di ieri...>>

Sento il mio cuore fare una capriola. Mi schiaffeggio per essere certa della situazione, Christian non dice nient'altro.

È voltato dalla parte opposta, con gli occhi chiusi, sono proprio confusa.

<<Ho sete.>>

Sento di nuovo la sua voce, bassa e debole. Christian è finalmente sveglio.

Guarda nella mia direzione, ma con fatica.

Mi osserva, socchiudendo gli occhi per la luce troppo forte e con le labbra incurvate verso l'alto.

<<Non riesco a parlare, scusa amore mio. Ma aspetto questo momento da settimane...>>

Balbetto per la sorpresa e la felicità.

<<Potrei buttarmi di sotto in questo momento, devo mantenere la calma!>>

Vuole ridere ma non ci riesce, è proprio brutto vederlo privo di forze.

<<Adesso che mi sono ripreso? Allora proprio non ci vuoi stare con me.>>

Gli sorrido.

<<Assolutamente, non ti ho lasciato neanche per un secondo.>>

Non voglio agitarlo, o farlo innervosire. Deve rimanere tranquillo.

<<Lo so. Sei l'ultima cosa a cui ho pensato prima di chiudere gli occhi, sapevo che mi avresti fatto compagnia.>>

Lui non sta facendo lo stesso con me. Sto per piangere.

<<Comunque non montarti la testa, ti sei svegliato ma non ripreso.>>

Sospiro.

<<Sei molto debole, devo chiamare il dottore. È mio dovere farlo.>>

Annuisce ma visibilmente scocciato, conoscendolo è una prassi che odia. Vorrebbe solo stare con chi ama.

<<Finalmente ci conosciamo Christian, sente tanto dolore?>>

Spero stia bene.

<<Mi sento morire ma non importa, passerà tutto. Voglio solo stare con Giulia.>>

Mi scappa una risatina compiaciuta, è proprio il mio ragazzo.

<<La ragazza può restare, ma ho bisogno di sapere l'intensità del dolore.>>

Che pesantezza, mamma mia. Ecco cosa sta pensando Christian.

Non ho bisogno di sentirglielo dire, lo conosco.

<<Ho un po' di nausea e sento qualche brivido di freddo. Mi scoppia la testa e sento qualche dolore sul petto.>>

Rabbrividisco in modo spaventoso.

<<Perfetto, grazie della collaborazione. Mi raccomando ragazzo, c'è tempo per quelle cose.>>

Avvampo e lui ride. Come può dire una cosa del genere?

<<Potreste dimettermi presto dottò?>>

Il dottore esce e io mi avvicino.

<<Mattia forse aveva ragione.>>

Mi guarda, curioso.

<<Diceva che ti saresti svegliato solo tenendomi la mano, e così è stato. Ti stavo tenendo la mano, insomma, quando mi hai parlato...>>

Arrossisco.

<<Come puoi essere imbarazzata di uno in ospedale mezzo rotto?>>

Sorride compiaciuto, ricambio.

<<Ti sei svegliato per punzecchiarmi?>>

Divento ancora più rossa.

<<Anche.>>

Sgrano gli occhi.

<<Christian, dovrei contattare gli altri e dargli la notizia. Sono tutti a pezzi e arrabbiati con me, non posso nasconderglielo.>>

<<Arrabbiati con te? È successo qualcosa mentre non c'ero?>>

Non posso tenerglielo nascosto.

<<Ho passato tutto questo tempo sola, nessuno vuole parlare con me. Dicono che è colpa mia, hanno ragione...>>

Trattengo una lacrima. È tutto finito.

<<Non appena uscirò, ci penserò io. Ora passami il telefono. Gli dico che voglio stare un po' con te e basta.>>

Sorrido.

<<Al massimo facciamo venire Mattia, più tardi.>>

<<Comunque lascia perdere tutte queste chiacchiere, non è colpa tua. Ho fatta una cazzata.>>

<<E rinfaccerò a tutti, che nel momento in cui ho aperto gli occhi, mi sono ritrovato la mia ragazza che mi raccontava favole.>>

Con lui è sempre come fosse sempre la prima volta, per tutto.

<<Ti amo Christian, ti amo che mi basta pensarti per rimanere senza respiro. Scusa per tutto.>>

<<Scusa a te, che ti ho lasciata sola senza neanche un ti amo. Ti amo da impazzire.>>

Piccoli brividi// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora