Acqua dolce

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"Buongiorno" Annunciò Zarah entrando nella tenda.

Happy era già sveglia da parecchio, almeno così le era sembrato, ma quando aprì gli occhi Brian non era là dentro insieme a lei.

"Avete fame?" Chiese, poi si rispose da sola, facendo un sorriso un po' tirato "Beh, nell'altra tenda trovate del cibo, e poi possiamo andare al lago se volete"

"Dov'è andato lui?" Chiese Happy, mettendosi a sedere, mentre un certo languorino cominciava a farsi strada in lei.

"Brian?" Chiese Zarah, la ragazza annuì piano "È andato a fare visita a suo nonno, e parlargli di alcune cose...sai, penso o almeno spero che ti abbia accennato qualcosa di quella faccenda del "prigioniero" o almeno qualcosa degli Ihmisia" parlava con tono scettico, sorrideva ma c'era decisamente qualcosa che la turbava.

Amelia era rimasta ferma e silente nell'angolo per tutto il tempo, fissando ora Zarah ora Happy

"Degli Ihmisia mi ha raccontato" disse quest'ultima, abbassando lo sguardo "Ma il prigioniero...Chi è questa persona? È una persona? Tutta questa storia ha cominciato a diventare bizzarra appena a un giorno dall'incidente...Quella statua" concluse in modo sprezzante, come se quel timore nei confronti di una statuetta dalle fattezze di un ragazzino la infastidisse.

"Com'è possibile? Oliver sa già tutto" sembrava sinceramente sorpresa "fattelo raccontare da lui, oggi stesso, al lago. Ma non dire a Brian che l'ho detto al tuo amico"

"Perchè? Cosa c'è di sbagliato in tutto questo?"

"Molto più di quanto tu possa immaginare" detto questo, voltò le spalle e uscì dalla porticina circolare.

Happy rivolse uno sguardo interrogativo ad Amelia, che ricambiò timidamente

"Ho fame." Disse, e Happy non poteva essere più d'accordo.

"Anch'io"

La colazione era semplice, si trattava di fette di pane condite con bacche e frutta varia dal colore che andava dal magenta al blu nerastro.

"Sicuri che non siano velenose?" Chiese stoico Oliver, agguantando una fetta di pane.

Richard scosse la testa "N-no, le ho raccolte io stesso"

Happy spalancò gli occhi e sorrise. Era la prima volta che lo sentiva parlare, Richard le dava l'impressione di essere di una tale timidezza, probabilmente l'esatto contrario di sua sorella.

Simili fuori, diversi dentro.

"Te ne intendi di queste cose, non è vero?" Happy si rivolse al ragazzo, che in tutta risposta arrossì e le rivolse un sorriso "Quando..." sospirò e prese coraggio "Quando ci hanno rapiti e ci hanno portati in quel posto...Rubavo le cartelle cliniche degli altri. Così ho imparato qualcosa da quella situazione terrificante, almeno" Sembrava che il ricordo gli provocasse dolore, così la voce gli si spezzò.

"Non sa cosa ci è successo, Richard" Gli sussurrò Zarah ma Happy la interruppe "Sì, sì lo so. Brian mi ha raccontato tutto"

I gemelli abbozzarono un sorriso.

"Quindi oggi andiamo al lago?" Chiese Amelia, cercando deliberatamente di distogliere l'attenzione da quell'argomento troppo doloroso per qualcuno di loro.

"Potrebbe fare bene alla tua caviglia, Happy" disse Oliver "E poi guarda, non ci laviamo da giorni"

"Cosa stai insinuando?" Lo rimbeccò Happy

"La verità." concluse il ragazzo, divertito.

"Avanti, ora, se tutti abbiamo finito suppongo che possiamo andare" Zarah scattò in piedi.

"Ehm...io non ho dei vestiti di ricambio, né un costume" Disse timidamente Happy, Oliver annuì in assenso.

"Vuol dire che entrerai in acqua vestita, così anche loro (i tuoi vestiti) si fanno un bel bagno. E si dà il caso che noi abbiamo un cambio. Brian ha più di duecento anni, deve pur passarsi il tempo, sa cucire niente male"

"Oh, in questo caso..."

Il lago si trovava a pochi metri dalla foresta, gli alberi continuavano a crescere nei pressi dei granelli bianchi bagnati dall'acqua dolce contenuta in una forma circolare, poco profonda.

La zona era sempre poco frequentata, se non sconosciuta, poichè il mare non mancava di essere a mezz'ora da lì ed era immersa in una foresta praticamente inarrivabile in condizioni normali.

Amelia si lasciò sfuggire un gemito di gioia e si tolse freneticamente le scarpe di cuoio per poi correre verso l'acqua.

Anche Happy sorrise ma aspettò che gli altri andassero prima di lei, le piaceva godersi il panorama prima di toccarlo con mano.

"Happy, vieni?" Chiese Oliver, sfilandosi la maglietta.

"Attenta Zarah, mi bagni gli occhiali!" Sentì lamentarsi Amelia con la sua vocina infantile.

"Sì, vengo" rispose lei al ragazzo, e i due si avviarono sino a poggiare i piedi nello specchio d'acqua cristallino.

"È freddina" Disse Oliver, bloccandosi mentre Happy continuava ad andare avanti.

"Oh coraggio" disse lei "Vuoi che ti bagni io? Almeno ti abitui all'acqua"

Camminare con entrambe le gambe era molto più facile quando l'acqua ti arrivava ai fianchi, passò per la mente a Happy, poi rise della sua stessa affermazione di poco prima.

"Sei crudele" l'accusò Oliver, prima di inoltrarsi tutto tremante e estremamente lento nell'acqua del lago.

Quel giorno era davvero bello.

Allora perchè tutti sembravano così tristi, i loro sorrisi forzati, il loro cuore pulsare frenetico nei loro petti?

Cosa c'era dietro questo?

Si sentì arrivare uno schizzo enorme d'acqua alle sue spalle, sussultò per la sorpresa.

L'acqua era davvero freddina.

Si voltò per vedere Zarah con un sorriso pieno di cattive intenzioni sul suo volto, eppure ancora non uguale a quel sorriso che aveva costantemente sul volto la prima volta che si erano incontrate.

"Le cose stanno così?" Chiese Happy, preparandosi per la vendetta.

Tirò indietro le braccia e schiaffeggiò forte l'acqua con le mani, finendo per bagnare completamente il volto di colei che le stava di fronte, che trasalì ma facendo male anche alle sue stesse mani.

Tuttavia il sorriso di Happy non cambiò.

"Devo prendere i popcorn?" Chiese Oliver, sorridendo, ancora tremante.

Le due ragazze si lanciarono uno sguardo d'intesa, poi fecero schizzare l'acqua all'unisono in direzione di Oliver, bagnando interamente la benda che gli copriva l'occhio e facendogli probabilmente anche bere un po' d'acqua.

Era tutto così strano, ma tutto sommato la giornata prometteva bene.

E poi, Happy era così curiosa di sapere cosa significasse tutta quella faccenda della statua, nonostante tutto.

Era davvero preoccupata.

Ma la curiosità aveva vinto la paura.

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