Sotto la pioggia

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Presto quella mattina aveva ricominciato a piovere, ma era una pioggia leggera, terrosa.

Happiness fu la prima a destarsi. Nella sua tenda almeno.

Si sentiva un rumore strano, acuto e presto si fece più vicino finendo per svegliare anche Brian, che trasalì e subito dopo anche Amelia.

"Cosa succede?" Chiese Happy, rivolgendosi a Brian.

Lui scosse debolmente la testa, a indicare il fatto che non lo sapesse.

Qualcuno doveva essersi svegliato con il piede sbagliato, pensò Happy.

"Va bene, vado a controllare"
Uscì dalla tenda e subito, appena vide le luci abbaglianti e colorate che venivano nella sua direzioni, riconobbe il suono in questione.

Oh no, la polizia.

Anche Zarah e Oliver uscirono dalla tenda mentre Richard allungava il collo da essa per vedere cosa stesse succedendo senza esporsi troppo.

L'auto si fermò sul sentiero terroso, e lo sportello cominciò ad aprirsi piano.

"Ehm...Brian!? Penso ci sia bisogno del tuo aiuto!" Chiamò Zarah, si sentì un mormorio di assenso provenire dalla tenda di Brian e uscì insieme ad Amelia.

Due agenti, un'uomo robusto e poderoso e una donna accompagnata da un'ombrello che si aprì subito dopo che ella uscì dall'auto saltarono fuori dalla volante.

La donna tirò fuori una foto dalla tasca che finì per bagnarsi miseramente.

"Scusatemi" Disse l'agente, rivolgendo il suo sguardo sopratutto a Happy "Ragazzi, dove sono i vostri genitori?"

"Mi occupo io di loro" cominciò Oliver "Ho 18 anni"

"Hai un certificato? Documenti?" Chiese l'altro.

Oliver cominciò a respirare affannosamente, mentre la pioggia cominciava a diminuire.

"N-no..."

"Cosa state facendo qui? E comunque, puoi darmi il tuo nome?"

"Campeggio. Stiamo facendo campeggio" Sussurrò Amelia, l'agente annuì pensieroso.

"Mi chiamo Oliver Wise" Azzardò Oliver, anche se sapeva che dare il suo nome lo avrebbe messo nei guai.

Che altra scelta aveva? Mentire? E appena avessero scoperto che il nome che dava in realtà non esiste oppure non appartiene a lui?

"Davvero?" Intervenne la donna, sprezzante "Certo che è così. Perchè tu e quella ragazza lì" Indicò Happy "Che suppongo essere Happiness Cooper, siete ritenuti scomparsi da più di due settimane"

"Brian..." Happy lo guardò con sguardo supplichevole, Brian si sforzò di sorridere dolcemente e si avvicinò agli agenti.

"Agenti, possiamo risolverla pacificamente" disse musicale, mettendo una mano nella spalla di entrambi.

La sua voce sembrava comunque stanca, che strano.

Non era da lui.

"Sì, possiamo. Ora Happiness Cooper e Oliver Wise vengono con noi e li riportiamo a casa" Disse la donna.

"Hmm, io sono sicuro che voi volete tanto andare a riposarvi" guardò l'agente "oppure forse andare a rincorrere un qualche fuorilegge e salvare vite" si rivolse poi alla signorina "lo leggo nei vostri occhi...Nelle vostre menti"

"Ma chi sei tu?" Chiese l'uomo, guardandolo negli occhi.

"Non c'è bisogno di saperlo." sussurrò "ora su, andate. Riposatevi e salvate vite" Lasciò le loro spalle e gli agenti, come se niente fosse, tornarono nella loro volante e misero in moto.

Aveva smesso di piovere.

Happy lo guardò a bocca aperta. "C-come...?" Chiese, Brian si posò semplicemente l'indice sulle labbra che ogni tanto abbozzavano un sorriso triste "Mi chiamano il Marionettista per un motivo" Disse piano.

Decisero di andare al fiume, almeno per lavare via tutta la terra nel loro corpo, portata dalla pioggia.

Brian fece solo un bagno, poi si sedette vicino a una betulla, dal lato opposto al fiume, per nascondere le lacrime che desideravano di colare dai suoi occhi e che neanche Il Marionettista potette fermare.

Anche Amelia cominciò a piangere a un certo punto, e macchiò le mani col liquido nero sulle sue guance, nel tentativo di coprirsi, prese gli occhiali dall'asticella e se li tolse, finendo per macchiare anche quelli.

"Tutto bene? Oh, suppongo di no" si avvicinò Happy, vedendo le sue vistose lacrime "Che succede?"

Amelia trattenne i singhiozzi, poi raccolse il fiato per parlare.

"Ho paura. Ho paura del Prigioniero, B-Brian non vuole dirmi cos'ha, tu e Oliver siete in pericolo e io...È così tanto per me" disse in modo confuso e balbettante.

"Va bene" disse allora Happy "non preoccuparti. Brian ci tiene tanto a noi ed è triste perchè è in pericolo. Il Prigioniero vuole me e Oliver, non ti farà niente"

"Q-questo non è vero! Io c'ero, sai? Quando il Prigioniero si è liberato l'ultima volta. La vedi quella cicatrice che mi percorre la gamba?" Indicò la sua esile gamba sinistra, percorsa da una cicatrice biancastra appena sotto il ginocchio, ma grande e vistosa. Doveva essere stato il risultato di una ferita decisamente grave.

"Era una lama strana, sembrava antica. Era tanto affilata. Se ci ripenso sento ancora il dolore. Brian mi ha salvata, lui mi salva sempre. Alle volte penso di essere inutile in questo gruppo, sono solo una ragazzina debole che ha una strana mutazione nei condotti lacrimali"

"Mi dispiace, Amelia. Secondo me però sei in questo gruppo per uno scopo, e sono sicura che sia così" la consolò Happy, Amelia sorrise e si allontanò misteriosamente e timidamente verso il fiume, la ragazza la seguì in acqua mentre Brian, dall'altro lato, continuava a versare lacrime salate.

I ragazzi ritrovatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora