Addormentati nell'autostrada

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Erano passati circa dieci minuti, Oliver sorpassò via Book in men che non si dica, ma mantenendo una velocità equilibrata e sapiente dell'auto.

Happy continuava a fissare fuori dal finestrino.

Era tutto così desertico, fuori, solo ora si rendeva conto di quanto la sua amata città, Donate, fosse bella di notte.

Rammentò di quando sua madre, nella tarda serata, la prendeva tra le sue braccia per permetterle di raggiungere l'altezza della finestra, per guardare le stelle e il cielo blu notte, allora aveva soltanto cinque anni, allora erano ancora una famiglia.

Si scosse da questi pensieri e si schiarì la voce "dunque" cominciò, non sapendo bene cosa dire, Oliver non voltò la testa ma rispose con un "cosa?" "Hai intenzione di andare all'Università?" Chiese, guardandolo ora curiosamente.

"Sì" Rispose semplicemente lui "mi sono già iscritto"

"È fantastico!" Sorrise Happy, voleva allacciare una conversazione, ma non le sembrava il caso, così tornò a guardare fuori dal finestrino.

Entrarono in'autostrada e le poche auto che ancora si vedevano passeggiare nelle strade di Donate sparirono di lì a poco, la strada ora era veramente desertica.

L'autostrada era bassa e la vista non era un granché, se ci si inoltrava molto dava sul bosco, e gli alberi sembravano avere le chiome di un blu scuro sotto l'influenza del cielo stellato di quella notte.

Poi la ragazza udì un breve urlo soffocato, si voltò e vide Oliver spalancare i suoi occhietti verdi, poi guardò ciò che avevano davanti:
Si trattava di una frana, probabilmente, era comunque un'ammasso di terra in movimento sull'autostrada, aveva distrutto la ringhiera di ferro argenteo e sopra una roccia immobile stava una statuetta in posizione solenne di un giovane, dai capelli lunghi sino alle spalle e gli occhi persi, dal petto scoperto e magro e che indossava un pantalone un pò troppo largo per le sue gambe, aveva le pieghe scolpite così bene...Sembrava così reale, aveva anche un gonnellino, sopra il pantalone, sembrava in lino, forse, ma la sua leggerezza si poteva percepire persino da lontano.

Happy si chiese perchè la sua attenzione fosse stata catturata da un dettaglio così piccolo ora che probabilmente la loro vita era in pericolo.

"OLIVER! CHE SUCCEDE?" Chiese cominciando a cadere preda del panico "Sta giù, Happy, sto cercando di fare dietrofront" Urlò l'altro di rimando, la sua calma si tramutava velocemente in scomposizione e paura.

Poi diverse rocce caddero da chissà dove in alto e colpirono l'auto.

Happy urlò mentre tutto si faceva confuso, la cintura di sicurezza prese a decomporsi e l'auto sbandò violentemente, Oliver provò a tirare forte il freno, ma fu tutto vano, anche lui prese ad urlare.

Da quello che la ragazza capì dopo (non molto, comunque) precipitarono dal dirupo che portava al bosco, poichè vide gli alberi avvicinarsi, poi i vetri laterali si ruppero poichè vide sangue, il sangue di Oliver, e poi sentì un dolore terribile al braccio destro, subito dopo anche il vetro frontale si ruppe...Happy si sentì debole di colpo, il dolore sembrò attutirsi e la ragazza non sentì l'impatto col terreno, Oliver non si muoveva e Happy chiamò il suo nome debolmente un paio di volte, non aveva la forza di urlare, le sue orecche presero a fischiare ma Happy non trovò il ronzio neanche lontanamente fastidioso, si confuse, provò ad afferrarsi il braccio per fermare l'emorragia, il dolore si ripresentò, poi la sua vista si sfocò, sempre di più...Sempre più sfocata...Poi lasciò andare il braccio e tutto divenne buio...

I ragazzi ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora